Economia

Confindustria, Orsini: “Abbiamo bisogno di 100mila lavoratori in più”

Redazione
 
Confindustria, Orsini: “Abbiamo bisogno di 100mila lavoratori in più”

Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, lancia l’allarme sottolineando la questione demografica che attanaglia il Paese: all'appello mancano 100mila lavoratori per sostenere l'economia italiana. Ormai si tratta di una priorità industriale al pari del nodo energia: «Settecentomila persone vanno in pensione e 400mila sono i neonati: già oggi abbiamo bisogno di 100mila persone di forza lavoro in più. E il problema della natalità non sarà solo italiano, ma europeo», sottolinea il leader degli industriali. «È per noi un tema fondamentale: abbiamo spinto tanto sul Piano Casa per attrarre le persone che hanno la necessità di spostarsi all'interno dell'Italia oppure - spiega - per chi viene dall'estero».

Confindustria, Orsini: “Abbiamo bisogno di 100mila lavoratori in più”

Il vicepremier Antonio Tajani ha scelto Milano per lanciare il "Piano industriale per l'Italia e per l'Europa" di Forza Italia con «l'obiettivo immediato di arrestare il declino» riunendo a confronto imprenditori e politici chiamati a raccolta, ed è a loro che si rivolge il presidente di Confindustria chiamando in causa anche l'Unione europea: «Non è possibile che non abbia una proposta per l'industria. E non so se tanti commissari siano convinti di mettere al centro le imprese», attacca Orsini: «È giusto produrre meno Co2, ma non possiamo nemmeno pensare di distruggere la nostra manifattura: serve un vero piano industriale per il Paese», concentrato sull'energia: «ciò che interessa a un imprenditore è aver pagato a gennaio 142 euro al megawattora, mentre l'anno scorso costava 100». Infatti, secondo un’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, se nel 2025 il prezzo medio del gas si attesta sui 50 euro al Megawattora, all’incirca le quotazioni attuali al Ttf di Amsterdam, il sistema produttivo italiano potrebbe dover fronteggiare un aggravio di costi pari a 14 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. A questi numeri si aggiunge un dato ancora più preoccupante: le bollette di energia elettrica e gas sono destinate a crescere di 13,7 miliardi di euro rispetto al 2024, raggiungendo complessivamente gli 85,2 miliardi di euro (di questi 65,3 miliardi per l’elettricità e 19,9 miliardi per il gas).

Precisazione necessaria, giacché il dibattito pubblico si concentra più sull’eventuale imposizione di dazi sull’Italia da parte dell’amministrazione Trump che su questa emergenza. Anche se l’export verso gli Usa vale 67 miliardi, la questione interessa 44mila imprese mentre l’energia riguarda tutti: produttori e consumatori. Ecco perché Confindustria ha lanciato da settimane un allarme esplicito: il costo dell’energia, già superiore del 30% rispetto alla Germania e dell’80% rispetto alla Spagna, sta penalizzando gravemente il sistema produttivo italiano.

Il nucleare di nuova generazione, tuttavia, potrebbe aiutare a ridurre i costi per le aziende, quindi Orsini offre al ministro Pichetto una soluzione per superare le resistenze di chi è contrario al nucleare nei territori amministrati: «Ci candidiamo a mettere i mini reattori nucleari nelle nostre aziende, se avete problemi con i sindaci: noi facciamo comunità energetica, perché per noi l’energia è fondamentale per tenere in piedi le aziende», sottolinea il presidente di Confindustria che tuttavia si dice «consapevole» dei tempi: «Siamo consapevoli che serviranno circa otto anni per arrivare ad avere energia nucleare disponibile. La questione dei dazi ci mette ovviamente molto in difficoltà, ma è anche vero che il mercato può correre se avrà le stesse regole. Mi auguro che il negoziato possa dare dei frutti e che l’Italia possa non subire effetti negativi dagli eventuali dazi allo studio del neo presidente statunitense Trump».

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