Burning Buzz

Totti frotti

di Damiano Valcroce
 
Quando sei stato un campione amatissimo, osannato dalle folle, corteggiato da tutte le sponde, al centro dell’attenzione da quando avevi 16 anni, ci sta che magari dopo trent’anni senza sorprese ti annoi. Dopo decenni di soldi a palate. Donne, le più belle, levigate come ciottoli e tutte carucce e pettinate (è una citazione, indovinate un po’). Vita sprofondata negli agi e un po’ pure nelle paturnie di chi è troppo amato per fare anche solo un passo in pace nella sua città: e non una città qualsiasi. Essere un mito per tutti. Dall’avere tanto e forse troppo di tutto, la fame di adrenalina è a un passo, forse la reazione più ovvia senza una struttura che induca a riflettere. Il denaro chiama gli ingordi e conosciamo tutti storie di persone ricchissime e piene di amici che hanno mantenuto lo status quo finché c’era pure il patrimonio, ma se si volatilizza addio ai soldi e pure agli amici, anche se chiamarli così è un eufemismo, perciò tanto vale godersi la vita. Tutto questo simpatico preambolo perché alla fine il povero Capitano (perché tale resterà per sempre, a suffragare quanto detto sopra) lo capisco pure: dicono (gli avvocati della ex moglie) che giochi dilapidando fortune, e per dimostrarlo agitano fra i denti le ricevute dei conti del Casinò di Montecarlo, per circa tre milioni di euro: «Risulta infatti che, nel periodo dal settembre 2020 al settembre 2023 Totti ha sperperato al gioco, mediante svariati bonifici, la maggior parte dei quali a favore del Casinò di Montecarlo, l'impressionante somma complessiva di a 3.324.000 euro», hanno detto.

Ok, è il pil del Congo, o giù di lì. Ok, si poteva comprare tutta Roma, oppure, con un po’ di downsizing, un’isoletta tropicale mandando tutti a quel paese, e chi gli darebbe torto. Ma che giochi, poverino, a me pare il minimo e non solo per una botta di entusiasmo ogni tanto: chi non lo farebbe al posto suo? Non mi stupisce proprio, mi sorprende di più che non abbia fatto armi e bagagli per ritirarsi in qualche ashram lontano dalla decadenza fastosa della Capitale. Dopo un divorzio velenoso, una storia con la copia praticamente più giovane della ex ma, nei fatti, è un clone (evidentemente l’ideale è quello), un’altra liason con tanto di foto davanti all’hotel di prammatica e nemmeno smentita dalla presunta protagonista, accuse di aver abbandonato la figlia, allora di 7 anni (che era con la babysitter poco più in là nell’inquadratura del cellulare), insomma dopo tutto questo e taccio del resto, è comprensibile volersi distrarre, sentire di nuovo quell’eccitazione che magari si prova solo in campo. Ora, non avendo ambizioni di diventare il suo confessore, in effetti non mi importa nulla del perché lo faccia ma rivendico la libertà che lo possa fare (non ho ambizioni nemmeno da Voltaire in ogni caso) in pace. Sarei piuttosto curioso di sapere se la solita tormenta che gli hanno scatenato addosso sbattendo lui e i suoi conti sul vetrino del microscopio durerà il tempo di un avanzamento di carriera oppure se davvero c’è qualcosa da imputare all’ex Mida del calcio nazionale oltre all’avere un talento speciale per avventurarsi nei gineprai più assortiti: anche se pare che il caso in cui è stato coinvolto sia prossimo all’archiviazione.

In breve, i pm gli contestavano non aver aperto “apposita partita iva” per alcune apparizioni pubblicitarie essendo un’attività non occasionale, un debito con l’erario di poche migliaia di euro che tra sanzioni e interessi è lievitato come di consueto. Totti ha ha deciso di versare quanto richiesto e di chiudere il contenzioso, le Fiamme gialle hanno comunicato sia all’Agenzia delle entrate che alla Procura l’esito dei controlli e i pm a inizio autunno hanno deciso di iscrivere il Pupone sul registro degli indagati per omessa dichiarazione. A questo si aggiunge la guerra da divorzio, in cui i legali dell’ex moglie rinfacciavano all’ex campione di non aver indicato, nell’autocertificazione iniziale, le «carte di credito e i conti correnti a lui intestati o cointestati o sui quali possa comunque operare». Manco a dirlo, per gli avvocati si tratta di un’«omissione gravissima» e, per questo, avevano chiesto al giudice di valutare «attentamente» il comportamento di Totti in vista di un’eventuale trasmissione degli atti in Procura per falsa attestazione «sotto forma di omissione». Intanto la guardia di finanza, più che ai conti che, Ilary dixit, giacciono a Singapore e negli Usa, ha preferito esaminare gli incassi legati alla pubblicità: secondo i difensori dell’ex moglie i proventi sarebbero stati denunciati soltanto in parte. Dopo le verifiche la Gdf avrebbe accertato una situazione meno grave e già sanata, ma ovviamente non finisce qui e dopo l’8 dicembre il pupone è atteso in Procura per chiarimenti, dopodiché suggeriamo una bella vacanza. Non a Montecarlo né ai Tropici: meglio Lourdes.
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