Burning Buzz
Congedo cuore infranto
di Barbara Leone
Sospiri, occhi lucidi e playlist di canzoni strappalacrime… Sì, proprio quelle tipo “Cinque giorni che ti ho perso” di Michele Zarrillo, che nel corso degli anni ha aiutato molti a dare il giusto pathos ai propri momenti di angoscia post-rottura. Ma se prima ci si limitava a scrivere poesie o ad affondare i dolori nella Nutella, oggi qualcuno ha pensato bene di fare un passo in più: nelle Filippine, infatti, è nato il congedo per cuore infranto. L'idea è venuta al signor Ricardo Dublado, amministratore delegato del Cebu Century Plaza Hotel. Dopo una separazione che ha mandato in tilt il suo rendimento lavorativo nel 2018, Dublado ha stabilito che il dolore d'amore merita cinque giorni di congedo retribuito per i dipendenti che devono riprendersi dal trauma. Ma attenzione: vale solo per un amore nuovo all’anno: niente sconti per chi ci riprova col vecchio partner! E così, tra un sospiro e una lacrima versata in ufficio, il “congedo d’amore” diventa realtà. Per quanto ironico possa sembrare, Dublado stesso spiega che una persona sofferente d’amore è spesso una presenza “fantasma” al lavoro: fisicamente presente, ma con la mente totalmente persa nei ricordi e nei “cosa sarebbe stato se...”. Del resto, si sa, quando il cuore è infranto anche le faccende più banali diventano insormontabili. Dublado, forte del suo vissuto, ha stimato cinque giorni come “periodo di guarigione standard” per una delusione amorosa.
E chi siamo noi per contraddirlo?
La trovata ha fatto un certo scalpore nelle Filippine, al punto che è stata presa come spunto per una proposta di legge. A febbraio, infatti, il parlamentare Lordan Suan, con uno slancio di empatia – e forse anche lui con il cuore spezzato – ha avanzato l'idea di un congedo di tre giorni non retribuiti per chiunque subisca una rottura. “Le separazioni hanno un impatto significativo sul benessere emotivo e mentale”, ha dichiarato Suan, “con effetti sulla produttività e una crescita dell'assenteismo”. Insomma, sembra che il nostro parlamentare abbia voluto dichiarare guerra a quei giorni bui in cui ci si trascina in ufficio come zombie. D'altro canto, non si tratta dell’unico caso in cui un'azienda tenta di promuovere il benessere emotivo dei propri dipendenti. Colossi come Adobe e Virgin Money, per esempio, concedono ai dipendenti dei giorni di “salute mentale” per staccare e riprendersi, nel caso in cui l’umore vada a picco. Anche il Regno Unito è della partita: Tesco e Metro Bank supportano i dipendenti durante i periodi di crisi personale e familiare attraverso la cosiddetta “Parents Promise”, un’iniziativa che offre flessibilità lavorativa e accesso a consulenza. In effetti, uno studio dell'Università del Minnesota del 2023 ha dimostrato che il 44% degli intervistati subisce conseguenze negative sul lavoro a causa di una separazione, mentre una minoranza, il 39%, ha visto in essa una nuova opportunità di crescita.
Ora, se questa iniziativa filippina dovesse passare, qualcuno potrebbe preoccuparsi del rischio di un'inflazione di cuori infranti improvvisi tra i dipendenti. La People Management Association of the Philippines ha espresso timori sui costi aggiuntivi per le aziende, e alcuni dipendenti hanno ammesso che non prenderebbero in considerazione il congedo se non fosse retribuito. Come dire: il mondo si muove con il denaro, e in fondo un cuore spezzato non paga le bollette.
Eppure, forse la proposta non è così strampalata. La separazione, così come la fine di una storia importante, ha conseguenze profonde. Riconoscerne il peso potrebbe in effetti aiutare le persone a vivere meglio. Anche perché, tra un bicchiere di prosecco e una canzone strappalacrime, si potrebbe davvero risparmiare sul costo di un terapista o di altre giornate di assenza. Il che, alla lunga, farebbe bene tanto ai lavoratori quanto alle aziende stesse.