Esteri

Cina: le promesse del governo non convincono gli investitori

Redazione
 
Il brutto andamento oggi dei mercati azionari cinesi sembra riflettere la delusione degli investitori sulle conclusioni dell'incontro che, a Pechino, ai massimi livelli, ha preso in esame l'andamento dell'economia, ipotizzando le misure per rilanciarla. Le prospettive non hanno convinto gli investitori, tanto che l’indice Hang Seng di Hong Kong è sceso dell′1,83% nell’ultima ora di contrattazione, mentre il CSI 300 della Cina continentale ha perso il 2,37% e ha chiuso a 3.933,18.

Cina: le promesse del governo non convincono gli investitori

E dire che i media statali hanno celebrato l'esito positivo della riunione e dei piani che, nel suo ambito, sono stati decisi per dare all'economia zoppicante del Paese gli stimoli necessari per riprendere a camminare.
Le misure che i vertici del Partito comunista, e quindi dello Stato, hanno l'obiettivo di stimolare l'economia, passando, per come ha chiesto il presidente Xi, per una politica fiscale proattiva, per l’aumento del deficit e per l’emissione, il prossimo anno, di emissioni ancora più lunghe.

Sembra evidente, a detta degli analisti, che il richiamo ad una politica monetaria ''moderatamente accomodante'', come non accadeva dalla crisi globale del 2008, è il segnale della consapevolezza dei problemi dell'economia del Paese, anche guardando ai bellicosi programmi degli Stati Uniti, soprattutto quelli che vorrà adottare Donald Trump una volta tornato alla Casa Bianca.
Dall'analisi degli esiti della riunione di ieri, appare scontato che che il governo confermerà l'obiettivo di crescita intorno al 5%, lo stesso di quest’anno.

Ma resta l'incertezza perché, se è abbastanza chiaro come la Cina vuole rilanciarsi economicamente, meno è con quale impegno, non essendo ancora definita la dimensione delle misure di stimolo. Che probabilmente si conosceranno solo dopo che gli Stati Uniti annunceranno tariffe sulle esportazioni cinesi.
Nella sua riunione di lunedì il Politburo (il massimo organismo politico cinese) ha promesso di implementare strumenti fiscali ''più proattivi'' e politiche monetarie ''moderatamente accomodanti'' nel 2025, intensificando, riferiscono i media statali, ''aggiustamenti anticiclici non convenzionali'' per incrementare i consumi interni ''su tutti i fronti''.
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