Attualità

Animali: un carlino per amico

Barbara Leone
 

Esiste una razza canina che, più di ogni altra, ha saputo sedurre e incantare personalità di ogni epoca e rango: il carlino. Elegante, buffo, leale e irresistibilmente affettuoso, questo piccolo molossoide ha attraversato i secoli conquistando il cuore di imperatori, sovrani e celebrità.

Animali: un carlino per amico

Originario della Cina, era il compagno prediletto degli imperatori della dinastia Qing, tanto da ricevere un trattamento pari a quello riservato alle consorti reali. La sua diffusione in Europa avvenne grazie ai mercanti della Compagnia delle Indie, che ne fecero dono alle più alte corti del continente. La regina Vittoria, grande amante degli animali, allevò personalmente diversi esemplari, contribuendo a rendere la razza celebre in tutto il mondo. Anche Giuseppina Bonaparte, Maria Antonietta, i Duchi di Windsor e, più recentemente, personaggi dello spettacolo come Robin Williams e Jessica Alba, hanno condiviso la loro vita con questi irresistibili compagni.

Il carlino ha un’aura nobile e affascinante, ma al di là del suo aspetto carismatico si cela una realtà meno conosciuta: molti di questi cani finiscono abbandonati, trascurati o lasciati al proprio destino a causa delle particolari esigenze della razza.

Ed è qui che entra in gioco la straordinaria storia di Cheryl Gaw. Nel cuore del Sudafrica, questa donna ha consacrato la propria vita a una missione speciale: salvare, curare e ridare dignità ai carlini abbandonati.
Cheryl Gaw, oggi sessantatreenne, ha dato una nuova possibilità a più di 2.500 carlini nel corso degli anni. Un’impresa che ha richiesto dedizione assoluta, sacrifici personali e un amore sconfinato per questi piccoli compagni a quattro zampe.

Tutto ebbe inizio nel 2008, quando il marito di Cheryl, Malcolm, le regalò un carlino. Da quel momento, la loro casa si trasformò in un rifugio per carlini bisognosi. In breve tempo, la coppia si ritrovò ad accogliere sempre più cani: nel primo anno fornirono ospitalità temporanea a ben 60 esemplari. A un certo punto, ne avevano addirittura 19 sotto lo stesso tetto, un numero insostenibile per un’abitazione privata.

Nel 2010, il bisogno di strutturare meglio l’attività di soccorso li spinse a fondare il Pug (come inglese della razza) Rescue South Africa a Johannesburg. Cheryl e Malcolm vendettero la loro casa e vissero per un periodo in una roulotte, rinunciando alla loro vita precedente per potersi dedicare completamente ai carlini in difficoltà. “Non era nei piani”, racconta alla CNN Cheryl, “ma alla fine hanno vinto loro”.

Oggi, il centro ospita circa 200 carlini, ognuno con una storia fatta di sofferenza e speranza. Alcuni sono stati abbandonati, altri sono arrivati al rifugio in condizioni di salute precarie, molti sono stati lasciati dai proprietari che non potevano più prendersene cura a causa degli elevati costi veterinari. La quotidianità al Pug Rescue South Africa è scandita da una rigorosa routine.

Alle 5:15 del mattino, i cani si svegliano e vengono fatti uscire dai cottage dove dormono, suddivisi per età e temperamento. Segue la colazione, la somministrazione delle medicine per chi ne ha bisogno, il momento del gioco e della toelettatura.
A mezzogiorno arrivano gli spuntini, poi il riposo pomeridiano, un’altra sessione di gioco e infine la cena.

Entro le 19:00 tutti i carlini tornano nelle loro stanze. Il personale del centro lavora senza sosta per mantenere l’ordine e garantire che ogni cane riceva le cure necessarie. Ma non mancano le sfide.
A cominciare dalla parcella veterinaria annua, che si aggira intorno ai 40.000 dollari. Per non parlare dei nuovi carlini bisognosi che ogni giorno bussano alla porta del rifugio: un via vai continuo, perché all’abbandono umano (e alla cattiveria) non c’è mai fine. Anche quando si parla di cani di razza, pagati presumibilmente un occhio della fronte con un prezzo che va dai 700 fino ai 2000 euro a seconda del pedigree.

Il motivo? Sono cani molto delicati. Perché il loro caratteristico muso schiacciato, che tanto li rende adorabili, è anche la causa di problemi respiratori e di frequenti infezioni agli occhi e alle orecchie. Il che vuol dire dovergli star dietro costantemente, con attenzioni e cure particolari. "Chiunque voglia adottare un carlino deve essere preparato ai costi veterinari", avverte Cheryl. E poi, ironicamente aggiunge: “E ai peli. Tantissimi peli”. Pur essendo cani a pelo corto, infatti, i carlini ne perdono a quintalate. Se siete schizzinosi o maniaci della pulizia, quindi, lasciate perdere.

E però, spese veterinarie e peli a parte, chiunque ne abbia avuto uno sa quanto possa essere un compagno straordinario. Sono cani dal temperamento dolce, protettivo e leale, dotati di una sensibilità sorprendente. Amano il contatto fisico, tanto da risultare quasi “appiccicosi”, e soffrono profondamente la solitudine.

Non è il cane adatto a chi trascorre poco tempo in casa: un carlino lasciato solo troppo a lungo può sviluppare ansia e persino depressione. Ma sono anche intelligenti e caparbi, con una sorprendente capacità di apprendimento e una memoria di ferro.

Dotati di un senso dell’umorismo innato, questi piccoli “clown del mondo canino” riescono sempre a strappare un sorriso. E quando la giornata finisce, il loro passatempo preferito resta acciambellarsi sul divano accanto al padrone, russando dolcemente come un gatto. La loro fedeltà, poi, è straordinaria. Leggendaria quella del carlino Pompei, che nel 1573 salvò la vita al principe Guglielmo I d’Orange abbaiando per avvertirlo di un’imboscata. E, sebbene oggi non ci sia più bisogno di sventare complotti, questi simpatici pelosetti continuano a essere vigili e protettivi nei confronti delle loro famiglie umane.

Come tutti i cani, poi, sono capaci di donare un amore incondizionato e senza confini. Un amore spesso, troppo spesso, oltraggiato e tradito dall’umano di turno. Per fortuna, al mondo esistono anche tante Cheryl. La sua è una storia speciale, ma non è l’unica: sono molte le persone che, con amore e dedizione, si prendono cura degli animali più sfortunati, spesso lontano dai riflettori, senza cercare riconoscimenti. Sono anime gentili, che ci ricordano ogni giorno quanto siano preziose l’empatia e il rispetto.

Perché i cani non sono solo cani. Sono compagni di vita, custodi silenziosi delle nostre fragilità e dei nostri tormenti. I primi a correre incontro alla nostra felicità, e gli ultimi ad abbandonarci nei momenti difficili. Ci amano senza condizioni, senza aspettative, senza giudizio. Nei loro occhi c’è un universo di lealtà a noi sconosciuto, nei loro gesti una dedizione pura e assoluta. Sanno ascoltarci anche quando non parliamo, riempiono i silenzi con la loro presenza e ci insegnano ogni giorno il valore della semplicità.

Come dico sempre, sono “angeli” con la coda, cui basta il nostro esserci per essere felici. Perché, parafrasando lo struggente film “Io & Marley”, “Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati. Un bastone marcio per lui è sufficiente, a un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido, se gli dai il tuo cuore lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone ti fanno sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire straordinario?”.

Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
31/01/2025
Redazione
Un gruppo di Paesi lancerà una campagna per proteggere e sostenere le sentenze della Corte...
31/01/2025
Barbara Leone
Esiste una razza canina che, più di ogni altra, ha saputo sedurre e incantare personalità ...
31/01/2025
Redazione
Nello scontro tra centro-destra e i magistrati ci sono in gioco i poteri dello Stato
31/01/2025
Barbara Bizzarri
Bodyshaming: il lato oscuro della danza