Ohhh! Finalmente gli italiani possono tirare un sospiro di sollievo: il governo ha deciso di abbassare l'Iva sulle ostriche.
Quelle che ogni buon operaio, nell'intervallo tra un turno e l'altro, consuma in abbondanza per spezzare la fame, magari accompagnandole con un calice di Dom Pérignon.
E chi, se non il ministro Francesco Lollobrigida, poteva farsi paladino di questa nobile causa?
Più ostriche per tutti
Lui, che già ci ha regalato perle di saggezza inestimabili, ora si lancia in una battaglia all'ultimo mollusco, deciso a mettere fine alla scandalosa discriminazione fiscale che rendeva le ostriche un lusso per pochi.
Con una determinazione che vorremmo vedere applicata a salari minimi, contratti di apprendistato e borse di studio, il ministro ha sentenziato: abbassiamo l'Iva sulle ostriche dal 22 al 10 per cento. Una misura di equità sociale, perché, diciamocelo, la plebe non può continuare a soffrire senza il suo plateau royal.
La proposta, partorita tra una degustazione e l'altra al Senato (dove si lavora sodo, evidentemente), è stata lanciata con fervore. "Le ostriche non sono di lusso per natura, sono care solo per colpa delle tasse", ha spiegato il ministro.
E in effetti, chi di noi non si strappa i capelli ogni mattina chiedendosi perché il prezzo del suo chilo di ostriche sia così proibitivo?
Quante madri, di fronte alla cassa del supermercato, avranno lasciato nel carrello le ostriche per prendere invece il pane e il latte, con la morte nel cuore?
Ma ora, grazie al nostro illuminatissimo ministro dell’Agricoltura, il sogno diventa realtà: sei ostriche costeranno 27 euro e 50 centesimi invece di 30. La rivoluzione sociale, e l’abbuffata di ostriche, è servita!
E non preoccupatevi: il caviale e lo champagne saranno i prossimi a beneficiare della lungimiranza fiscale di questo esecutivo. Così il popolo potrà brindare alla ripresa economica... Sì, degli altri.
Dopotutto, i tartufi sono già stati graziati lo scorso anno con l'aliquota al 5 per cento. E c’è poco da sorridere, eh. Perché l’abbassamento dell’Iva sulle ostriche è una nobile strategia per premiare il loro eroico contributo alla lotta contro il granchio blu, quel temibile flagello che sta invadendo i nostri mari.
E qui la coerenza del ragionamento si fa adamantina: se il granchio blu minaccia la biodiversità marina, vero per carità, non sarebbe più logico e furbo, per esempio, potenziare l’allevamento di polpo (o semplicemente lasciarlo in pace nel suo habitat) visto che è un suo grande predatore? O abbassare comunque l’Iva a tutti i prodotti che arrivano dal mare: spigole, orate, polpi, calamari, scampi, mazzancolle, cicale, astici, aragoste, vongole, cannolicchi, cozze... mai sia, però, scontentare gli amici degli amici (a buon intenditor).
Nel frattempo, il Paese continua a rotolare allegramente verso la catastrofe. Giovani laureati guadagnano stipendi da fame, contratti di apprendistato si trascinano fino ai trent'anni con paghe da camerieri stagionali, gli affitti divorano due terzi degli stipendi, eppure il governo ha priorità ben chiare: le ostriche (italiane, manco a dirlo) prima di tutto! Perché un Paese non si misura sulla qualità della vita dei suoi cittadini, ma sulla facilità con cui essi possono accedere ai frutti di mare che, nell’idea del Lollo nazionale, avranno un’Iva pari a quella degli agrumi o dell’acqua il cui eccesso, ipse dixit, crea danni.
Non solo: sua maestà l’ostrica, andrà a braccetto con i pannolini per bambini e gli assorbenti igienici, tassati come lei al dieci per cento. Perché, si sa, entrambi sono indispensabili nei momenti critici, solo che uno assorbe i liquidi e l'altra assorbe i risparmi. Così come è a tutti noto che i seggiolini per le auto o le spese veterinarie e gli alimenti per cani e gatti (22 per cento di Iva per entrambi) siano beni di lusso.
Infondo, garantire la sicurezza di un bambino in macchina o permettere alle famiglie di curare i propri animali è un capriccio borghese. Certo, si può sempre provare a metter nella ciotola di Fido una manciata di ostriche, magari apprezzerà (almeno lui). Morale della favola, anzi della cena? Lollobrigida e compari sono all’antipasto, di ostriche ovviamente. E gli italiani alla frutta, sempre che non decidano di aumentare l’Iva pure su quella.