Economia

Crisi della filiera pelle-calzature: export giù del 6,77%

Redazione
 

Le difficoltà che attraversano la filiera italiana della pelle e delle calzature, aggravate da un contesto economico internazionale complesso, stanno lasciando un segno profondo anche sul settore delle macchine per calzature, pelletteria e conceria. Questo è il quadro emerso dai dati di Assomac, l’associazione di categoria che rappresenta le aziende italiane del comparto, e che denuncia una crisi diffusa. Nei primi nove mesi del 2024, il settore ha registrato un significativo calo, con un mercato interno sotto pressione e un export in flessione del 6,77% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Crisi della filiera pelle-calzature: export giù del 6,77%

Dopo una stabilità apparente nel 2023, il 2024 si sta rivelando un anno critico. Pochissime imprese prevedono di chiudere l’anno con ordini superiori a quelli del 2023, mentre oltre il 78% delle aziende stima una chiusura in calo. Questi numeri evidenziano la necessità urgente di affrontare sfide strutturali e di trovare strategie per adattarsi a un mercato in rapida evoluzione. Il calo delle esportazioni è particolarmente evidente nel comparto delle macchine per calzature e pelletteria, che ha subito una contrazione del 22,45%. Una diminuzione influenzata soprattutto dal crollo dell’export verso mercati chiave come Francia (-36,21%) e Spagna (-69,25%), dove il calo dei volumi è stato drammatico. Più contenuta la flessione nel settore delle parti di ricambio (-3,99%), sostenuto in parte da una maggiore domanda proveniente dall’Asia (+6,33%) e dalle Americhe (+1,71%), che ha bilanciato la riduzione delle richieste europee. Anche il comparto delle macchine per conceria segue un trend negativo, in linea con l’andamento generale. Tuttavia, deboli segnali di resistenza si registrano nei mercati africano e asiatico, che mostrano una leggera capacità di assorbimento rispetto ad altre aree.

“La situazione attuale presenta sfide significative, ma il nostro settore ha dimostrato una grande capacità di adattamento. Restiamo competitivi grazie alla qualità e innovazione delle nostre tecnologie,” ha commentato Mauro Bergozza, presidente di Assomac. “Tuttavia, per mantenere e ampliare questa competitività, è fondamentale accelerare sugli investimenti in tecnologia avanzata, sostenibilità e Industria 5.0. In un contesto globalizzato, l’integrazione tra innovazione tecnologica e responsabilità ambientale è ciò che ci permetterà di continuare a essere un punto di riferimento nel settore.”

Proprio questi investimenti in tecnologie, uniti all’espansione di alcuni mercati emergenti, potrebbero essere la chiave per tornare a crescere nel 2025. Le prospettive indicano infatti una possibile stabilizzazione del settore, con una ripresa legata alla capacità delle imprese di rispondere alle richieste di una produzione più sostenibile e alla collaborazione con le istituzioni per il pieno utilizzo dei fondi dedicati a Industria 5.0. Il focus sullo sviluppo di tecnologie avanzate e sul rafforzamento delle partnership internazionali sarà cruciale per recuperare terreno nei mercati più maturi e per consolidare la presenza italiana a livello globale.

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