Economia

Telegram, la piattaforma è diventata redditizia: oltre 1 miliardo di dollari di fatturato nel 2024

di Barbara Bizzarri
 

Telegram, il servizio di messaggistica fondato oltre 11 anni fa, sembra aver superato indenne la tempesta che lo ha travolto l’estate scorsa e per la prima volta si è rivelato un servizio profittevole che veleggia verso un fatturato “superiore al miliardo di dollari”, con più di '500 milioni di dollari' in riserve di liquidità. Ad annunciarlo, il fondatore e Ceo Pavel Durov (nella foto), miliardario russo con cittadinanza nevisiana, francese ed emiratina, con un messaggio diramato proprio via Telegram: "Come avevo previsto il 2024 si è rivelato un anno molto positivo per Telegram" ha scritto della sua creatura con sede negli Emirati Arabi Uniti e che vanta 950 milioni di utenti in tutto il mondo. 

Con un post su X il Ceo e fondatore della piattaforma ha poi fornito qualche dato utile per comprendere la crescita registrata nel corso degli ultimi 12 mesi: sono oltre 12 milioni gli utenti che attualmente hanno deciso di attivare un abbonamento Premium per l’accesso alle funzionalità esclusive proposte. La sottoscrizione è offerta in Italia al prezzo mensile di 4,49 euro, oppure con formula annuale a prezzo ridotto: “Anche i nostri introiti dall’advertising sono aumentati. Le entrate totali di Telegram nel 2024 hanno superato un miliardo di dollari e stiamo concludendo l’anno con oltre 500 milioni di dollari di riserve, senza considerare gli asset cripto”, ha scritto il Ceo elogiando il suo modello di business con una stoccata alle altre piattaforme: “Le nostre innovazioni di quest’anno per la monetizzazione, Stelle, Regali, Omaggi, Business e Gateway, dimostrano che le piattaforme social media possono raggiungere la sostenibilità finanziaria pur rimanendo indipendenti e rispettando i diritti degli utenti”.

Si conclude dunque positivamente un anno che per Durov sembrava volgere al peggio dopo il suo arresto avvenuto in Francia all’aeroporto di Le Bourget lo scorso agosto: le accuse dei procuratori francesi spaziavano dalla complicità in reati legati all’abuso sessuale di minori e al traffico di droga, all’uso di tecnologia criptata senza le dovute autorizzazioni e alla mancata risposta alle richieste delle forze dell’ordine. In particolare, l’accusa di complicità nella gestione di una piattaforma online che consente transazioni illecite da parte di un gruppo organizzato prevede una pena massima di 10 anni di carcere e una multa di 500.000 euro. Rilasciato con una cauzione di 5 milioni di euro, Durov dichiarò che era assurdo incolpare una piattaforma per l’abuso che ne facevano gli utenti, sottolineando che Telegram fosse una piattaforma neutrale, che aspira a mantenere una posizione imparziale, nonostante le pressioni di governi e autorità che richiedono moderazione o censura dei contenuti, per preservare la libertà di espressione degli utenti. Per questo il magnate evita di viaggiare in Paesi che vogliano esercitare troppa attenzione e controllo su Telegram, preferendo recarsi dove siano rispettati i valori di neutralità e libertà promossi dall’app.  

"Usare leggi dell'era pre-smartphone per accusare un amministratore delegato di crimini commessi da terzi sulla piattaforma che gestisce è un approccio sbagliato", si legge in un suo post: "Costruire tecnologia è già abbastanza difficile così. Nessun innovatore costruirà mai nuovi strumenti se sa di poter essere ritenuto personalmente responsabile di potenziali abusi di tali strumenti", ha aggiunto.

Tuttavia, per smarcarsi dalle pesanti accuse di non aver rispettato le leggi europee sulla crittografia e sulla cooperazione con le autorità per questioni legate alla sicurezza, l’app ha progressivamente introdotto nuove regole sulla moderazione dei contenuti, rimuovendo dalla sua pagina FAQ la dichiarazione che garantiva la protezione delle chat private. Il 6 settembre, sul suo canale Telegram, Durov illustrava sia le nuove regole che altre migliorie dal punto di vista di privacy e sicurezza: «Mentre il 99,999% degli utenti di Telegram non ha nulla a che fare con la criminalità, lo 0,001% coinvolto in attività illecite offre una cattiva immagine all’intera piattaforma mettendo a rischio gli interessi del nostro quasi miliardo di utenti».

Un cambiamento di rotta repentino e importante, che prosegue con la rimozione della funzionalità People Nearby, «utilizzata da meno dello 0,1% degli utenti e che presentava problemi con bot e truffatori»; l’introduzione di Businesses Nearby per sostenere «attività commerciali legittime e verificate»; la disattivazione del caricamento di nuovi contenuti multimediali sulla piattaforma di blogging Telegraph, la nuova piattaforma lanciata da Telegram, la chat ’’segreta’’ considerata più sicura e «che sembra essere stata utilizzata impropriamente da attori anonimi» e le modifiche alla moderazione, che si trasforma così «da un ambito di critica ad uno di lode». In seguito Telegram ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che, ad oggi, l’applicazione rispetta le leggi dell’Unione Europea uniformandosi ai dettami del Digital Services Act. L’azienda ha quindi sostenuto che i suoi sforzi di moderazione sono conformi agli standard del settore e in costante miglioramento: una scelta che, evidentemente, si è rivelata vincente. 

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