Economia

Svimez: per la Politica di Coesione applicare il metodo PNRR

di Diego Martorano
 
“L’attuale programmazione dei fondi europei per la coesione ha portato a risultati insoddisfacenti. È necessario subordinare l’erogazione delle risorse al raggiungimento di obiettivi precisi, seguendo il metodo PNRR”. Così l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno nell’ultima pubblicazione de “I Quaderni SVIMEZ”, curata da Luca Bianchi (nella foto) e Ferdinando Ferrara.

“La programmazione attuale, basata su obiettivi tematici generali, non risponde adeguatamente alle specifiche necessità dei territori”, si legge nel testo.  "Questo approccio di semplice rendicontazione della spesa e non legato al raggiungimento di obiettivi di crescita o di riduzione dei divari, ha portato a risultati limitati. Ne è prova il fatto che l’Italia pur collocandosi al secondo posto in termini di risorse ricevute, non abbia riportato risultati eclatanti in termini di coesione. L’analisi della Programmazione 2014-2020, fatta nello studio SVIMEZ, evidenzia un’allocazione distorsiva delle risorse, con una sproporzionata concentrazione su agevolazioni per le imprese a scapito di infrastrutture essenziali. Le conseguenze sono chiare: una riduzione di investimenti fondamentali in settori strategici come ambiente, ICT, mobilità e servizi sociali.

Per affrontare le criticità del ciclo di Programmazione 2021-2027, è fondamentale un potenziamento della capacità amministrativa e un coordinamento più incisivo. Tuttavia, è necessario andare oltre le misure attuali, abbracciando un nuovo paradigma basato sull’approccio performance-based del metodo PNRR subordinando l’erogazione delle rate al raggiungimento di obiettivi mirati. L’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno è convinta che questa sia “una proposta di riforma concretamente percorribile nell’attuale quadro dell’Unione Europea, in grado di condurre a un sostanziale miglioramento dell’efficacia di queste politiche. Implementando il metodo PNRR, non sarà più possibile spostare risorse dei programmi europei sui cosiddetti “programmi complementari” o su progetti funzionali al solo raggiungimento dei target di spesa, garantendo così che i fondi siano destinati a progetti realmente in grado di ridurre i divari territoriali".

"Affinché questa proposta possa essere efficacemente integrata nel dibattito europeo, è essenziale che rispetti i principi delineati dalle Istituzioni UE". La Svimez propone, infatti, un "Accordo di partenariato che stabilisca obiettivi quantitativi chiari e milestone territoriali, assicurando che i finanziamenti siano legati a risultati concreti. Ma la governance macroeconomica europea non può essere esclusa da questo progetto di riforma: solo un approccio integrato e coerente può garantire che la politica di coesione non rimanga isolata, ma contribuisca attivamente alla riduzione dei divari e al progresso dell’Unione", conclude.
 
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