Il primo ministro francese Sébastien Lecornu è sopravvissuto al voto di sfiducia, che avrebbe potuto rovesciare il suo fragile nuovo governo e fare precipitare la Francia nel caos politico. La mozione è stata respinta con 18 voti in meno rispetto ai 289 necessari per fare cadere il governo. La maggior parte dei socialisti non ha appoggiato la mozione, dopo che Lecornu ha promesso di sospendere una riforma delle pensioni contestata e di non utilizzare l'articolo 49.3 della Costituzione per far passare il bilancio senza un voto.
Francia, Lecornu sopravvive: respinta la mozione di sfiducia, decisivi i socialisti
Il voto dell'Assemblée Nationale spiana la strada a Lecornu per perseguire quella che potrebbe essere una sfida ancora più grande: ottenere un bilancio 2026 per la seconda economia più grande dell'Unione Europea attraverso l'Assemblée, aspramente divisa, prima della fine dell'anno.
La sopravvivenza di Lecornu risparmia anche qualsiasi necessità immediata per il presidente Emmanuel Macron di sciogliere nuovamente l'Assemblée Nationale e indire elezioni legislative anticipate.
Un'opzione rischiosa che il presidente della repubblica aveva segnalato che avrebbe potuto prendere se Lecornu fosse caduto.
Lo stretto alleato del presidente francese ha dovuto affrontare due mozioni di sfiducia presentate dai più duri oppositori di Macron: il partito di sinistra radicale La France Insoumise (LFI) e Marine Le Pen del partito di estrema destra Rassemblement National e i suoi alleati in Parlamento.
La camera, votando per prima la mozione LFI, l'ha bocciata, con solo 271 deputati favorevoli, contro una maggioranza necessaria di almeno di 289 voti per avere successo. I legislatori hanno poi votato una seconda mozione presentata dalla RN di Le Pen, ma anche questa non è stata all'altezza, con solo 144 deputati che hanno votato a favore.
Ma Lecornu non è ancora fuori pericolo. Per ottenere i voti di cui aveva bisogno, Lecornu ha ventilato la possibilità di annullare una delle riforme di punta ma più impopolari della presidenza Macron, che aumenterà gradualmente l'età pensionabile della Francia da 62 a 64 anni.
La proposta di Lecornu di sospendere la riforma delle pensioni del 2023 ha contribuito a convincere alcuni deputati dell'opposizione a decidere a malincuore di non sostenere gli sforzi per rovesciarlo, almeno per ora. Ma potrebbero cambiare rotta e sostenere qualsiasi futura mozione di sfiducia se non otterranno ciò che vogliono nei negoziati sul bilancio, che saranno sicuramente litigiosi.
Lecornu ha anche promesso di non utilizzare uno speciale potere costituzionale, l'articolo 49.3 della Costituzione, per far passare il bilancio in Parlamento senza l'approvazione dei legislatori, che è stato lo strumento che il governo di Macron ha utilizzato per imporre la riforma delle pensioni del 2023 nonostante una tempesta di proteste.
Costruire il consenso in Parlamento per aumenti delle tasse, tagli alla spesa e altre misure di bilancio per iniziare a frenare il deficit e il debito pubblico francese promette di essere estremamente difficile.