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Dazi: Trump gongola guardando il tracollo delle borse

di Redazione
 
Dazi: Trump gongola guardando il tracollo delle borse

Nemmeno il fatto che ieri, alla notizia delle tariffe ritorsive della Cina rispetto ai dazi americani, le azioni statunitensi sono state travolte da fortissime vendite sembra scalfire la sicumera di Donald Trump che, come se fosse un ricco pensionato, ha voluto raggiungere la Florida per assistere ad un torneo di golf.

Wall Street in picchiata: la guerra dei dazi travolge i mercati globali

I numeri di ieri di Wall Street restituiscono un quadro di devastazione: il Dow Jones è crollato di 2.231 punti, il 5,5%. Il più ampio S&P 500 è sceso del 5,97%. Il Nasdaq Composite, a forte connotazione tecnologica, ha perduto il  5,82%. Per la prima volta dal 2022, il Nasdaq ha chiuso in ribasso, con un calo di oltre il 20% rispetto al massimo storico di dicembre. Il Dow ha in calo di oltre il 10% rispetto al suo massimo storico di dicembre. L'S&P 500 ha perso 5,06 trilioni di dollari di valore di mercato negli ultimi due giorni. Quanto accaduto ieri a Wall Street, così come su altri mercati, è che gli investitori hanno temuto che una drammatica escalation di una guerra commerciale potesse far precipitare le economie degli Stati Uniti e del mondo in una recessione. 

E le previsioni degli analisti sono, a dir poco, fosche. Quelli di JPMorgan hanno affermato che l'economia americana e l'economia mondiale in generale avevano entrambe il 60% di possibilità di sprofondare in una recessione quest'anno. Aggiungendo poi che le probabilità di una recessione aumenterebbero se i Paesi iniziassero a reagire contro gli Stati Uniti, come ha fatto la Cina ieri.  Le ritorsioni aumentano il rischio di una reazione a catena, allontanando la speranza di una negoziazione. Le azioni statunitensi hanno registrato un breve rialzo dal punto più basso della mattinata dopo che Trump ha pubblicato sui social media di aver avuto una "chiamata molto produttiva" con To Lam, il segretario generale del Partito comunista del Vietnam. "(Lam) mi ha detto che il Vietnam vuole ridurre i suoi dazi a ZERO se riesce a raggiungere un accordo con gli Stati Uniti. L'ho ringraziato a nome del nostro Paese e gli ho detto che non vedo l'ora di incontrarlo nel prossimo futuro", ha detto Trump. Notizia che ha sospinto in alto le azioni di Nike del 3%, dal momento che l'azienda dell'Oregon fa ampio affidamento sulle catene di fornitura internazionali e sulle importazioni dal Vietnam, dove si trovano molte delle sue fabbriche. Su questa situazioni si sono innestate le parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, secondo il quale l'inflazione potrebbe rimanere elevata a causa dei dazi di Trump. "Mentre l'incertezza rimane elevata, sta diventando chiaro che gli aumenti tariffari saranno significativamente maggiori del previsto. Lo stesso probabilmente accadrà per gli effetti economici, che includeranno un'inflazione più elevata e una crescita più lenta", ha affermato Powell, aggiungendo  che "la dimensione e la durata di questi effetti rimangono incerte". Una posizione che sembra allargare ulteriormente la distanza tra Powell e Trump, che ormai ne chiede le dimissioni.

Recessione in vista? Analisti e Fed lanciano l’allarme sull’economia USA

I trader hanno abbandonato i titoli rischiosi, in particolare le aziende tecnologiche i cui prodotti sono fabbricati all'estero e potrebbero presto essere soggetti a enormi tariffe. Apple, che è crollata di oltre il 9% giovedì, è scesa di un altro 7,3% ieri. Mentre i future azionari crollavano prima del suono della campanella d'apertura, Trump ha scritto sui social media: "Ai tanti investitori che arrivano negli Stati Uniti e investono enormi quantità di denaro, le mie politiche non cambieranno mai. Questo è un ottimo momento per diventare ricchi, più ricchi che mai!!!" L'indicatore della paura di Wall Street, il Cboe Volatility Index, o VIX, è aumentato del 50%. "Paura estrema" è stato il sentimento che ha guidato i mercati, secondo l'indice Fear and Greed della CNN , che è crollato al suo livello più basso quest'anno mentre gli investitori si preparavano a una crescente guerra commerciale globale. I prezzi dell'oro sono saliti sopra i 3.130 dollari l'oncia troy ieri mattina, stabilendo un altro record, prima di scendere a circa 3.030 dollari. 

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