Economia

Gasolio, accisa triplicata minaccia inflazione e competitività

di Redazione
 
Gasolio, accisa triplicata minaccia inflazione e competitività
La Legge di Bilancio 2026 nasconde una sorpresa amara per milioni di imprese: un aumento secco di 4 centesimi al litro sull'accisa del gasolio a partire dal 1° gennaio 2026. La misura, contenuta nell'Articolo 30, stravolge l'equilibrio di un allineamento graduale precedentemente stabilito, facendo scattare l'allarme rosso tra le associazioni di categoria. Confartigianato Trasporti e CNA Fita denunciano una manovra "unilaterale" che colpisce l’86% della flotta commerciale e rischia di innescare una nuova spirale inflattiva.

La preoccupazione principale riguarda l'entità e la tempistica dell'aumento. Un precedente decreto (D. Lgs. 43/2025) aveva previsto un incremento minimo (circa 1,0-1,5 centesimi/litro) spalmato su più anni. L’articolo 30, invece, anticipa e concentra una crescita cumulativa di 4,05 centesimi nel solo 2026.

CNA Fita calcola che questo equivalga a un incremento dell'accisa complessivo pari al 200% rispetto a quanto preventivato.

A essere duramente penalizzata è la cosiddetta flotta leggera: 4,6 milioni di veicoli commerciali sotto le 7,5 tonnellate (l'86% del parco circolante). Questi mezzi, cruciali per le consegne dell'ultimo miglio, per l'artigianato e per i servizi di prossimità, non godono, a differenza dei TIR più pesanti e moderni, del meccanismo di recupero dell’accisa. L'aumento si traduce, quindi, in un costo operativo diretto e non ammortizzabile.

Le cifre snocciolate dalle associazioni evidenziano un impatto economico immediato e inatteso per migliaia di micro e piccole imprese: per i circa 181mila veicoli di piccola portata adibiti a trasporto per conto terzi, l'aggravio è di oltre 24 milioni di euro. Il costo sale in modo esponenziale per le imprese con flotte meno recenti: per gli 80mila veicoli Euro 4 e inferiori, la spesa extra rispetto al preventivato sfiora i 65 milioni di euro.

Confartigianato Trasporti ricorda che l'Italia detiene già il primato per le accise sul gasolio in Europa: 632 euro ogni 1.000 litri, circa il 25% in più rispetto alla media Eurozona. Questo ulteriore aumento mette a serio rischio la competitività del sistema produttivo nazionale.

Amedeo Genedani, Presidente di Confartigianato Trasporti, è perentorio: "Chiediamo al Governo di ritirare o modificare la misura e di tornare a una soluzione di buon senso per tutelare le imprese artigiane del trasporto e l’intero sistema produttivo".

La reazione di CNA Fita è altrettanto dura e si traduce in un vero e proprio ultimatum al Governo. L'associazione denuncia la "clamorosa mancanza di rispetto dell’impegno già adottato" e preannuncia conseguenze dirette sui consumatori.

Se il Governo non farà un "immediato passo indietro", le imprese non avranno alternative: saranno costrette ad aumentare le tariffe di trasporto perlomeno in misura pari all'incremento delle accise. Questo, a sua volta, alimenterà l'inflazione, vanificando gli sforzi per il contenimento dei prezzi e infliggendo un "colpo durissimo" a tutto il sistema economico, dalle microimprese ai consumatori finali.
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