Alcune eredità ti fanno ricco, altre di mettono nei guai. Altre ancora te le scegli.
Sembra essere quest'ultimo il caso di giovane calciatore, che milita nella Juve Stabia (serie B) e che ieri ha messo a segno un gol decisivo nella vittoria con il Cesena.
Il ragazzo si chiama Romano come il nonno. Il cognome dovrebbe essere Floriani (quello del padre), ma lui preferisce quello della madre, Alessandra Mussolini, nipote del Duce.
Sin qui siamo nel campo delle dinamiche familiari.
Calcio e dintorni: un Mussolini come i diamanti, è per sempre
Perché se vuoi essere identificato con il nome della mamma, piuttosto che con quello di papà, padronissimo di farlo. Il problema è che se tu sei un esterno di fascia - quindi giochi in un ruolo che non è quello di chi deve segnare una rete - e riesci a fare un gol, peraltro quello della vittoria, e lo stadio (o almeno una buona fetta di esso) grida a gran voce ''Mussolini'', sotto l'incitamento dello speaker, la cosa assume un profilo e, quindi, un valore diverso.
Anche perché, riferisce qualche giornale, a sentire tanta gente scandire quel cognome, in molti hanno pensato di sottolineare il loro senso di appartenenza a qualcosa che con lo sport non dovrebbe entrarci, salutando il loro beniamino con il braccio teso, in una postura che non si vedeva su un campo di calcio da quando le Furias Rojas, i calciatori della nazionale spagnola, venivano accolti al grido di ''Eia, alalà, alalà, España''.
Bisogna, a questo punto, dare a Cesare quel che è di Cesare e spiegare che annunciare il marcatore come ''Mussolini'', incitandone la celebrazione, non è stata una estemporanea iniziativa dello speaker dello stadio stabiese, ma il rispetto di un desiderio del calciatore (di proprietà della Lazio), di essere chiamato con il cognome materno, e non con quello del padre.
E il forte legame tra il figlio e cotanta madre è stato ribadito alla corsa che Romano Mussolini ha fatto fino ai piedi della tribuna dove Alessandra Mussolini aveva assistito raggiante all'impresa del ragazzo.