Dior ha concordato una serie di misure correttive per chiudere un'indagine dell'Autorità garante della concorrenza italiana volta a stabilire se il marchio del lusso e due delle sue divisioni abbiano tratto in inganno i consumatori con le loro dichiarazioni sulle condizioni di lavoro presso i suoi fornitori.
Dior accetta le critiche della autorità sulla concorrenza sullo sfruttamento del lavoro
Oggi l'authority ha affermato che le promesse fatte da Dior, di proprietà di LVMH, costituivano un rimedio adeguato per la possibile illegittimità e ha deciso di chiudere l'indagine "senza accertare alcuna violazione".
Tra gli impegni assunti da Dior rientra anche il versamento di 2 milioni di euro in cinque anni per sostenere iniziative volte ad aiutare le vittime dello sfruttamento lavorativo.
L'anno scorso la procura di Milano ha scoperto laboratori in cui lavoratori sottopagati, spesso immigrati clandestini, producevano borse in pelle che venivano poi vendute a Dior e Armani per una frazione molto più bassa del prezzo con il quale poi venivano vendute al dettaglio.
Ciò ha portato l'indagine antitrust italiana ad aprire un'inchiesta per verificare se i marchi del lusso avessero ingannato i consumatori, concentrandosi sulle discrepanze tra la realtà emersa dalle indagini del lavoro della giustizia e i messaggi dei marchi ai consumatori in termini di artigianalità e responsabilità sociale d'impresa.
Tra i rimedi, Dior si è anche impegnata a modificare le sue dichiarazioni di responsabilità etica e sociale e ad adottare procedure più severe per selezionare e monitorare i fornitori, ha affermato mercoledì l'autorità.
In una dichiarazione separata, l'azienda ha affermato: "Dior ha collaborato strettamente con l'Autorità per definire una solida serie di impegni che aumentino la trasparenza e rafforzino la supervisione lungo tutta la sua catena di fornitura".
L'associazione dei consumatori italiana Codacons ha affermato che l'esito dell'indagine è stato troppo permissivo, data la modesta entità degli impegni finanziari e il fatto che non è stata comminata alcuna multa.
L'anno scorso, i procuratori hanno nominato commissari per supervisionare le unità di Dior e Armani che hanno esternalizzato la produzione di borse, al fine di garantire che risolvessero i problemi della catena di approvvigionamento. Il regime di amministrazione controllata è stato revocato all'inizio di quest'anno.
La scorsa settimana, un tribunale ha sottoposto a amministrazione controllata per un anno un'unità del marchio di moda Valentino, dopo aver scoperto abusi sui lavoratori all'interno della sua catena di fornitura.