Economia

Draghi chiede all'Europa di ribaltare il suo paradigma economico: "Basta con culto dell'export e dei bassi salari"

Redazione
 
Un Mario Draghi a tutto campo quello che ha scelto il simposio annuale del Centre for Ecnomic Policy Research, che si è tenuto a Parigi, per incalzare l'Europa ad un cambio di indirizzo, che non consideri più come dogmi l'esportazione e l'applicazione di una politica salariale troppo attenta ai ''conti''.

Draghi chiede all'Europa di ribaltare il suo paradigma economico

''Le politiche europee - ha detto l'ex presidente del Consiglio - hanno tollerato una bassa crescita salariale come mezzo per aumentare la competitività esterna, aggravando il debole ciclo reddito-consumo, con la rinuncia a usare lo spazio fiscale per contrastare la debole domanda interna''. Per lui, però oggi, non è più sostenibile un modello che punti sulla domanda esterna, passando per la politica dei bassi salari.
Per Draghi, per rilanciare la crescita occorre puntare su riforme strutturali che vadano di pasi passi con politiche macroeconomiche. Per meglio spiegare il suo punto di vista, Draghi ha detto che dieci anni fa, quando si parlava di ''riforma strutturale'', ci si riferiva ''principalmente all’aumento della flessibilità del mercato del lavoro e alla compressione dei salari. Oggi significa aumentare la crescita della produttività senza dislocare il lavoro, ma piuttosto riqualificando le persone''.

''Se l’Ue emettesse debito congiunto - ha detto ancora Draghi -, potrebbe creare uno spazio fiscale aggiuntivo per limitare i periodi di crescita sotto il potenziale''. Per l'ex presidente del consiglio ''sarebbe confortante credere che questi problemi siano meno gravi di quanto sembrino e che, come continente ricco, l’Europa possa entrare in una fase di declino gestito. Ma la realtà è che non c’è nulla di confortevole in questa prospettiva''.
I conti sono quelli che sono: al tasso di crescita attuale, che è quello che aveva del 2015, n 25 anni l'economia europea avrà stessi numeri e dimensioni di quella odierna. Ma dovrà confrontarsi con un aumento generalizzato delle spese per pensioni, energia, difesa e rivoluzione digitale.
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