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Un italiano su cinque escluso dal web, l'allarme di YouGov sull'esclusione digitale

di Redazione
 
Un italiano su cinque escluso dal web, l'allarme di YouGov sull'esclusione digitale
A oltre vent'anni dalla diffusione capillare di internet, l'Italia si trova di fronte a un paradosso digitale: l'accesso e la piena comprensione della Rete restano un miraggio per una fetta significativa della popolazione. Una recente indagine condotta da YouGov per AccessiWay, presentata all'Accessibility Summit di Torino, ha messo in luce la persistenza del divario digitale, rivelando che un italiano su cinque ha ancora problemi ad accedere e comprendere i contenuti online.

Non si tratta solo di una questione di competenze. La ricerca, svolta su un campione di oltre 1.000 persone, evidenzia come la frustrazione sia così alta che ben il 15% degli italiani ammette di rinunciare o interrompere operazioni e acquisti online a causa di ostacoli di navigazione. Le difficoltà di navigazione non colpiscono solo gli anziani o i soggetti poco istruiti, ma sono spesso legate a difetti intrinseci nella progettazione dei siti e delle app. Tra le principali barriere denunciate dagli intervistati emergono:

Pubblicità e pop-up invasivi (44%), l'ostacolo principale per quasi la metà degli italiani, che interrompono la fruizione del contenuto.

Tempi di caricamento lenti (27%), un problema che riguarda oltre un quarto degli utenti.

Istruzioni poco chiare o mancanti (23%), confusione e mancanza di guida nella navigazione.

Scarsa ottimizzazione mobile (20%), siti non ottimizzati per smartphone o tablet, essenziali per la navigazione moderna.


Problemi più specificamente legati all'accessibilità, ma che possono riguardare chiunque, includono aree cliccabili troppo piccole (18%) e caratteri illeggibili (15%). È significativo che la percentuale di chi ammette difficoltà di consultazione del web sia maggiore al Sud (23%).

Nonostante le difficoltà, la consapevolezza sull'importanza dell'inclusione digitale è altissima. L'86% degli italiani ritiene fondamentale che siti, app e servizi digitali siano accessibili a tutti: disabili, anziani e soggetti poco istruiti. Il dato si rafforza analizzando le risposte dei diretti interessati: l'importanza dell'accessibilità è indicata come "molto importante" dal 57% delle persone con disabilità visive e dal 50% di anziani e persone con disabilità uditive che hanno partecipato al sondaggio.

Rendere il web più usabile e navigabile non è solo un imperativo etico, ma anche un vantaggio strategico: per le aziende, significa ampliare il proprio pubblico, rafforzare la fiducia nel brand e facilitare la conclusione dei percorsi d'acquisto, garantendo che le circa 13 milioni di persone con disabilità in Italia (oltre il 20% della popolazione) non rimangano escluse.

Amit Borsok, CEO e co-fondatore di AccessiWay, la società torinese che ha commissionato l'indagine e che si impegna nel settore dell'accesso digitale, lancia un monito: "Dal sondaggio emerge uno spaccato di una società sempre più consapevole, dove è mancato però negli ultimi tempi uno sforzo effettivo per porre fine al problema dell’esclusione digitale. Non si può parlare di innovazione se una parte della popolazione resta esclusa e il momento di agire è adesso. Rendere il digitale accessibile significa garantire pari opportunità di informazione, partecipazione e consumo a tutti i cittadini. Un digitale che esclude è un digitale che fallisce la sua missione di unire, connettere e agevolare il progresso".

L'inclusione digitale in Italia resta quindi una sfida aperta. Sebbene l'Italia sia proiettata verso la transizione digitale, i dati mostrano che finché un cittadino su cinque incontra ostacoli insormontabili, il progresso sbandierato rischia di essere un'illusione che lascia indietro milioni di persone.
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