Burning Buzz

Occhio per occhio, febbre per febbre

di Barbara Leone
 
Si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo. Non solo: è pure femmina! Perché, diciamolo senza remore, nell'arte sottile della piccola ritorsione domestica, il gentil sesso non ha eguali: un equilibrio perfetto tra astuzia, memoria d’elefante e una certosina applicazione del principio di equità. E la storia che stiamo per raccontarvi ne è una prova magistrale, un affresco vivido di sottile giustizia casalinga. 

La protagonista di questa moderna epopea coniugale - di cui, ahinoi, non conosciamo il nome, ma che potremmo serenamente battezzare “Nemesi” - ha recentemente raccontato su Reddit (piattaforma social molto popolare in USA) un episodio che ha fatto cinicamente gongolare la platea digitale femminile. Non si tratta di un evento memorabile, bensì di un perfetto esempio di microgiustizia coniugale, una lezione di vita impartita con la grazia e la determinazione che solo una donna esasperata può sfoderare. Il marito, colpito da febbre alta, nella notte si è ritrovato a implorare un soccorso immediato, convinto che la soglia dei 40 gradi meritasse, senza indugio, una corsa verso il Pronto Soccorso. Una richiesta legittima? Forse. Ma c'è un dettaglio, un piccolo antefatto che cambia ogni prospettiva: la settimana precedente, era stata proprio la nostra erinni a giacere malata, chiedendo con voce flebile ma speranzosa un aiuto con il bambino di sei mesi. E secondo voi qual fu la risposta dell'illustre consorte? Un aforisma da incorniciare: “Quando sei un genitore, non puoi permetterti di ammalarti”. Una perla di saggezza che, evidentemente, egli riteneva applicabile unicamente all’universo femminile.

La nostra eroina, tuttavia, non è donna da lasciarsi abbattere dalle ingiustizie della vita. E così, mentre il marito, rantolante nel letto, chiedeva pietà, lei ha sfoderato un atteggiamento di algida compostezza. “Prendi una medicina, fai una doccia fredda e prova con un po’ di ghiaccio sulla testa prima di drammatizzare”, ha sentenziato con piglio pratico. L’uomo, colpito e affondato dalla pacata freddezza della consorte, ha tentato la strada del vittimismo, annunciando che sarebbe andato da solo. Ma l’eroina della nostra storia, lungi dal cedere a pietismi inutili, si è limitata a un serafico: “Sei sicuro?”. Un’affermazione che, nell’idioma delle relazioni matrimoniali, si traduce con un sonoro: “Fai come ti pare”. Tradotto meglio, vai beatamente dove sai tu: ovvero a quel paese! Lungi dal comprendere il raffinato sottotesto, il marito si è offeso, percependo un’assenza di zelo che ha interpretato come il vero volto di una moglie perfida e insensibile di fronte a cotanto dolore. Ah, quanto è ingannevole la percezione maschile! Nel frattempo, la donna ha proseguito imperterrita nelle sue mansioni quotidiane, osservando con discreta soddisfazione la lenta e inesorabile realizzazione della vendetta karmica. Ha preparato il biberon, ha cullato il bambino, ha sistemato la casa con la tranquillità di chi sa di essere nel giusto. Il marito, invece, boccheggiava nel letto, attendendo invano un atto di misericordia. Forse, in quel momento, tra un brivido e l'altro, il nostro sofferente protagonista ha avuto un’illuminazione: il mondo genitoriale è un campo di battaglia in cui nessuno è esentato dalla sofferenza.

Gli utenti del web, testimoni estasiati della vicenda, non hanno potuto fare a meno di schierarsi dalla parte della nostra paladina, riconoscendo in lei un simbolo di giustizia domestica condiviso, sottoscritto e interiorizzato da chiunque abbia mai vissuto la sproporzione tra il concetto di malattia maschile e femminile all’interno di una casa. Del resto, non è forse noto a tutti che per il genere maschile il termometro è il barometro della fine imminente? Già a 37,3 gradi dicono addio ai propri affetti, iniziano a dettare testamento e si domandano se valga la pena continuare a lottare per questa vita crudele. Noi donne, invece, con 39 di febbre riusciamo ancora a gestire figli, casa e talvolta persino il lavoro fuori dalle mura domestiche. Anzi, si potrebbe dire che proprio in quelle condizioni raggiungiamo il massimo della nostra efficienza, mentre ci destreggiamo tra un bambino in lacrime, un cane da portare a far pipì e una pila di panni da stirare.  Insomma, se la vendetta è femmina il karma, oltre ad essere infallibile, è un’ottima casalinga: prima o poi, sistema sempre tutto. E lo fa con la precisione di un orologio svizzero: senza clamore, senza eccessi, ma con una soddisfazione sottile e profonda, come il piacere di una tazza di tè sorseggiata nel silenzio, mentre il marito delira sotto le coperte.
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