Economia

Idrico, investimenti da 40 miliardi e benefici netti oltre i 3 miliardi entro il 2050

Redazione
 
Idrico, investimenti da 40 miliardi e benefici netti oltre i 3 miliardi entro il 2050
Il cambiamento climatico sta ridisegnando le priorità di investimento nel settore idrico italiano. Tra scarsità di risorse, rischio alluvionale crescente e impatti sempre più gravi della siccità, le utility hanno intensificato gli sforzi per rendere il sistema idrico integrato più resiliente. Dal 2018 al 2029 il comparto arriverà a mobilitare complessivamente 40 miliardi di euro, con un picco nel biennio 2024-2025, secondo lo studio AGICI presentato al VIII Convegno Annuale dell’Osservatorio Idrico OSWI di Milano.

Idrico, investimenti da 40 miliardi e benefici netti oltre i 3 miliardi entro il 2050

Lo studio ha analizzato 115 gestioni che servono 49 milioni di cittadini, l’83% della popolazione nazionale, confermando la curva ascendente degli investimenti: 13,6 miliardi spesi tra il 2018 e il 2023, a fronte dei 26 miliardi previsti per il periodo 2024-2029. Solo nel 2025 gli interventi raggiungeranno i 5,1 miliardi, sostenuti dalle risorse del PNRR, prima di una prevista contrazione negli anni successivi. Al centro dell’impegno restano la riduzione delle perdite idriche, il miglioramento della qualità dell’acqua depurata e l’adeguamento dei sistemi fognari.

La misurazione degli impatti territoriali, condotta con metodologia di Analisi Costi-Benefici, ha quantificato in 3,1 miliardi i benefici netti entro il 2050: maggiore disponibilità della risorsa idrica, abbassamento dei costi di produzione legati alle perdite, risparmi per le famiglie e riduzione dei danni da allagamenti. Un risultato che conferma il valore non solo ambientale ma anche sociale ed economico degli interventi.

Lo scenario è però complesso: se da un lato i ricavi del settore sono cresciuti del 16% tra il 2018 e il 2023, passando da 5,6 a 6,5 miliardi di euro, dall’altro lato è aumentata del 36% l’esposizione debitoria, con un peso sempre maggiore della finanza sostenibile. La fine dei fondi straordinari del PNRR impone di guardare al Partenariato Pubblico-Privato e ai capitali privati come vie strategiche per garantire continuità e competitività. “Occorre far sistema tra utility, mondo finanziario e finanza pubblica per trovare risorse e suddividere equamente gli oneri tra cittadini e istituzioni”, ha osservato Marco Carta, amministratore delegato di AGICI.

Un settore che evolve verso una gestione industriale dell’acqua deve saper coniugare investimenti e sostenibilità, anche in un contesto di inflazione che negli ultimi cinque anni ha fatto crescere i costi dei progetti del 20%. Come ha sottolineato Alessandra Garzarella, direttrice dell’Osservatorio OSWI, “la resilienza delle reti idriche, la riduzione delle perdite, la migliore qualità dell’acqua e l’ottimizzazione dei consumi energetici migliorano la qualità della vita e aiutano le comunità a fronteggiare meglio i fenomeni estremi”.

Durante i lavori, AGICI ha consegnato il premio “Manager Servizio Idrico” ad Andrea Volpe, direttore del Servizio Idrico di MM (in foto), per i risultati conseguiti e per il contributo manageriale fornito a utilities del Nord e del Sud del Paese. “Questo riconoscimento è frutto dell’impegno mio e dei miei collaboratori, delle sfide affrontate con soluzioni innovative e sostenibili e della volontà di gestire e rilanciare aziende in difficoltà”, ha dichiarato Volpe, sottolineando come il percorso professionale sia stato guidato dalla passione e dalla ricerca di un approccio etico all’uso della risorsa idrica.
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