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Telco globali in ripresa, Europa indietro sul 5G ma si muove il consolidamento

Redazione
 
Telco globali in ripresa, Europa indietro sul 5G ma si muove il consolidamento
Le telecomunicazioni mondiali riprendono quota e tornano a crescere, ma l’Europa continua a soffrire frammentazione, pressione competitiva e una regolazione che rallenta investimenti e redditività. È quanto emerge dalla nuova indagine dell’Area Studi Mediobanca sui 34 principali gruppi telco internazionali, un’analisi che abbraccia il quinquennio 2020-2024 e i primi sei mesi del 2025 e che offre uno spaccato preciso di un settore in piena trasformazione.

Telco globali in ripresa, Europa indietro sul 5G ma si muove il consolidamento

Nel primo semestre del 2025 il fatturato aggregato delle grandi telco globali è cresciuto del 2,9% su base annua, con Asia e Americhe a trainare il comparto grazie alla maggiore diffusione del 5G stand-alone e a modelli industriali più diversificati. Le società cinesi, pur con un incremento più contenuto dei ricavi, migliorano la redditività operativa, mentre in Europa il ritmo rimane debole: +1,1% per i player del Vecchio Continente, frenati da un contesto regolatorio complesso e da una concorrenza che erode margini e capacità d’investimento.

La distanza tecnologica è evidente, solo il 2% degli utenti europei utilizza servizi 5G stand-alone, contro il 25% degli Stati Uniti e il 77% della Cina. Un divario che si riflette anche nei capitali investiti, infatti mentre Giappone e Stati Uniti aumentano gli investimenti rispettivamente del 12,3% e del 6,6%, l’Europa registra un calo dello 0,4%. Fattori che contribuiscono a un ebit margin medio europeo in calo del 3%, a fronte della forte crescita delle regioni asiatiche.

TIM, senza NetCo, scende alla 20ª posizione mondiale per ricavi ma migliora sensibilmente la leva finanziaria. L’operazione ha infatti ridotto il debito After Lease di oltre 13 miliardi, allineando la struttura patrimoniale ai principali player globali. In Italia, il mercato mostra finalmente segnali di recupero dopo anni difficili, nel 2024 i ricavi del comparto sono cresciuti del 3,4%, trainati dalla rete fissa, anche se il mobile rimane in contrazione. Il settore continua però a soffrire una redditività compressa, l’ebit margin aggregato degli operatori italiani è risalito all’1,8% nel 2024, un dato ancora lontanissimo dal 16,5% delle big dell’EMEA.

Sul fronte competitivo, prosegue l’ondata di consolidamento europeo. Dopo le operazioni in Spagna, nel Regno Unito è nata Vodafone Three, frutto della joint venture tra Vodafone e CK Hutchison, che riduce il numero di operatori MNO a tre. In Italia, l’acquisizione di Vodafone da parte di Fastweb ha ridisegnato la geografia del settore, il numero di operatori infrastrutturati scende a quattro e il nuovo gruppo stima sinergie da 600 milioni l’anno entro il 2029. È una delle operazioni più rilevanti degli ultimi anni, con benefici attesi non solo in termini di efficienza, ma anche di capacità di investimento in FTTH, 5G e servizi digitali avanzati.

L’attenzione delle telco si sposta sempre più sul segmento B2B, considerato l’unico capace di garantire crescita sostenibile e margini adeguati in un mercato consumer ormai saturo. TIM Enterprise si distingue con un Ebitda After Lease margin del 21% e una forte espansione del cloud, mentre Swisscom Business guida la classifica con un impressionante 40,2%. I servizi ICT e di cybersecurity diventano asset strategici per contrastare la stagnazione della connettività tradizionale.

Nel frattempo, i colossi del settore chiedono all’Europa un cambio di passo. In una lettera indirizzata a Ursula von der Leyen, i CEO delle principali telco denunciano l’eccessiva frammentazione del mercato e le politiche “poco efficaci”, responsabili del ritardo europeo nella connettività e della perdita di competitività rispetto a Stati Uniti e Asia. Sollecitano un Digital Networks Act in grado di ristabilire sovranità tecnologica, sicurezza e capacità di investimento, e chiedono un piano d’azione entro il 2026 per accelerare lo sviluppo delle reti digitali.

Da Mediobanca emerge che senza un consolidamento più deciso, un quadro regolatorio più razionale e investimenti strutturali nel 5G stand-alone, l’Europa rischia di restare indietro nella più grande trasformazione tecnologica del nostro tempo. Il settore delle telecomunicazioni, cruciale per l’economia digitale, chiede regole nuove e dimensioni adeguate per affrontare la sfida globale.
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