Economia
Inapp: apprendistato, contratti in crescita del 4,5%
Redazione
Il XXII Rapporto di monitoraggio dell’Apprendistato, realizzato dall’INAPP e presentato il mese scorso, offre un’analisi approfondita dell’andamento di questa forma contrattuale nel periodo 2020-2022, evidenziandone la centralità e i benefici sia per i giovani che per le imprese. Nel 2022, il numero medio di contratti di apprendistato attivati ha raggiunto quota 569.264, segnando un incremento del 4,5% rispetto all’anno precedente. La crescita ha interessato tutto il territorio nazionale, con il Centro Italia che ha registrato l’aumento più significativo, pari al 6,2%, seguito dal Nord con un incremento del 4,2% e dal Sud, dove la crescita si è attestata al 3,3%.
L’apprendistato professionalizzante si conferma la forma contrattuale predominante, rappresentando il 97,7% delle assunzioni nel 2022. Tra i settori, il commercio ha assorbito il maggior numero di contratti, con oltre 107 mila rapporti avviati, seguito dal comparto manifatturiero, che ne ha totalizzati circa 88 mila, e dai servizi di alloggio e ristorazione, che hanno superato i 77 mila contratti. Da sottolineare, inoltre, l’espansione significativa dell’apprendistato professionalizzante nel settore delle costruzioni, dove si è registrato un incremento del 14,1% rispetto al 2021.
Anche le altre tipologie di apprendistato hanno mostrato segnali di crescita: l’apprendistato di primo livello ha visto un aumento del 14,8%, mentre quello di terzo livello è cresciuto dell’11%, risultati che evidenziano la diversificazione dello strumento, che si adatta alle esigenze formative di un’ampia platea di giovani lavoratori.
L’età media degli assunti in apprendistato nel 2022 si è attestata tra i 24 e i 25 anni. Le fasce di età più rappresentate variano a seconda del territorio: nel Nord e nel Centro Italia predominano i giovani tra i 18 e i 24 anni, mentre nel Sud emerge una maggiore concentrazione nella fascia compresa tra i 25 e i 29 anni. In termini di genere, il 58,9% dei contratti ha riguardato uomini, con una maggiore concentrazione nel Nord, mentre le donne hanno rappresentato il 40,1% del totale, con una presenza più marcata nella fascia over 30, pari al 46,2% dei contratti femminili.
Il tasso di stabilità dei contratti di apprendistato professionalizzante risulta elevato: il 93,8% dei rapporti avviati nel 2022 era ancora attivo dopo un mese di lavoro, mentre la percentuale scende all’80,4% dopo tre mesi. Per l’apprendistato di primo livello, i valori si attestano rispettivamente al 90,5% e al 73,8%. Questo gap può essere attribuito alla maggiore complessità dell’apprendistato di primo livello, che richiede un investimento più consistente in formazione e istruzione da parte delle aziende.
Un dato particolarmente significativo riguarda la trasformazione dei contratti di apprendistato in rapporti a tempo indeterminato. Nel 2022, sono stati confermati 114.554 contratti, con un aumento del 4,4% rispetto all’anno precedente. La trasformazione avviene prevalentemente dopo due anni dall’assunzione, in linea con la durata tipica dei contratti di apprendistato, che varia tra i 24 e i 36 mesi. I settori più attivi nella stabilizzazione sono stati il commercio e il manifatturiero, che complessivamente hanno rappresentato oltre la metà dei contratti trasformati.
Sul fronte delle cessazioni, nel 2022 si è registrato un aumento del 15,4%, con la chiusura di 222.314 rapporti di lavoro. Le dimissioni hanno rappresentato la causa principale, incidendo per il 73,1% del totale. L’incremento ha riguardato in particolare il settore delle costruzioni, che ha registrato un aumento delle cessazioni del 25%, seguito dai servizi di alloggio e ristorazione (+21,7%) e dal commercio (+18,1%). La fascia d’età dei minori è stata quella più colpita, con un incremento delle cessazioni pari al 32,5%.