Esteri

World Media Headlines: Vertice SCO, Xi annuncia fondi e una Banca di sviluppo - Pechino e Mosca rafforzano l’asse

di Redazione
 
World Media Headlines: Vertice SCO, Xi annuncia fondi e una Banca di sviluppo - Pechino e Mosca rafforzano l’asse
In primo piano il vertice in corso a Tianjin  della Shanghai Cooperation Organization (SCO), che in queste ore catalizza l’attenzione dei media internazionali. A guidare i lavori è il presidente cinese Xi Jinping, affiancato da oltre venti leader mondiali, tra cui il presidente russo Vladimir Putin e il premier indiano Narendra Modi. L’atmosfera è stata immortalata in una foto di gruppo su un tappeto rosso e in riprese che mostrano Xi e Putin intenti a conversare con insolita cordialità, immagini rilanciate sia dall’agenzia russa RIA sia dal Cremlino. Nel suo discorso d’apertura, racconta la CNN, Xi ha presentato la Cina come forza di stabilità nell’economia globale, promettendo oltre 280 milioni di dollari in aiuti e annunciando l’istituzione di una Banca di sviluppo della SCO. Ha parlato di “sfruttare la forza dei nostri mercati” e di opporsi all’“egemonismo” e alle “pratiche di bullismo”, in chiara allusione agli Stati Uniti e alla politica di Donald Trump, che ha ridotto gli aiuti esteri nell’ambito della sua linea “America First”. Il vertice, oltre a mettere in scena la salda alleanza tra Pechino e Mosca, è stato segnato dalla condanna unanime dell’attentato di Pahalgam, avvenuto il 22 aprile scorso. La dichiarazione finale, riportata dal Times of India, denuncia i “doppi standard nella lotta al terrorismo” e ribadisce la necessità di processare gli autori e promotori dell’attacco. Modi, intervenuto con toni fermi, ha ricordato come l’India sia stata “la nazione più colpita dal terrorismo negli ultimi quattro decenni” e ha ringraziato i Paesi che hanno mostrato vicinanza in questo momento di dolore. Lo stesso premier ha sottolineato i tre pilastri della visione indiana per la SCO: sicurezza, connettività e opportunità. Sul fronte russo, Putin ha dichiarato di “apprezzare gli sforzi di Cina e India per risolvere la crisi in Ucraina”, un conflitto che resta in primo piano nelle cronache. La Reuters riferisce che Kiev ha promesso rappresaglie dopo i recenti bombardamenti russi sulle infrastrutture energetiche. Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato l’arresto del sospettato nell’omicidio di Andriy Parubiy, ex presidente del parlamento ucraino, definendo “orribile” l’assassinio e chiedendo piena chiarezza sulle circostanze.

Intanto in Medio Oriente la tensione resta altissima. Secondo la Reuters, Israele starebbe valutando l’annessione di porzioni della Cisgiordania come risposta alle mosse per il riconoscimento internazionale della Palestina, mentre un piano discusso a Washington – rivelato dal Washington Post – prevede l’amministrazione della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti per almeno un decennio nel dopoguerra. Il quadro è reso ancora più instabile dall’irruzione dei ribelli Houthi, alleati dell’Iran, negli uffici delle Nazioni Unite a Sana’a, nello Yemen, con l’arresto di almeno 11 dipendenti, come confermato dall’ONU. Intanto, a Gaza, un attacco aereo israeliano ha ucciso Abu Obeida, storico portavoce dell’ala armata di Hamas, secondo quanto riferisce la BBC. Israele ha celebrato l’operazione come “esecuzione impeccabile”, ma Hamas non ha confermato la notizia, denunciando invece la morte di civili nei raid che hanno colpito il quartiere di al-Rimal. Testimoni parlano di almeno sette morti, tra cui bambini, e venti feriti. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha avvertito che l’operazione è solo l’inizio di una campagna più vasta per il controllo della città di Gaza. Sul fronte diplomatico, emerge poi un’altra notizia riportata da Haaretz: l’amministrazione Trump avrebbe bloccato quasi tutti i visti per i cittadini palestinesi, non solo di Gaza ma anche della Cisgiordania e della diaspora. Una misura drastica, scrive il New York Times, che impedirebbe temporaneamente l’accesso agli Stati Uniti per cure mediche, studio o viaggi familiari, oltre ad aver già negato visti diplomatici a funzionari palestinesi in vista dell’Assemblea Generale ONU.

Negli Stati Uniti, il dibattito interno è altrettanto acceso. La CBS racconta come un giudice federale abbia bloccato all’ultimo momento l’espulsione di decine di bambini migranti guatemaltechi. Gli aerei erano pronti a decollare dal Texas, ma l’ordine restrittivo ha imposto lo stop, garantendo che i minori restassero sotto la custodia del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. L’amministrazione Trump intendeva deportarne 76 in un solo giorno, ma l’operazione è stata interrotta e i bambini ricondotti nei centri di accoglienza. Parallelamente, la NBC riferisce che il sindaco di Chicago, Brandon Johnson, ha firmato un’ordinanza per opporsi a un’eventuale repressione federale, dichiarando che la città userà “ogni meccanismo legale” contro un possibile dispiegamento di truppe deciso da Trump. Sul fronte politico, la Reuters sottolinea che l’ex presidente ha annunciato l’intenzione di introdurre l’obbligo di identificazione degli elettori in ogni consultazione, insistendo – senza prove – sul rischio di voti espressi da non cittadini.

In primo piano su tutti i notiziari internazionali anche l’Afghanistan, che torna a essere teatro di una tragedia naturale. La BBC riferisce che un sisma di magnitudo 6.0 ha colpito la regione orientale del Paese, provocando centinaia di vittime secondo le prime stime. Interi villaggi sono stati rasi al suolo, molte case sepolte sotto le macerie e le frane, unite alle inondazioni, rendono quasi impossibile l’accesso ai soccorsi. Di fronte a una situazione disperata, le autorità talebane hanno rivolto un appello urgente alle organizzazioni umanitarie affinché inviino aiuti nelle zone raggiungibili soltanto per via aerea. Infine, sul piano economico, la giornata si chiude con le analisi dei mercati. La Bloomberg riporta che le borse asiatiche hanno subito un brusco calo, complice la crisi tecnologica statunitense, mentre il titolo Alibaba ha registrato un balzo in controtendenza. Il petrolio si è indebolito nonostante la calorosa stretta di mano tra Putin e Modi in Cina, segnale che le tensioni geopolitiche e i dazi statunitensi pesano ancora sugli scambi globali. In crescita, invece, il rame, che ha sfiorato i 10.000 dollari a tonnellata dopo quattro settimane di rialzi consecutivi.
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