Economia

Carbone, AIE: nel 2024 massimo storico del consumo, 8,7 miliardi di tonnellate

Redazione
 

In un mondo sempre più alla ricerca di soluzioni sostenibili, il carbone sembra godere di una vitalità inaspettata. Le stime per il 2024 rivelano un consumo mondiale destinato a toccare un nuovo massimo storico di 8,7 miliardi di tonnellate. A confermarlo è un rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE), che attribuisce questo aumento alla crisi globale del gas scaturita dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
La ripresa del carbone, dopo il crollo durante la pandemia globale di Covid, sta portando il consumo di combustibile fossile a un nuovo picco, si legge nel rapporto. La crisi del gas, innescata dal conflitto ucraino, ha portato a un'impennata dei prezzi globali, spingendo molti Paesi a ricorrere al carbone come alternativa più economica per la produzione energetica.

Carbone, AIE: nel 2024 massimo storico del consumo, 8,7 miliardi di tonnellate

''Dalla produzione al commercio di carbone, il settore ha registrato livelli record'', ha spiegato Keisuke Sadamori, direttore dei mercati energetici e della sicurezza dell'AIE. Tuttavia, l'agenzia prevede che questa tendenza non rappresenti una crescita senza fine, ma piuttosto un plateau destinato a perdurare fino al 2027.
Sadamori ha aggiunto che ''la La rapida implementazione di tecnologie di energia pulita sta rimodellando il settore elettrico globale, che rappresenta due terzi dell'uso mondiale di carbone. Di conseguenza, i nostri modelli mostrano che la domanda globale di carbone si stabilizzerà fino al 2027, nonostante il consumo di elettricità aumenti bruscamente''. Tuttavia, ha sottolineato, ''i fattori meteorologici, in particolare in Cina, il più grande consumatore di carbone al mondo, avranno un impatto importante sulle tendenze a breve termine della domanda. Anche la velocità con cui cresce la domanda di elettricità sarà molto importante nel medio termine''.

La Cina rimane il principale attore nel mercato del carbone, con una domanda che, secondo le previsioni, crescerà dell'1% nel 2024, raggiungendo il record di 4,9 miliardi di tonnellate. Questo livello di consumo è superiore del 30% rispetto a quello del resto del mondo messo insieme. L’India, altro gigante in crescita, dovrebbe vedere un aumento della domanda di oltre il 5%, portandola a 1,3 miliardi di tonnellate, una soglia storicamente raggiunta solo dalla Cina.
Mentre la Cina spinge sull'uso del carbone per mantenere il passo con la crescente domanda energetica interna, l’India sta espandendo il proprio utilizzo di carbone per alimentare lo sviluppo economico. Tuttavia, la transizione verso fonti rinnovabili potrebbe mitigare parzialmente questa tendenza nei prossimi anni. Negli Stati Uniti e nell'Unione Europea, la produzione di energia elettrica dal carbone ha già superato il suo picco e sta diminuendo costantemente. Secondo l'AIE, nel 2024 si prevede un calo rispettivamente del 5% e del 12% nei due blocchi.

Nel Regno Unito, il carbone è ormai quasi scomparso dal panorama energetico: l'ultima centrale a carbone, situata a Ratcliffe-on-Soar, ha cessato la produzione a settembre 2023, anticipando la scadenza fissata dal governo per il 2024. Entro il 2025, si prevede che 13 gigawatt della capacità produttiva alimentata a carbone negli Stati Uniti saranno dismessi o convertiti a gas naturale, una testimonianza del progresso della transizione energetica oltre Atlantico. Di contro, l’Australia, quinto produttore mondiale di carbone, mantiene un alto livello di esportazioni, spinta da ricavi elevati. Con un prezzo di circa 129 euro a tonnellata – quasi il 50% in più rispetto ai livelli pre-Covid – il carbone rimane un prodotto economicamente vantaggioso. Diversa la strategia dell’Indonesia, altro grande esportatore, che punta a una transizione più rapida verso l’energia pulita.

Durante il vertice del G20 in Brasile, il presidente Prabowo Subianto ha annunciato un piano per eliminare gradualmente l’uso di combustibili fossili entro 15 anni, con l’obiettivo di costruire 75 gigawatt di energia rinnovabile, sfruttando le risorse geotermiche del Paese. Obiettivo poi definito ''irrealizzabile'' e un ''suicidio industriale e politico''. Nonostante i segnali contrastanti provenienti dalle diverse aree geografiche, il carbone rimane dunque un pilastro del mix energetico globale. Tuttavia, l’espansione delle energie rinnovabili e la crescente consapevolezza climatica potrebbero modificare lo scenario nei prossimi anni. Secondo il rapporto dell’AIE, il previsto boom delle rinnovabili dovrebbe frenare l’uso del carbone entro la fine del decennio, anche se la domanda di elettricità continuerà ad aumentare nei Paesi in via di sviluppo. “I prossimi anni saranno cruciali per definire il futuro energetico globale,” ha concluso Sadamori. Mentre il carbone continua a rappresentare una risorsa strategica per molti Paesi, la transizione verso fonti di energia più pulite potrebbe essere la chiave per conciliare crescita economica e sostenibilità ambientale.

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