Economia

DAZN: ricavi in crescita, ma l’equilibrio finanziario è ancora lontano

Redazione
 

Il 2023 si è chiuso con numeri significativi per DAZN, ma la piattaforma continua a navigare in acque agitate dal punto di vista finanziario. Nonostante un incremento dei ricavi, l'azienda fatica infatti a coprire i costi, con perdite consistenti sia a livello globale sia nei singoli mercati, come quello italiano. Secondo i dati ufficiali riportati nel bilancio consolidato pubblicato sul sito GOV.UK, i ricavi globali di DAZN hanno raggiunto i 2,863 miliardi di dollari nel 2023, con una crescita del 30,3% rispetto ai 2,197 miliardi del 2022. Tuttavia, i costi operativi, spinti principalmente dai diritti televisivi, hanno toccato i 4,213 miliardi di dollari, portando le perdite complessive a 1,488 miliardi di dollari.

DAZN: ricavi in crescita, ma l’equilibrio finanziario è ancora lontano

La voce di spesa principale per DAZN rimane quella relativa ai diritti televisivi, che nel 2023 hanno raggiunto i 3,123 miliardi di dollari. E il futuro non promette una riduzione: fino al 2033, la piattaforma è impegnata per il pagamento di diritti che ammontano a 9,3 miliardi di dollari. A questi costi si aggiungono quelli generati dall’acquisizione di Eleven Sports, completata nel 2023, che ha comportato un aumento di circa 220 milioni di dollari. L’azienda ha cercato di ridurre altre spese, come quelle per contenuti e marketing (passate da 462 a 414 milioni di dollari) e il costo del personale (da 202 a 176 milioni di dollari).

Tuttavia, il personale è comunque aumentato del 12%, raggiungendo i 2.800 dipendenti. Nonostante questi sforzi, DAZN continua a registrare perdite consistenti, con un deficit complessivo di circa 7,7 miliardi di dollari negli ultimi cinque anni.
Da un punto di vista geografico, il business di DAZN è fortemente concentrato in Europa, Medio Oriente e Africa, che nel 2023 hanno generato ricavi per 2,285 miliardi di dollari. L’Asia e le Americhe, invece, rimangono marginali, rispettivamente con ricavi di 290 milioni e 287,7 milioni di dollari. I numeri degli utenti confermano questa disparità: sebbene DAZN dichiari circa 300 milioni di utenti mensili, il numero degli abbonati paganti è stimato in appena 20 milioni a livello globale. In Italia, la piattaforma rappresenta un caso emblematico delle difficoltà dell’azienda nel raggiungere un equilibrio economico. Il principale costo è rappresentato dai diritti per la Serie A, che ammontano a 700 milioni di euro annui, ai quali si aggiungono le spese per altre competizioni come la Liga e la Serie B.

Applicando lo schema dei costi globali di DAZN, si stima che le spese totali in Italia raggiungano i 930 milioni di euro all’anno. Le entrate, però, non coprono questi costi. Con circa 1,7 milioni di abbonati, che pagano in media 34 euro al mese, i ricavi da abbonamenti si aggirano intorno ai 600 milioni di euro, a cui si aggiungono circa 50-60 milioni provenienti dalla pubblicità. In totale, il fatturato italiano di DAZN è stimato sotto i 700 milioni di euro, lasciando un disavanzo di circa 200 milioni di euro all’anno.

Guardando al futuro, se per il 2024 i vertici della società prevedono un ulteriore aumento dei ricavi, fino a 3,4 miliardi di dollari, per il 2025 l’aspettativa è ancor più ambiziosa: oltre 6 miliardi di dollari, anche grazie alle entrate aggiuntive legate a Foxtel e al nuovo Mondiale per Club (che DAZN trasmetterà gratuitamente in tutto il mondo). Tuttavia, il cammino verso la sostenibilità finanziaria appare ancora lungo e incerto. Nonostante gli sforzi per ridurre i costi e incrementare le entrate, le perdite rimangono elevate e la piattaforma continua a dipendere dal sostegno finanziario dell’azionista di maggioranza, il gruppo Access di Len Blavatnik, che dal 2016 ha già investito quasi 7 miliardi di dollari.

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