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Centri commerciali, la nuova frontiera è la rigenerazione

di Redazione
 
Centri commerciali, la nuova frontiera è la rigenerazione
La crescita dei centri commerciali in Italia passa sempre più attraverso la riqualificazione dello stock esistente e non da nuove aperture. È quanto emerge dall’analisi condotta da Reno per Confimprese, presentata al XIII Retail & Real Estate Confimprese di Rimini: il retail fisico non è in crisi, ma in piena evoluzione, con un mercato che punta su qualità, sostenibilità e prossimità.

Se nel 2019 erano previste 16 nuove aperture nel triennio, oggi lo scenario è cambiato radicalmente, per il periodo 2025-2028 sono infatti attese solo sette nuove strutture, tra cui il Nuovo Distretto Telematico di Genova, il Fass Shopping Centre di Elmas (Cagliari), il City Mall di Gallarate, la Galleria Porta Vittoria a Milano e l’Iper Tosano a Brescia. Nel biennio successivo arriveranno anche il Centro Commerciale di Messina e Milanord a Cinisello Balsamo.

In compenso, oltre 1.001 complessi commerciali sono già attivi sul territorio nazionale, con 16 strutture d’eccellenza e numerosi progetti di rigenerazione in corso. La logica prevalente è quella della rotazione strategica, si chiudono i punti vendita meno performanti per aprirne di nuovi in aree più attrattive, favorendo lo sviluppo di retail park, high street e negozi di prossimità, il cui saldo netto di aperture tra il 2021 e il 2025 è di 556 unità.

Secondo Mario Resca (nella foto), presidente di Confimprese, “il retail si sta evolvendo e i centri commerciali sono sempre più percepiti dai consumatori come spazi polifunzionali dove vivere esperienze, non solo fare acquisti”. In crescita, infatti, i comparti food&beverage e pet, simboli del nuovo modo di intendere il consumo, mentre il fashion continua a registrare una contrazione strutturale.

Anche la vacancy rate, spesso considerata un indicatore di crisi, mostra oggi segnali di stabilità, oscillando tra il 3% e l’8%, un livello che indica equilibrio tra domanda e offerta. I centri di fascia alta hanno recuperato i livelli pre-pandemia, mentre le strutture più piccole si rinnovano per attrarre brand forti e migliorare il mix merceologico.

Sul piano geografico, il Nord-Ovest resta il baricentro del mercato, ma crescono gli investimenti nelle aree urbane secondarie e negli hinterland metropolitani. Il 42% dei consumatori italiani oggi preferisce fare shopping in high street e negozi di prossimità, mentre solo il 28% sceglie centri commerciali e outlet.

A livello europeo, la ricerca evidenzia un’Italia allineata alla Germania per maturità del mercato, con la crescita affidata alla rigenerazione dello stock esistente. Nel Regno Unito il settore è in pieno ridimensionamento, con un calo del 25% delle strutture in dieci anni, mentre la Spagna rappresenta l’unico mercato in espansione, con 43 nuovi progetti previsti tra Madrid, Valencia e Siviglia.

“Il futuro del retail italiano sarà ibrido, opticanale e di prossimità, fondato su esperienze locali e sull’integrazione tra fisico e digitale. Il retail non sta scomparendo: si sta semplicemente ridefinendo”, conclude Gian Enrico Buso, managing partner di Reno.

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