Economia
Banca Generali, utile netto a 314,6 milioni e masse record oltre i 110 miliardi. Mossa guarda al futuro con fiducia
Redazione

Banca Generali chiude i primi nove mesi del 2025 confermando solidità patrimoniale e capacità di crescita nonostante mesi complessi segnati dall’offerta pubblica di scambio promossa da Mediobanca, poi decaduta lo scorso agosto. L’utile netto consolidato si è attestato a 314,6 milioni di euro, in calo del 7% rispetto ai 338,6 milioni del 2024, ma l’utile netto ricorrente, parametro che esclude componenti straordinarie, è salito a 273,8 milioni, con un progresso del 7%, rappresentando l’87% del totale e raggiungendo il livello più alto di sempre.
Banca Generali, utile netto a 314,6 milioni e masse record
A trainare la redditività sono state le commissioni nette ricorrenti, pari a 388 milioni di euro (+10%), e il margine d’interesse di 242,8 milioni (+2%), sostenuto dalla crescita della raccolta retail. Le masse totali gestite e amministrate hanno superato il traguardo storico dei 110,1 miliardi di euro, con un incremento del 9% su base annua, mentre la raccolta netta da inizio anno ha toccato 5,6 miliardi, in aumento dell’8%. Solo nel mese di ottobre, la raccolta ha superato 1,18 miliardi, spinta dal successo dei contenitori finanziari e dei fondi di casa.
L’amministratore delegato Gian Maria Mossa (in foto) ha sottolineato come la banca abbia “chiuso un trimestre in crescita sostenuta dalla forza della rete e dal rinnovato interesse per le soluzioni gestite”, evidenziando il ritorno alla piena operatività dopo il periodo di incertezza legato all’OPS Mediobanca. “Abbiamo superato i 110 miliardi di masse, ha detto, e i risultati riflettono la solidità del nostro modello e la fiducia dei clienti”.
Nel dettaglio, il margine di intermediazione si è mantenuto stabile a 722,6 milioni di euro, con una qualità più robusta della composizione dei ricavi. Le commissioni di investimento sono cresciute del 7,1% a 721,5 milioni, mentre le altre commissioni bancarie e di negoziazione hanno segnato un incremento del 13,1%, grazie anche al contributo di Intermonte, che ha generato 23,9 milioni nelle attività di trading e corporate advisory.
I costi operativi sono saliti a 252,6 milioni (+20%), includendo 26,3 milioni legati al consolidamento di Intermonte, al netto di tale effetto, l’aumento si riduce al 7,5%, principalmente per gli investimenti in tecnologia, intelligenza artificiale e progetti di insurbanking. Il Cost/Income ratio si è attestato al 35,5% escludendo le componenti straordinarie, confermandosi su livelli di eccellenza nel panorama bancario.
Sul fronte patrimoniale, la banca mantiene una posizione di capitale e liquidità molto solida, con un CET1 ratio al 17,4%, un Total Capital Ratio al 19,4%, e indicatori di liquidità ben oltre i requisiti regolamentari (LCR al 328% e NSFR al 235%).
Banca Generali guarda ora alla crescita, puntando su due direttrici strategiche, l’integrazione di Intermonte, destinata a generare fino a 15 milioni di ricavi aggiuntivi nel 2026, e lo sviluppo del progetto di insurbanking con Alleanza, che potrebbe contribuire con 40-50 milioni di ricavi netti entro il 2030. Mossa ha rimarcato come “le nuove partnership e la spinta sull’innovazione tecnologica, inclusa l’intelligenza artificiale, rafforzeranno la redditività e la competitività del gruppo”.
Con un utile ricorrente in crescita, masse record e una rete commerciale sempre più internazionale, grazie anche al recente ingresso di tre consulenti di alto profilo in Svizzera, Banca Generali consolida la sua posizione di leadership nel private banking italiano, guardando ai prossimi mesi con ottimismo e fiducia.