L’impegno economico per affittare una casa è aumentato significativamente nell’ultimo anno, passando dal 26 al 30% del reddito familiare, secondo un’analisi condotta da idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia, sui dati del quarto trimestre 2024.
Affitti in aumento: nel 2024 il peso sul reddito sale al 30%
Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista, ha commentato: "I mercati delle compravendite e degli affitti sono strettamente legati. Entrambi hanno vissuto un periodo di stagnazione, causato dall’aumento dei tassi d’interesse e dall’aumento dei canoni di affitto. Questa situazione ha generato un’impasse: molti inquilini, di fronte a condizioni sfavorevoli per l’acquisto, hanno preferito rimanere nelle abitazioni in affitto in attesa di condizioni migliori, bloccando così la normale circolazione dell’offerta immobiliare. Tuttavia, la recente riduzione dei tassi da parte della BCE ha dato nuova spinta al mercato delle compravendite, riducendo lo sforzo economico per acquistare casa. Ci aspettiamo che questo cambiamento, insieme all’aumento dell’offerta di abitazioni in affitto, già visibile negli ultimi mesi grazie al fatto che molti inquilini hanno scelto di acquistare liberando così abitazioni, contribuisca a frenare l’aumento dei canoni. In questo modo, si creeranno condizioni più favorevoli per chi decide di affittare, soprattutto nei principali mercati urbani, dove le famiglie stanno affrontando impegni economici ben oltre la soglia di sostenibilità economica”.
Di contro, lo sforzo richiesto per l’acquisto è diminuito, scendendo al 18%. La ricerca evidenzia che in ben 17 province italiane il canone di affitto supera il 30% delle entrate familiari, un dato che suggerisce una crescente difficoltà per le famiglie nell’affrontare il mercato degli affitti. Firenze è la città in cui la percentuale del reddito familiare destinata all'affitto è la più alta, arrivando al 48%. Seguono Napoli con il 47%, Como con il 36%, Roma e Venezia con il 41% ciascuna, e Milano con il 40%. In queste città, le richieste dei proprietari superano la soglia del 30% del reddito familiare destinato all'abitazione. Seguono Massa (34%), Vicenza (32%), Verbania (32%) e Bologna (31%) si collocano sopra la media nazionale del 30%, alla quale si allineano Verona e Barletta.
Negli altri capoluoghi, l’impegno economico per l'affitto è inferiore alla media nazionale, con percentuali che variano dal 29% di Brescia, Cagliari, Padova e Bolzano al 13% di Terni e Vibo Valentia. Nel secondo trimestre, più della metà dei centri monitorati ha registrato aumenti, con le crescite più significative a Napoli (+9%), Como (+8%), Roma e Lucca (+6%), Firenze (+5%), Torino e Genova (+4%), Bologna (+3%). Milano ha registrato una diminuzione dei canoni del 3%, mentre cali si sono verificati in altri 21 capoluoghi, con le riduzioni maggiori a Pesaro (-5%), Massa (-9%) e Bolzano (-11%). In 17 province i canoni di affitto superano il 30% del reddito familiare.
Le province con il maggiore impatto sul reddito sono Rimini e Belluno (60%), Milano (45%), Aosta (43%), Firenze (42%), Imperia (38%), Como (37%), Lucca e Roma (35%), Napoli e Bolzano (34%), Cagliari (33%), Bologna e Savona (32%), Venezia, Brindisi e Oristano (31%). Le province con il minore impatto sono Biella (13%), Terni ed Enna (14%). Lo sforzo per acquistare una casa risulta inferiore rispetto a quello per affittarla, con alcune eccezioni come Bolzano, Trento, Rimini e Pesaro. Cinque capoluoghi superano il 30%: Venezia (37%), Bolzano (35%), Milano (33%), Rimini e Napoli (32%). Firenze si attesta al 30%, seguita da Verbania (29%), Roma (27%), Trento (26%), Bologna, Massa e Pesaro (25%).
Il tasso di sforzo più basso si registra a Biella (6%), seguita da Caltanissetta (8%), Vercelli, Enna, Terni, Reggio Calabria, Alessandria e Ragusa (9%). Per l'acquisto, quasi tutti i capoluoghi richiedono meno sforzo rispetto a un anno fa, eccetto Belluno (+5%) e altri 15 centri senza variazioni. Le diminuzioni maggiori si registrano a Milano e Bolzano (-7 punti), Venezia (-6), Roma (-3), Napoli (-2). A livello provinciale, il tasso di sforzo più alto è a Bolzano (37%), seguita da Savona (34%), Imperia e Rimini (33%). Al di sotto della soglia critica del 30%, 33 macroaree superano la media nazionale del 18%, con tassi dal 28% di Napoli al 19% di Bari, Livorno, Pescara, Teramo e Sassari. In 69 province il tasso di sforzo è inferiore alla media nazionale, con i valori più bassi a Biella (5%), Alessandria (7%), Isernia, Terni e Vercelli (8%).