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Imprese: Calabrò (Mimit), stiamo lavorando su semplificazioni su Transizione 5.0
di re
Così a novembre quasi triplicate richieste imprese
"Stiamo cercando di intervenire per dare delle semplificazioni sul Piano Transizione 5.0". Per esempio, dall'inizio di novembre, cioè "dalla presentazione delle Faq i numeri delle imprese che hanno fatto richiesta per i crediti sono quasi triplicati". Lo ha detto Marco Calabrò (nella foto), Capo Segreteria Tecnica del Ministro delle Imprese e del Made in Italy durante "Transizione 5.0: crescere per competere", l'evento organizzato da Il Sole 24 Ore che riunisce esperti, istituzioni e rappresentanti del mondo imprenditoriale per discutere delle opportunità offerte dal Piano Transizione 5.0, promosso da Ministero delle Imprese e del Made in Italy. "I numeri non sono confortanti. Ad oggi sono circa 580 imprese che hanno prenotato crediti del Piano Transizione 5.0 nell'ordine di circa 580 milioni - ha ricordato Calabrò - Ricordo però che anche i primi mesi di misure come il Superbonus hanno avuto nei primi mesi una dinamica lenta, perché iniziative così articolate e complesse hanno bisogno di una fase di apprendimento e maturazione della consapevolezza". Dalla Commissione Europea arrivano segnali positivi, afferma l'esponente del Mimit: "Abbiamo avuto la possibilità di cumulare il Piano 5.0" alle stesse misure che vanno nella stessa direzione. "È un'apertura importante e unica nelle misure del Pnrr". E poi ha aggiunto che il Piano Transizione 5.0 “riprende alcuni degli elementi del 4.0, quelli che forse erano i requisiti di maggiore successo e gradimento da parte delle imprese. Innanzitutto è una misura che si rivolge alla totalità delle imprese, senza distinguere settori, dimensione, localizzazione, quindi con intensità di aiuto equivalente per tutte le imprese. E soprattutto replica il concetto dell'automatismo, quindi se l'impresa ritiene di soddisfare i requisiti richiesti della misura può autonomamente procedere alla maturazione, poi alla compensazione del credito, non è necessario attendere un'istruttoria da parte del soggetto pubblico. Questo dovrebbe rendere la misura molto più veloce.”
Imprese: Calabrò (Mimit), stiamo lavorando su semplificazioni su Transizione 5.0
Per il futuro "stiamo proseguendo il dialogo con la Commissione Europea sul Piano Transizione 5.0”, ha continuato Marco Calabrò: “Abbiamo avuto molte aperture su tutti i fronti. Un po' meno sul criterio del DNSH (Do No Significant Harm), che è un criterio che limita la platea e soprattutto introduce delle complessità e dei limiti per le imprese energivore e per le imprese che utilizzano combustibili fossili. Per il resto che cosa stiamo facendo? Stiamo cercando poi di dare un po' più di respiro alle imprese, spostando dal 31 dicembre al 31 di aprile i termini, per dare quattro mesi di tempo in più alle aziende per completare gli investimenti - ha spiegato - Nella legge di Bilancio probabilmente interverremo con una correzione alle aliquote", in modo da rendere "più appetibile l'investimento". Il Mimit sta inoltre intervenendo sui pannelli solari, visto che "solo il 6% delle richieste" dei crediti li riguarda, poiché presentano una strozzatura nelle forniture e problema di costi rispetto alla concorrenza cinese. "Stiamo cercando di ridurre questo gap", in modo che pannelli prodotti in Europa possano concorrere. Ci sono poi le semplificazione della procedura e l'impegno a "continuare il dialogo" con associazioni e imprese.
Imprese: Passera (Illimity), servono investimenti per transizione e crescita
“Va benissimo promuovere l'efficienza energetica, la digitalizzazione correlata, ma noi abbiamo bisogno di tanti investimenti. Per competere bisogna investire”. Lo ha detto Corrado Passera: "Aver abbassato il contributo pubblico all'investimento, che è un bene pubblico, è stata una delusione" per le aziende, afferma Passera. Tuttavia, serve tornare a crescere "con un grosso contributo dell'Europa" e della Bce "che deve avere il coraggio di tagliare i tassi". Altrimenti "è impossibile coprire i bisogni minimi della gente, della società e della comunità". Per quanto riguarda il tessuto manifatturiero italiano, "la richiesta di credito alle banche c'è ed è tanta perché la maggioranza delle imprese è in transizione. - afferma Passera - Si tratta del credito cruciale per i riposizionamenti, i rilanci o i risanamenti che non si basano più sul bilancio ma sul Piano e richiedono anche alle banche di attrezzarsi" perché significa "diventare socio di un'azienda per 5 o 6 anni e quindi hai bisogno di competenza industriale”.