La violenza contro le donne rimane una delle emergenze sociali più gravi a livello globale, come sottolineato in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato che si tratta di un fenomeno "radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare".
Mattarella ha richiamato l'importanza della Convenzione di Istanbul, il primo strumento giuridicamente vincolante che riconosce la violenza di genere come violazione dei diritti umani. "L'Italia ha ratificato la Convenzione nel 2013, dotandosi di strumenti di tutela per garantire una piena protezione alle vittime di violenza di genere", ha affermato il presidente. Tuttavia, quanto fatto finora non è sufficiente: "È un'emergenza che continua. Si tratta di madri, sorelle, figlie, persone con sogni e progetti che vedono violato il diritto di poter vivere una vita libera e dignitosa".
Il tema scelto quest'anno dalle Nazioni Unite, "Nessuna scusa", enfatizza che "non ci sono scuse accettabili a giustificazione della violenza di genere. Occorrono azioni concrete", ha aggiunto Mattarella, sottolineando la necessità di eradicare pregiudizi e discriminazioni e di garantire protezione e supporto alle vittime.
I dati globali sulla violenza
Secondo le Nazioni Unite, almeno 85.000 donne e ragazze sono state uccise intenzionalmente nel mondo nel 2023, perlopiù da parenti. "La casa resta il luogo più pericoloso", rilevano i dati dell’Ufficio di Vienna delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) e di UN Women, con il 60% delle vittime uccise dal coniuge o da membri della famiglia. Si tratta di circa 140 donne al giorno, una ogni 10 minuti.
La violenza oltrepassa i confini e coinvolge tutte le categorie sociali e fasce d’età. Caraibi, America Centrale e Africa sono le regioni più colpite, seguite dall’Asia. In Europa e nel continente americano, i femminicidi sono spesso perpetrati dal partner, mentre nel resto del mondo prevale il coinvolgimento di altri familiari.
Molte delle vittime avevano denunciato precedenti violenze fisiche, sessuali o psicologiche, evidenziando che tali omicidi potevano essere evitati attraverso interventi mirati. Tuttavia, nonostante gli sforzi intrapresi, "i femminicidi restano a un livello allarmante", osservano gli autori del rapporto.
Sima Bahous, direttrice di UN Women, ha invitato i Paesi a rafforzare le normative e migliorare la raccolta dei dati, sostenendo che questa forma di violenza, benché radicata, "non è inevitabile".
La situazione in Italia
In Italia, la violenza contro le donne costituisce una piaga in crescita. Secondo il documento "Il Punto - Il pregiudizio e la violenza contro le donne", diffuso dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale polizia criminale, i cosiddetti "reati spia" hanno subito un incremento nel primo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023: gli atti persecutori sono aumentati del 6%, passando da 9.359 a 9.914 casi, con le donne che rappresentano il 74% delle vittime; i maltrattamenti contro familiari e conviventi hanno registrato un +15%, con 13.541 episodi rispetto agli 11.808 del 2023. Le vittime femminili restano l’81% del totale; le violenze sessuali sono cresciute dell’8%, da 2.991 a 3.229 casi, con una prevalenza del 91% di vittime donne, il 28% delle quali minorenni.
La maggior parte delle vittime ha tra i 31 e i 44 anni (34%) o tra i 18 e i 30 anni (21%), mentre il 9% è minorenne.
Gli autori dei reati e il ruolo del Codice Rosso
Gli autori dei reati rientrano principalmente nelle fasce d’età tra i 31 e i 44 anni, seguiti da quelli tra i 45 e i 54 anni. Gli stranieri rappresentano il 18% degli autori di stalking, il 29% di quelli responsabili di maltrattamenti familiari e il 44% di quelli accusati di violenze sessuali.
Anche i reati introdotti dal Codice Rosso mostrano variazioni significative: le costrizioni o induzioni al matrimonio sono aumentate del 67% (da 9 a 15 casi), il 91% delle vittime è donna e il 60% minorenne; i reati di revenge porn sono cresciuti del 22%, con 755 casi rispetto ai 620 del 2023, e il 68% delle vittime è donna, mentre le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare sono passate da 1.170 a 1.610 (+38%), con una prevalenza di vittime femminili superiore all’80%.
I dati confermano la necessità di intensificare le politiche di prevenzione, sensibilizzazione e protezione per le vittime, come indicato dal presidente Mattarella: "È un valore per l'intera società far sì che siano pienamente garantiti i diritti umani dell’universo femminile".