Economia
Europa: Brunetta, "Questo è un grande momento di crisi, che richiede una grande risposta"
di Redazione
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L'intervento del presidente del CNEL al "Forum in Masseria" a Saturnia
“Come disse Jean Monnet, l’Europa si è forgiata nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per quelle crisi’. È sempre successo così in Europa. E questo è un grande momento di crisi, che richiede una grande risposta. Quel che pochi sanno è che molte soluzioni nei momenti chiave della costruzione dell’UE sono originate dall’Italia: dal Consiglio europeo di Roma del 1975, che sancì l’elezione a suffragio universale del Parlamento europeo, a molti altri passaggi cruciali negli anni a seguire, fino alla Dichiarazione di Roma nel 2017, in cui fu ribadita la fiducia nel progetto di un’Unione ‘indivisa e indivisibile’. Ancora una volta è dall’Italia che possono arrivare soluzioni per affrontare una delle crisi più drammatiche che l’Unione sta attraversando. Penso in particolare ai due rapporti di Draghi e di Letta”. Così il presidente del CNEL Renato Brunetta, al Forum in Masseria a Saturnia.
PARTIRE DA RICERCA E INNOVAZIONE, UTILIZZIAMO FORMAT CERN
“Lasciamo perdere le arroganze della politica americana e andiamo alla sostanza. Partiamo dall’Europa, partiamo da ricerca e innovazione, partiamo dalla sua capacità di essere competitiva. Abbiamo una dotazione di capitale sociale eccezionale, maggiore degli Stati Uniti: università, centri di ricerca e poli tecnologici, infrastrutture strategiche essenziali. L’Europa ha molti asset strategici su cui puntare. In questo momento le startup europee mostrano grande vitalità e creatività. In questo contesto, bene la proposta di Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR, e Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica, di utilizzare il ‘format’ del CERN di Ginevra per valorizzare l’immenso patrimonio europeo di competenze in settori chiave come l’intelligenza artificiale, la space economy, i droni, la robotica, i materiali avanzati e la cybersecurity”, ha aggiunto il presidente del CNEL.
OBIETTIVO MAKE EUROPE GREAT AGAIN
“Io sono per MEGA, Make Europe Great Again, perché abbiamo tutte le potenzialità per essere non antagonisti ma competitivi rispetto agli Stati Uniti e soprattutto rispetto alla Cina. Abbiamo perso un quindicennio, questa è la verità. Il quindicennio della Merkel, perché ha puntato ad avere l’energia a basto costo dal Nord e ha puntato alle esportazioni manifatturiere della Germania e all’austerità per tutti gli altri. Questo ha privato l’Europa di investimenti interni. Poi si è aggiunta la crisi pandemica e allora, per fortuna, abbiamo avuto un momento Hamilton, cioè la scelta del debito comune. Occorre ora un programma di finanziamento per crescita e sicurezza basato su meccanismi di condizionalità premiale, sul modello del NextGenerationEU (NGEU). Un piano ‘hamiltoniano’, che possa superare gli opportunismi a livello nazionale. Serve però qualcuno che faccia il primo passo. E può essere proprio l’Italia”, ha evidenziato Brunetta.
BENE ACCORDO CON INDIA
“Bene l’accordo della Van der Leyen con l’India. Questa è la risposta giusta. Così possiamo competere con la Cina. Perché il rischio del trumpismo è l’isolazionismo, che è una malattia storica ricorrente degli Stati Uniti. Una malattia che fa male a loro e al mondo intero. E anche i dazi fanno male innanzitutto a loro, perché determinano inflazione. E dire che la soluzione è bilaterale non ha senso. Dobbiamo avere soluzioni di scala analoga e quindi la scala europea, a cui si può aggiungere la Gran Bretagna”, ha evidenziato.
AUMENTO SPESA DIFESA MA IN QUADRO PIÙ AMPIO DI RILANCIO ECONOMIA
“Non pensiamo - ha affermato Brunetta - che difesa sono solo i carri armati. Difesa vuol dire satelliti, ricerca, Intelligenza Artificiale, università. Non basta un mero aumento della spesa per la difesa in senso stretto. Occorre rafforzare la sicurezza dei cittadini, ma in un quadro più ampio di rilancio dell’economia europea e della sua posizione geostrategica. Le principali sfide riguardano il gap tecnologico fra UE e Stati Uniti e Cina, l’equilibrio fra la traiettoria della transizione ecologica delineata dal Green New Deal, la crescita della competitività europea e un sistema di sicurezza che passi dal superamento delle dipendenze”.
PIANO POLITICA ECONOMICA E INDUSTRIALE CON RISORSE PARI ALMENO 5% PIL UE
“La proposta di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa è importante ma insufficiente. In primo luogo, perché rimette agli Stati membri le scelte di investimento, rispetto alle quali l’Unione non ha poteri incisivi di indirizzo e coordinamento. In secondo luogo, perché questo creerebbe ulteriori tensioni sulle finanze dei Paesi tradizionalmente ad alto debito pubblico. Infine, perché un solo intervento sulla difesa, nazionale o europeo, è insufficiente a far fronte alle necessità di crescita, rafforzamento geopolitico e sicurezza di cui il nostro continente ha bisogno. Per questo è necessario un piano articolato di politica economica e industriale dotato di risorse pari almeno al 5% del PIL europeo, circa 1.000 miliardi di euro. Un piano nel cui ambito sia attivata la clausola di salvaguardia per la difesa”, ha concluso il presidente del CNEL.