Economia

Ecofin, via libera ai dazi sui piccoli pacchi extra-Ue, l’Europa accelera

Redazione
 
Ecofin, via libera ai dazi sui piccoli pacchi extra-Ue, l’Europa accelera

L’Unione Europea cambia passo sulla concorrenza nel commercio online e interviene su uno dei fronti più delicati per la tenuta del retail europeo, l’importazione di piccoli pacchi a basso costo provenienti da Paesi extra-Ue.

Ecofin, via libera ai dazi sui piccoli pacchi extra-Ue, l’Europa accelera

Nel corso della riunione dell’Ecofin, i ministri dell’Economia hanno approvato la misura che abolisce la deroga ai dazi per le spedizioni di valore inferiore ai 150 euro, aprendo la strada a una regolazione più stringente dei flussi generati soprattutto dai colossi dell’e-commerce asiatico. L’entrata in vigore formale è prevista nel 2028, ma il Consiglio ha già concordato la possibilità di anticipare parte delle misure, un segnale chiaro della volontà politica di accelerare.

Per l’Italia si tratta di un risultato atteso e fortemente sostenuto. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha definito l’accordo “positivo e necessario”, ricordando come la concorrenza dei piccoli pacchi extra-Ue stia “distruggendo il commercio al dettaglio”. Il tema, già al centro della discussione dell’Eurogruppo sulla concorrenza sleale, è considerato strategico per riportare equilibrio tra marketplace online globali e operatori europei che scontano costi fiscali, normativi e logistici molto più elevati.

Sul fronte nazionale, l’Italia sta lavorando a una misura parallela, in pratica un prelievo fisso da 2 euro per ogni pacco leggero, fino a due chili, proveniente da Paesi extra-Ue. La proposta della maggioranza mira a intervenire subito su un fenomeno cresciuto a ritmi esponenziali, soprattutto grazie ai modelli ultra-competitivi di piattaforme come Temu e Shein, diventate in pochi anni protagoniste assolute dello shopping low cost nel nostro Paese. Il balzello servirebbe a recuperare coperture aggiuntive per la Manovra in discussione in Parlamento e avvicinare il quadro italiano alle norme europee in arrivo.

La nuova tassa, se approvata, inciderebbe direttamente sulla filiera logistica dei marketplace cinesi, basata su volumi elevati e costi compressi. Il divario di prezzo con i rivenditori europei si ridurrebbe, permettendo di riequilibrare una competizione che negli ultimi anni ha spostato una larga quota di consumi verso piattaforme estere. Sullo sfondo si muove anche il tema della trasparenza e della tutela dei consumatori, Shein è già stata sanzionata dall’Antitrust per messaggi ritenuti ingannevoli, mentre in Francia il brand è stato coinvolto in un’inchiesta su presunte bambole pedopornografiche. Episodi che hanno acceso ulteriormente il dibattito sulla necessità di controlli più rigorosi.

Nel frattempo, le ricerche di mercato testimoniano come la domanda italiana continui a orientarsi verso fast fashion, articoli low cost e micro-acquisti quotidiani, con Temu e Shein stabilmente nelle prime posizioni delle preferenze online. Il governo, però, non vuole frenare il consumo digitale, ma riportarlo in un perimetro competitivo più equo, dove gli operatori europei possano competere senza subire distorsioni strutturali.

Con l’ok dell’Ecofin, l’Europa imbocca dunque una strada destinata a ridisegnare gli equilibri dell’e-commerce internazionale. E l’Italia, che da tempo invoca un intervento, punta a giocare d’anticipo. Partire già dal 2025 significherebbe imprimere una svolta immediata in difesa del commercio interno e della concorrenza leale.

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