In molte parti del mondo l’infanzia continua a essere un territorio fragile. L’immagine dei bambini che crescono tra giochi, leggerezza e attenzioni affettuose resta, per troppi, un privilegio negato. I dati diffusi in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia, celebrata oggi, raccontano infatti una realtà dolorosa: circa un bambino su cinque tra i due e i quattro anni non gioca mai con gli adulti che dovrebbero occuparsi di lui, e uno su otto sotto i cinque anni non ha a disposizione neppure un semplice giocattolo. Una parte ancora più ampia, circa quattro bambini su dieci, non riceve a casa stimoli né interazioni adeguate, mentre uno su dieci non svolge alcuna attività insieme ai familiari.
Giornata dell'Infanzia, UNICEF: un bambino su cinque non gioca mai con gli adulti
Numeri che pesano come macigni e che ricordano quanto sia lontana, per molti piccoli, quella quotidianità serena che dovrebbe essere un diritto irrinunciabile. Nel suo messaggio diffuso in occasione della Giornata internazionale dell’infanzia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato con forza il ruolo dell’ascolto come primo atto di tutela. «Ascoltare i bambini, riconoscere i loro bisogni, proteggere i loro diritti» è, afferma il Capo dello Stato, un impegno che non può limitarsi alla celebrazione di una ricorrenza, ma deve tradursi in una pratica quotidiana, radicata nel tessuto sociale.
Le parole e le esperienze dei più piccoli - sottolinea - non sono un accessorio della vita pubblica, ma un elemento essenziale della comunità, da valorizzare e integrare nel dibattito collettivo. Il Presidente allarga poi lo sguardo oltre i confini nazionali, ricordando le condizioni drammatiche in cui vivono milioni di bambini nel mondo.
Minori privati dei diritti fondamentali, vittime di violenze, tratta, sfruttamento, schiavitù e persecuzioni. Ragazzi costretti a diventare bambini-soldato, intrappolati in conflitti che non hanno scelto, esposti a crisi umanitarie sempre più numerose e a disuguaglianze che si amplificano a ogni nuova emergenza. È su di loro, ammonisce Mattarella, che ricade il prezzo più alto delle tensioni globali, un fardello che la comunità internazionale non può più permettersi di ignorare. Da qui l’appello a una mobilitazione globale che rimetta l’infanzia al centro dell’agenda politica e morale. Il richiamo del Capo dello Stato non risparmia il contesto interno. Anche in Italia, osserva, esistono sacche di solitudine, abbandono e marginalità che rischiano di consumarsi «nel silenzio e nell’indifferenza».
Tra i passaggi più incisivi il richiamo alla sofferenza di un minore che, sottolinea il Capo dello Stato rappresenta «la sconfitta di un’intera comunità». Il messaggio si chiude con un invito alla responsabilità quotidiana: accogliere, ascoltare e rispettare ogni bambino per dare concretezza ai principi costituzionali che ne tutelano la crescita umana e sociale. Ogni minore messo in condizione di esprimersi e trovare protezione rappresenta, secondo Mattarella, un passo avanti per l’intera collettività.
Per celebrare la Giornata, i comitati locali dell’UNICEF hanno organizzato in tutta Italia incontri, attività, laboratori e iniziative con lo scopo di diffondere la conoscenza dei diritti dell’infanzia. Oggi sarà presentato ufficialmente il nuovo rapporto globale, mentre l’iniziativa “Go Blue” invita i Comuni a illuminare di blu un monumento cittadino per ricordare simbolicamente che ogni diritto deve essere garantito a ogni bambino. Sono più di 260 le amministrazioni che hanno già aderito.
A Milano, la “Marcia dei Diritti” organizzata dall’UNICEF in collaborazione con Fondazione Milano Cortina ha portato bambini, insegnanti e famiglie da Piazza XXV Aprile al Castello Sforzesco, dove sono previsti laboratori sulle emozioni, il linguaggio inclusivo e il benessere, oltre a un momento istituzionale con la presenza di Domenico De Maio e Paolo Rozera e un’esibizione dell’Orchestra del Golfo Mistico. Le scuole di ogni ordine e grado partecipano a iniziative dedicate al diritto al gioco e alle biblioteche è stato chiesto di predisporre uno scaffale tematico sui diritti dei più piccoli.
A sostenere simbolicamente la Giornata intervengono anche aziende e media. Le imprese aderenti al programma “Impresa Amica” diffondono messaggi dedicati sui propri canali, mentre Mediaset ha lanciato una nuova campagna multimediale che dà voce ai bambini attraverso uno spot centrato sul claim “I diritti dei bambini fanno rima con il nostro impegno”. Il breve manifesto, recitato da alcuni piccoli protagonisti, ricorda che “Abbiamo diritto a un nome e una storia, una casa in cui stare e momenti di gioia”, e prosegue con una serie di affermazioni che restituiscono la forza dei diritti fondamentali: “Abbiamo diritto di esser sentiti, da orecchi che ascoltano sogni infiniti”, “Abbiamo diritto di crescere sani, con cura, istruzione e abbracci sicuri”, “Abbiamo diritto a un mondo di pace, senza la paura di non avere voce”, “Abbiamo diritto a dirlo davvero, non sono capricci ma un bisogno sincero”. Secondo il rapporto dell'UNICEF pubblicato oggi in occasione di questa Giornata, più di 1 bambino su 5 nei paesi a basso e medio reddito, ovvero 417 milioni, si trova in condizioni di grave deprivazione in almeno due aree fondamentali per la sua salute, il suo sviluppo e il suo benessere.
Il rapporto “La condizione dell'infanzia nel mondo 2025: porre fine alla povertà dei bambini – Il nostro imperativo comune” si basa sui dati provenienti da oltre 130 paesi a basso e medio reddito per valutare l'entità della povertà multidimensionale misurando le privazioni in sei categorie: istruzione, salute, condizione abitativa, nutrizione, servizi igienici e acqua. L'analisi mostra che 118 milioni di bambini subiscono tre o più situazioni di deprivazione e 17 milioni ne subiscono quattro o più. “I bambini che crescono in condizioni di povertà e sono privati di beni essenziali come una buona alimentazione, servizi igienici adeguati e una casa, subiscono conseguenze devastanti per la loro salute e il loro sviluppo”, ha affermato Catherine Russell, Direttrice Generale dell’UNICEF.
“Ma non deve essere per forza così. Quando i Governi si impegnano a porre fine alla povertà dei bambini attuando politiche efficaci, possono aprire un mondo di possibilità per i bambini”. I tassi più elevati di povertà multidimensionale tra i bambini si concentrano nell'Africa subsahariana e nell'Asia meridionale. In Ciad, ad esempio, il 64% dei bambini subisce due o più gravi deprivazioni e poco meno del 25% ne subisce tre o più. I servizi igienici rappresentano la deprivazione grave più diffusa: il 65% dei bambini non ha accesso a una toilette nei paesi a basso reddito, il 26% nei paesi a reddito medio-basso e l'11% nei paesi a reddito medio-alto. La mancanza di servizi igienici adeguati può aumentare l'esposizione dei bambini alle malattie.
La percentuale di bambini che subiscono una o più deprivazioni gravi nei paesi a basso e medio reddito è scesa dal 51% nel 2013 al 41% nel 2023, in gran parte grazie alla priorità data ai diritti dei bambini nelle politiche nazionali e nella pianificazione economica. Tuttavia, i progressi stanno rallentando. I conflitti, le crisi climatiche e ambientali, i cambiamenti demografici, l'aumento del debito pubblico e il divario tecnologico sempre più ampio stanno aggravando la povertà. Allo stesso tempo, i tagli senza precedenti agli Aiuti Pubblici allo Sviluppo (APS) rischiano di aggravare la deprivazione dei bambini nei paesi a basso e medio reddito. La povertà compromette la salute, lo sviluppo e l'apprendimento dei bambini, portando a prospettive di lavoro più deboli, una durata di vita più breve e un aumento dei tassi di depressione e ansia. Il rapporto sottolinea che i bambini più piccoli, quelli con disabilità e quelli che vivono in situazioni di crisi sono particolarmente vulnerabili. Il rapporto esamina anche la povertà monetaria, che limita ulteriormente l'accesso dei bambini al cibo, all'istruzione e ai servizi sanitari.
Secondo gli ultimi dati disponibili, oltre il 19% dei bambini nel mondo vive in condizioni di estrema povertà monetaria, sopravvivendo con meno di 3 dollari al giorno. Quasi il 90% di questi bambini si trova nell'Africa subsahariana e nell'Asia meridionale. Il rapporto include un'analisi su 37 paesi ad alto reddito: circa 50 milioni di bambini – ovvero il 23% della popolazione di bambini in questi paesi – vivono in condizioni di povertà monetaria relativa, il che significa che il loro nucleo familiare ha un reddito significativamente inferiore rispetto alla maggior parte (del reddito) degli altri nel loro paese, limitando potenzialmente la loro capacità di partecipare pienamente alla vita quotidiana. Sebbene tra il 2013 e il 2023 la povertà sia diminuita in media del 2,5% nei 37 paesi, in molti casi i progressi hanno subito una battuta d'arresto o hanno subito un'inversione di tendenza. In Francia, Svizzera e Regno Unito, ad esempio, la povertà dei bambini è aumentata di oltre il 20%.
Nello stesso periodo, la Slovenia ha ridotto il suo tasso di povertà di oltre un quarto, in gran parte grazie a un solido sistema di prestazioni familiari e alla legislazione sul salario minimo. “In Italia il tasso di povertà monetaria relativa dei bambini era circa al 25% fra il 2013 e il 2018, sceso al 23,2% nel 2023. Gli standard di vita fra il 2018 e il 2023 sono migliorati dell’8,6%, mentre la povertà di reddito relativa è migliorata del 5,3%. Nel 2024 i bambini nel nostro paese che vivevano in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale erano il 5,7%, un dato in forte calo rispetto al 2015. Tuttavia, nel 2022 il 32,9% dei bambini di 15 anni in Italia non disponeva di una stanza per sé”, ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Nicola Graziano.
Il rapporto “La condizione dell'infanzia nel mondo 2025” sottolinea che porre fine alla povertà dei bambini è un obiettivo raggiungibile e sottolinea l'importanza di mettere al centro i diritti dei bambini, come delineato nella Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, in tutte le strategie, le politiche e le azioni governative volte alla riduzione della povertà, attraverso alcune strategie: rendere la lotta alla povertà dei bambini una priorità nazionale: integrare le esigenze dei bambini nelle politiche economiche e nei bilanci; fornire programmi di protezione sociale, compreso il sostegno economico alle famiglie; ampliare l'accesso ai servizi pubblici essenziali, quali istruzione, assistenza sanitaria, acqua, servizi igienici, alimentazione e alloggio; promuovere un lavoro dignitoso per i genitori e coloro che si prendono cura dei bambini, al fine di rafforzare la loro sicurezza economica, strettamente legata al progresso dei bambini.
Il rapporto arriva in un momento in cui molti Governi in tutto il mondo stanno riducendo gli aiuti esteri. Secondo The Lancet, i tagli agli aiuti allo sviluppo potrebbero causare la morte di 4,5 milioni di bambini sotto i 5 anni entro il 2030. Allo stesso tempo, recenti stime dell'UNICEF mostrano che i tagli potrebbero lasciare ulteriori 6 milioni di bambini fuori dalla scuola entro il prossimo anno. “Troppi bambini erano già privati dei loro bisogni primari, anche prima che la crisi finanziaria globale minacciasse di peggiorare ulteriormente la situazione”, ha concluso Russell. “Non è il momento di arretrare. È il momento di consolidare i progressi faticosamente raggiunti negli anni a favore dei bambini. I Governi e le imprese possono farlo rafforzando gli investimenti nei servizi fondamentali per i bambini, al fine di garantirne la salute e la protezione e assicurando loro l’accesso a beni essenziali come una buona alimentazione, soprattutto in contesti fragili e umanitari. Investire nei bambini significa garantire un mondo più sano e pacifico per tutti”.