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Lo show di Capodanno della Rai, tra parolacce e uno spettacolo improponibile

Redazione
 
Lo show di Capodanno della Rai, tra parolacce e uno spettacolo improponibile

Bisogna essere onesti: lo spettacolo di fine anno proposto dalla Rai è stato ai limiti della decenza. E, tanto per dirla a chiare lettere, non solo perché qualcuno - Angelo Sotgiu, la parte maschile dei Ricchi e Poveri - colto da un raptus difficilmente giustificabile, ha insultato i fonici dicendo che il suo microfono era spento, quando invece era aperto. Come hanno potuto verificare milioni di spettatori che hanno sentito, chiaramente, il Ricco e Povero etichettare come ''teste di c...'' gli incolpevoli tecnici.

Lo show di Capodanno della Rai, tra parolacce e uno spettacolo improponibile

No, non è stato questo il peggio della serata trasmessa da Reggio Calabria, anche se, pur dando a tutti una giustificazione per sbroccare, non si lo può consentire a professionisti che, peraltro, gratificano di insulti dei lavoratori che, anche se avessero sbagliato, non meritavano di essere coperti di improperi da chi ha ceduto all'isteria, manco fosse chissà quale gigante della musica.
Quel ''teste di c...'' urlato a pieni polmoni è stata la ciliegina sulla torta di uno show indecoroso, non nelle finalità, quanto perché ha riproposto lo stesso schema degli anni precedenti, chiamando ad esibirsi cantanti che hanno eseguito brani vecchi non di qualche anno, ma di parecchi decenni, nella riproposizione di un canone - si stava meglio prima - in cui la nostalgia la fa da padrone. Per dirla come Guido Gozzano, quell'atmosfera di aria stantia, polvere e ricordi che ricorda ''le buone cose di pessimo gusto''.

Proposte che se andavano bene trent'anni fa e anche più, oggi mostrano le crepe di una proposta, artistica o di semplice spettacolo, che non è più accettabile, perché il mondo va avanti, così come i gusti. Ma di questo in Rai sembrano poco interessarsi.
La sera di Capodanno, senza scende nel particolare di chi ha fatto cosa, abbiamo visto di tutto. Come l'uso spregiudicato del playback, che è insultante se ripetuto da più artisti.

Con punte di comicità involontaria, come quando qualcuno, dal palco, mentre la base registrata con la sua voce andava tranquillamente avanti, si allontanava dal microfono per dialogare con la gente.
Un modo di fare spettacolo che abbia veramente a cuore il gradimento della gente non dovrebbe fare questo, perché la serata di Capodanno è una delle occasioni di maggiore audience e quindi merita di essere allestita con rispetto verso la gente, che può anche applaudire - complice l'occasione -, ma non può certo fare finta di non capire che quello che ha davanti e che magari venti o trent'anni fa era un idolo, oggi è solo qualcuno che muove la bocca solo per finzione. Mentre i cosiddetti giovani hanno preferito cantare ''veramente'' per rispetto verso gli spettatori, prima ancora che verso il loro essere artisti. Come Diodato, Ermal Meta, Alex Britti e Big Mama hanno dimostrato.

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