Economia

Caffè alle stelle: clima, costi e speculazione fanno impennare i prezzi

 

Negli ultimi mesi, il prezzo del caffè sui mercati internazionali ha subito un'impennata significativa, più che raddoppiando rispetto ai valori precedenti. Un aumento che ha avuto ripercussioni lungo tutta la filiera: dai coltivatori ai distributori, fino ai consumatori finali, che oggi pagano di più per la loro tazzina di espresso al bar.

Caffè alle stelle: clima, costi e speculazione fanno impennare i prezzi

Uno dei principali responsabili di questo aumento è il cambiamento climatico, che ha avuto un impatto devastante sulle principali aree di produzione. Per esempio il Brasile, il più grande esportatore mondiale, ha registrato gelate improvvise e lunghi periodi di siccità, che hanno compromesso gravemente la crescita delle piante. Anche il Vietnam, leader nella produzione di caffè robusto, ha dovuto affrontare piogge eccessive che hanno danneggiato i raccolti e reso più difficile la lavorazione dei chicchi.

Questi eventi estremi hanno determinato un calo della produzione e, di conseguenza, un aumento dei costi lungo tutta la filiera. In pratica, con meno caffè disponibile sul mercato, i prezzi sono saliti vertiginosamente, mettendo in difficoltà sia i coltivatori che i consumatori. Oltre alle problematiche climatiche, i produttori di caffè devono affrontare costi sempre più elevati. L'aumento del prezzo dei fertilizzanti, la necessità di pratiche agricole più sostenibili e l'incremento dei salari per la manodopera stanno rendendo la produzione sempre più onerosa.

Molti coltivatori stanno investendo in sistemi di irrigazione più efficienti e tecnologie per proteggere le piante dalle malattie, ma senza risorse adeguate molte aziende, soprattutto le più piccole, faticano a sopravvivere. Questa situazione ha generato un circolo vizioso: i costi di produzione aumentano, i piccoli produttori chiudono, la disponibilità di caffè si riduce e i prezzi continuano a salire. Un altro fattore che sta contribuendo all'aumento del prezzo del caffè è la speculazione finanziaria. Il caffè è una delle materie prime più scambiate nei mercati globali, trattato nelle Borse di New York e Londra attraverso contratti futures.

Gli investitori acquistano e vendono questi contratti non per consumare il caffè fisicamente, ma per scommettere sulla sua crescita o sul suo calo di valore. Quando si verificano eventi climatici avversi o crisi logistiche, i trader acquistano massicciamente contratti futures, facendo impennare i prezzi. Al contrario, quando prevedono una ripresa della produzione, le vendite speculative possono causare crolli improvvisi dei prezzi, mettendo in difficoltà i produttori che avevano fatto affidamento su quotazioni più alte. Anche il valore del dollaro USA gioca un ruolo chiave in queste dinamiche, poiché il caffè viene scambiato in dollari, un rafforzamento della valuta rende il prodotto più costoso per i paesi importatori, influenzando la domanda e l'andamento del mercato.
Il risultato, è una filiera impazzita, con le torrefazioni e le catene di distribuzione che per non compromettere i margini di guadagno trasferiscono l'aumento dei costi sui consumatori finali, con conseguente incremento del prezzo sia della tazzina nei bar che della confezione di caffè nei supermercati.

Andrea Illy, presidente di Illycaffè, ha in un'intervista a Class CNBC avverte: “La tazzina è già aumentata e continuerà ad aumentare. Bisogna anche guardare l'altra faccia della medaglia: il prezzo attuale non è etico, poiché non remunera adeguatamente né i lavoratori nei bar italiani né i 12,5 milioni di micro-agricoltori nei paesi produttori, molti dei quali vivono sotto la soglia di povertà. Gli aumenti dovranno servire per rendere più remunerativo il lavoro di tutti e per investire in soluzioni per contrastare il cambiamento climatico, una delle cause principali di questa crisi”. Anche Goppion Caffè, storica torrefazione di Preganziol (Treviso), ha sottolineato l'importanza di una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori. “Il rialzo del prezzo del caffè non è una semplice questione di marginalità per baristi e torrefattori. Crediamo sia necessario promuovere la cultura del caffè, al pari di quanto si fa per il vino e il cibo", si legge in una lettera aperta dell'azienda.

"Chiediamo un'unione di forze: i baristi devono spiegare ai clienti il valore del prodotto, mentre le torrefazioni devono dimostrare che l'aumento dei prezzi non è pura speculazione, ma una necessità legata all'incremento dei costi lungo tutta la filiera”.

La questione del prezzo del caffè è arrivata anche all'attenzione delle istituzioni. Il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni, ha annunciato un impegno del Governo per trovare soluzioni concrete: “La Lega lavorerà per tutelare la filiera del caffè, che è in balia di pochi grandi operatori. Le piccole e medie imprese italiane, che rendono il nostro caffè uno dei prodotti più apprezzati al mondo, devono essere protette”, ha detto Carloni ha evidenziando anche i rischi della speculazione e delle normative europee in arrivo: “Scarsità del prodotto, difficoltà logistiche legate al Canale di Suez, speculazione mondiale e nuove regolamentazioni UE stanno aggravando la situazione. La nostra priorità sarà evitare che questi fattori penalizzino ulteriormente il settore”.

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