La guerra delle tariffe che, scatenata da Donald Trump, rischia di fare schizzare i prezzi dei veicoli sta provocando timori per come il mercato del settore dell'automotive reagirà davanti ad uno scontato aumento dei listini.
Dazi: i rialzi dei prezzi delle vetture spingono a Wall Street i titoli dell'autonoleggio
Posto che, prima che i dazi abbiano efficacia, i venditori dovranno smaltire le vetture che hanno in giacenza, il mercato ragiona sul fatto che l'acquirente o chi aspira a diventare tale potrebbero essere prudenti e, valutando un aumento dei prezzi che potrebbe essere nell'ordine di migliaia di euro, dollari o sterline, rivolgersi all'autonoleggio.
Dall'altro lato dell'oceano si guarda a quanto potranno lievitare i prezzi delle auto importate, sulle quali Trump ha imposto dazi del 25 %, che rischiano di mettere fuori portata delle tasche delle persone normali quelle prodotte in Europa o da marchi stranieri che non sono presenti, a livello di stabilimenti, negli Stati Uniti.
Per questo, dicono gli analisti, quello dell'autonoleggio diventa una alternativa percorribile perché, chi non può acquistare, deve prendere in fitto.
A Wall Street ieri hanno scommesso proprio sull'effetto psicologico sul consumatore di questo accavallarsi di cifre e percentuali, tanto che i titoli dei grandi gruppi del noleggio hanno registrato un boom di acquisti, di cui sono stati i capofila Hertz e Avis, con guadagni rispettivamente del 22,6% e del 20,5%.
Che poi oggi i titoli abbiano avuto una ricalibratura era quasi scontato, anche se Hertz guadagnava l'1% Hertz, mentre il suo concorrente era poco sotto il valore del giorno prima, perdendo lo 0,5%.
Anche sui mercati europei questa tendenza ha avuto riflessi. A Francoforte il titolo Sixt Leasing si è lievemente apprezzato (+0,5%). Male, invece, a Milano Sicily By Car, le cui azioni sono arretrate del 2%.