Economia

Eni chiude 2024 con utile in calo ma distribuisce dividendi per 5 miliardi

di Andrea Luca
 

Eni chiude il 2024 con un utile netto adjusted in calo del 37% a 5,2 miliardi di euro, con una produzione di idrocarburi in aumento del 3%. L'utile operativo proforma adjusted ha mostrato un calo del 20% a 14,3 miliardi di euro.

Eni chiude 2024 con utile in calo ma distribuisce dividendi per 5 miliardi

Nel quarto trimestre è stato conseguito un utile operativo proforma adjusted di 2,7 miliardi e un utile netto adjusted di 0,9 miliardi. I risultati operativi e finanziari del gruppo nel 2024 superano le attese iniziali, spiega la societa, grazie all’efficace esecuzione della strategia.

L’accelerazione del programma di valorizzazione del portafoglio e il maggior contributo rispetto a quanto pianificato, fa sapere la società, hanno consentito di distribuire agli azionisti 5,1 miliardi di cassa attraverso i dividendi e l’esecuzione di un programma di acquisto di azioni proprie quasi raddoppiato a 2 miliardi, completato all’80%.

“Nel 2024 - ha commentato l'ad Claudio Descalzi (in foto) -, crescita e creazione di valore hanno raggiunto un livello di eccellenza, supportati dalla nostra struttura finanziaria e dalla disciplina nei costi. La nostra posizione di leadership nell’industria è frutto della competitività del portafoglio di attività e del coerente disegno gestionale e finanziario del modello satellitare, che ha concretizzato oltre 21 miliardi di valore d’impresa nel corso dell’anno. Continuiamo a estrarre valore dal nostro portafoglio di risorse, con E&P che ha conseguito un incremento del 3% nella produzione di gas e petrolio guidato dagli avvii di progetti organici e dall’integrazione di Neptune. Ne abbiamo accresciuto il valore attraverso la creazione di un nuovo satellite geograficamente focalizzato in combinazione con Ithaca Energy nel Mare del Nord, portando nel contempo avanti la dismissione di attività mature e non strategiche. La nostra esplorazione ha proseguito nel proprio percorso di risultati di assoluto rilievo, con 1,2 miliardi di boe di nuove risorse, che costituiscono la base per lo sviluppo futuro e aprono opportunità di monetizzazione anticipata delle scoperte, in linea con il nostro dual model. Il business della chimica, impattato dalle debolezze strutturali dell’industria europea, ha avviato un processo di ristrutturazione e di trasformazione che farà leva sulle nostre competenze tecnologiche nel costruire business caratterizzati da vantaggi competitivi nella transizione energetica e nell’economia circolare. Plenitude ed Enilive hanno entrambe conseguito gli obiettivi annuali in termini di Ebitda, nonostante il contesto di mercato sfidante, evidenziando il valore del nostro approccio focalizzato sul lungo termine. I risultati operativi sono stati eccellenti, come evidenziano la crescita della capacità installata di rinnovabili e delle lavorazioni. Applicando il nostro consolidato modello satellitare, stiamo avanzando nella realizzazione dei progetti CCS in Italia e nel Regno Unito, ponendo le basi per la creazione di un nuovo satellite legato alla transizione, facendo leva sulle nostre competenze distintive e sul posizionamento dei nostri asset. Questi eccellenti progressi strategici e operativi hanno consentito di realizzare 14,3 miliardi di utile operativo proforma adjusted e 13,6 miliardi di flusso di cassa adjusted, entrambi ben superiori alle nostre previsioni. Dopo aver finanziato 8,8 miliardi di investimenti organici, livello minore rispetto alle stime iniziali, la gestione ha reso disponibile un avanzo pari a circa 5 miliardi, in grado di coprire la remunerazione degli azionisti, che comprende un dividendo incrementato rispetto al 2023 e un ritmo accelerato nel programma di riacquisto di azioni proprie quasi raddoppiato a 2 miliardi. Inoltre, le nostre operazioni di portafoglio hanno consentito di traguardare un minimo storico nel rapporto d’indebitamento attestatosi su base proforma al 15%, che ci assicura la flessibilità finanziaria per continuare a investire nel business e a remunerare i nostri azionisti attraverso i cicli dell’industria”.

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