Burning Buzz

La passerotta che non vola

di Barbara Leone
 

A San Donato Milanese, ridente comune della Città Metropolitana di Milano, l'aria è più pesante del solito. E no: non per lo smog e nemmeno per la famosa nebbia padana, ma per l'eco di un commento social di una consigliera comunale di Fratelli d'Italia che non solo ha svelato un lato oscuro del linguaggio politico, ma ha ricordato amaramente come le donne possano essere le peggiori nemiche delle donne. Protagonista della vicenda è Stefania Bruschi, eletta nel 2022 con una lista civica a supporto del sindaco Francesco Squeri, e che evidentemente si è laureata con lode nell’arte della gaffe. Commentando su Facebook il post del suo capogruppo Guido Massera, Bruschi ha scritto, con l’eleganza di un rinoceronte in una cristalleria: “Perché lei anche nuda non la violenta nessuno”. Già che c'era, ha aggiunto un tocco di umorismo ornitologico: “Anzi, sarebbe contenta di vedere un volatile o una passerotta”.

Cosa stava accadendo prima che la consigliera sfoderasse la sua improvvisata lezione di zoologia sessista? Il post di Massera si lamentava del “silenzio” della segretaria del PD, Elly Schlein, e del sindaco di Milano, Beppe Sala, riguardo agli episodi di Capodanno in piazza del Duomo. Tra molestie raccontate da una ragazza belga e giovani che insultavano le forze dell’ordine, la vicenda è stata già abbondantemente discussa. Ma Bruschi ha deciso che fosse il momento giusto per alzare il livello del dibattito con una battuta che fa a pugni con il buon senso e l’umanità. Questa frase - che definire infelice sarebbe un eufemismo da manuale - è un'offesa non solo a Elly Schlein, ma a tutte le donne. Ridicolizza un tema grave come la violenza di genere, trasformandolo in un'occasione per sfogare bile politica travestita da indignazione. Ciò che rende questa uscita ancora più disturbante è che provenga da una donna. In un contesto già intriso di sessismo e misoginia, dove le donne combattono quotidianamente per affermare il proprio valore, ci si aspetterebbe almeno una solidarietà di genere. Invece, ci troviamo di fronte all’ennesima dimostrazione che il nemico non è solo fuori, ma spesso dentro le fila di chi dovrebbe sostenersi reciprocamente.

Dopo lo tsunami di critiche, Bruschi ha tentato una maldestra operazione di controllo danni. Attraverso il capogruppo Massera, ha pubblicato un messaggio di scuse, definendo la sua frase “uno sfogo” e precisando che non voleva essere offensiva. Non voleva essere offensiva? Dunque è normale ironizzare su chi subisce violenza, coniando battute che suonano come un lasciapassare alla cultura dello stupro? “Presterò la massima attenzione in futuro”, promette Bruschi. Ma qui il problema non è solo di attenzione, è di cultura. La consigliera, con quel commento, ha dimostrato di non aver minimamente compreso cosa significhi il dibattito sulla violenza di genere. Peggio ancora, ha dato l'impressione di essere pronta a sacrificare l'etica sull'altare dell’attacco politico. Fratelli d’Italia, il partito di cui Bruschi fa parte, è stato chiamato a prendere una posizione chiara. Ma il vero punto non è solo condannare questa singola uscita, quanto riflettere su una cultura politica che tollera o minimizza queste derive. Ci si domanda: cosa resta del dibattito pubblico quando temi cruciali come la violenza di genere vengono ridicolizzati in questo modo? Ogni volta che un’uscita del genere passa senza conseguenze reali, si abbassa l’asticella. La misoginia normalizzata in politica è come un veleno lento: uccide la dignità di tutte le donne e, insieme, la credibilità delle istituzioni.

Stefania Bruschi, nella sua aspirazione a far ridere con una battuta che fa piangere, ha involontariamente aperto una finestra su un mondo che vorremmo chiudere per sempre: quello in cui le donne non solo devono combattere contro un sistema sessista, ma anche contro altre donne che scelgono di perpetuare quel sistema per convenienza politica o semplice ignoranza. Alla fine, rimane solo una domanda. Se la consigliera Bruschi più che una comica è un'esperta ornitologa, come sembra suggerire il suo commento, allora dovrebbe sapere che una passerotta può volare alto. Molto alto! Peccato che lei, con le sue parole, abbia scelto di restare a terra, impantanata nel fango del peggior, becero sessismo.

Nella foto Stefania Bruschi, consigliera comunale di San Donato Milanese (Facebook: Stefania Bruschi)

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