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Università, tasse oltre la legge in nove atenei

di Redazione
 
Università, tasse oltre la legge in nove atenei
Nove università italiane, quasi tutte al Nord, hanno superato i limiti di legge nella contribuzione studentesca. A rivelarlo è un monitoraggio ufficiale del Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha inviato una lettera alla Conferenza dei rettori segnalando lo sforamento dei tetti previsti per le tasse universitarie. Un’anomalia che potrebbe aprire la strada a ricorsi e rimborsi milionari, come già avvenuto a Torino nel 2024.

La legge fissa da oltre venticinque anni un principio secondo il quale la contribuzione studentesca non può superare il 20% dei fondi statali ricevuti dall’ateneo tramite il Fondo di finanziamento ordinario (FFO). Il vincolo, introdotto nel 1997, serve a evitare squilibri territoriali e a garantire equità nell’accesso all’università pubblica. Tuttavia, secondo l’accertamento ministeriale, diversi atenei hanno superato la soglia anche del 15%, generando un surplus che grava direttamente sugli studenti.

Nel dettaglio, i dati del monitoraggio indicano che il Politecnico di Milano guida la classifica con un tasso di contribuzione del 34,81%, seguito dall’Università dell’Insubria (27,87%), Ca’ Foscari Venezia (24,65%), Milano-Bicocca (22,64%), Padova (22,06%), Iuav Venezia (20,42%), Modena e Reggio Emilia (20,32%), Pavia (20,22%) e Brescia (20,09%). Tutte hanno oltrepassato la soglia consentita, rischiando ora conseguenze amministrative e giudiziarie.

Il precedente torinese pesa come un monito. Nel 2024, una sentenza del Consiglio di Stato aveva condannato l’Università di Torino a restituire 39 milioni di euro agli iscritti, accogliendo il ricorso dell’Udu, l’Unione degli universitari. L’associazione aveva denunciato l’eccessiva pressione economica sugli studenti, richiamando l’attenzione del ministero sui criteri di calcolo della contribuzione. Ora quelle stesse irregolarità vengono confermate da un controllo istituzionale.

Il Ministero ha aperto un tavolo di confronto con le rappresentanze studentesche per affrontare le criticità e aggiornare la normativa. Restano infatti numerose zone d’ombra. Non è chiaro, ad esempio, se le tasse dei fuoricorso rientrino nel computo complessivo né se esistano criteri uniformi per tutti gli atenei. A mancare è un decreto attuativo che chiarisca in modo definitivo il rapporto tra contribuzione studentesca e fondi statali.

La lettera inviata alla Conferenza dei rettori invita ora le università a verificare la propria posizione e ad adeguarsi ai limiti di legge. Ma il rischio di nuovi contenziosi è alto. Se gli studenti seguiranno la strada tracciata dal caso Torino, gli atenei coinvolti potrebbero trovarsi di fronte a rimborsi milionari e a un inevitabile dibattito sulla sostenibilità economica del sistema universitario italiano.
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