Cultura

Morto Giorgio Forattini: con la matita raccontò (a modo suo) l'Italia degli scandali e della politica

Redazione
 
Morto Giorgio Forattini: con la matita raccontò (a modo suo) l'Italia degli scandali e della politica

Ritrasse Spadolini sempre nudo, e con un ''pisellino'' piccolissimo seppure bene in in mostra, e mise camicia nera e stivaloni, di mussoliniana memoria, a Craxi. Ma anche un Berlinguer in giacca da camera e pipa, mentre da fuori giunge l'eco disturbante di proteste di piazza.
Giorgio Forattini, una delle matite più corrosive della satira, si è spento oggi all'età di 94 anni, a Milano.

Morto Giorgio Forattini: con la matita raccontò (a modo suo) l'Italia degli scandali e della politica

Per alcuni decenni i politici lo temevano, ma anche cercavano di ingolosire la sua attenzione, perché se arrivavi a diventare il centro di una vignetta di Forattini significava che ce l'avevi fatta.
L'elenco dei giornali per i quali ha lavorato è lungo, con i direttori che se lo contendevano perché una sua vignetta, quasi sempre sulla prima pagina (ad eccezione de La Repubblica), era un garanzia, per il lettore, ma anche per la testata. Certo alcune sue scelte apparivano strane, lui che era nato, giornalisticamente parlando, a ''Paese Sera'' per poi finire al Giornale, che era ideologicamente da tutt'altra parte.

Ma Giorgio Forattini è sempre andato avanti per la sua strada. Che era, appunto, la sua, che poteva andare avanti, deviare, fare conversioni, ma che lo facevano restare, nella considerazione generale, come la coscienza delle gente, quella che lo ha sempre apprezzato o che, almeno, ha fatto riflettere.

Nella sua personale ''galleria degli orrori'' tutti potevano avere il loro angolino.
Accanto a uno Giovanni Spadolini rubicondo, disegnato come il Bacco del Giardino dei Boboli, e ad un Bettino Craxi, in stivaloni e orbace sempre accigliato, c'erano altri ''schizzi'' rimasti nella storia per immagini della politica.

Giovanni Goria, che lui riteneva come un ectoplasma della politica, non aveva un volto, mentre Walter Veltroni fu perseguitato dall'immagine di ''uomo bruco'' che per lui Forattini aveva ideato.
Difficile sapere quante vignette Giorgio Forattini abbia disegnato. A spanne, almeno 14 mila, incluse quelle che finivano nei suoi libri.

Alcune sono rimaste nella memoria collettiva e, quindi, chi ne era il protagonista poteva gioirne, ma anche prendersela, legandosela al dito per l'eternità. Come l'Amintore Fanfani che, dopo la bocciatura del referendum contro il divorzio, fu effigiato come un tappo espulso da una bottiglia etichettata con un ''No''.

La sua matita sapeva anche diventare tagliente, come per le vignette su episodi di cruenta cronaca. Ad esempio le morti violente negli anni del terrorismo e delle proteste di piazza che raffigurava a modo suo, indicando quelli che per lui ne erano responsabili o colpevoli, per connivenza o ignavia.

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