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Babbo Natale smascherato in diretta TG

di Barbara Leone
 
Babbo Natale smascherato in diretta TG

Se c’è una cosa che alla vigilia di Natale proprio non ti aspetti, è di vedere un alto prelato che in modalità Grinch manda in frantumi i sogni innocenti di milioni di bambini italiani. E invece è successo anche questo. Protagonista: il cardinale Angelo Comastri, vicario generale emerito di Sua Santità, che a mo’ di rivelazione del terzo segreto di Fatima ha solennemente annunciato in diretta al tg1 della sera che “Babbo Natale non esiste”. Come se ciò non bastasse a mandare di traverso il cenone a genitori e pargoli, ha specificato: “Scrivere a Babbo Natale è come scrivere a nessuno”. Il che, per carità, è anche tecnicamente. Ma era proprio necessario dirlo così brutalmente a tutti in diretta nazionale, rompendo la magia dell’attesa della mezzanotte con la delicatezza di un elefante in una cristalleria? È un po’ come se uno chef stellato si presentasse nel bel mezzo di un pranzo nuziale per spiegare che quel soufflé di cioccolato pagato un occhio della fronte, è solo una montatura di aria zuccherata. Non è che abbia torto, ma chi gliel’ha chiesto? Non sorprende che l’inopportuna uscita del suddetto cardinale abbia scatenato un putiferio sui social. Tra i commenti, c’era chi applaudiva l’austerità teologica del Comastri: “Ha ragione, la ricorrenza vera è la nascita di Gesù”, ha scritto qualcuno con la retorica di chi scopre l’acqua calda. Altri, però, non hanno preso bene la scelta di tempi e modalità: “Non discuto il Credo. Discuto, molto, che abbia detto che Babbo Natale non esiste al Tg1, alla vigilia, con non so quanti bambini a cena con la TV accesa”. E come dargli torto?

L’idea di smascherare Babbo Natale non è, però, un’esclusiva italiana. Pochi giorni fa, un episodio simile ha avuto luogo in Inghilterra, dove il reverendo Paul Chamberlain ha deciso di rivelare la scomoda verità a una classe di bambini di dieci anni durante l’ora di religione. “Sono i vostri genitori a comprare i regali che trovate sotto l’albero la mattina di Natale, e sono sempre loro a mangiare i biscotti che lasciate per Babbo Natale la sera della Vigilia, perché, dovete sapere, Babbo Natale non esiste!, ha proclamato il reverendo. Risultato? Lacrime, rabbia, e una mamma convinta che il prete avesse “perso la testa”. Sembra quasi che ci sia una gara internazionale per vedere chi riesce a infrangere più sogni natalizi nel minor tempo possibile.

Tornando a Comastri, la sua riflessione non convenzionale sulla nascita di Gesù, contenuta nel libro “Sai cos’è il Natale” vorrebbe riportarci al significato autentico della festa. Un’intenzione nobile, ma forse il messaggio poteva essere veicolato scendendo dal pulpito e senza passare per il tritacarne delle illusioni infantili. Perché, alla fine, Babbo Natale è molto più di un personaggio frutto della fantasia. È un simbolo di amore, di dono e di magia, qualcosa che la Chiesa dovrebbe celebrare, sicuramente non distruggere. Una vicenda, quella del cardinal Comastri, che riecheggia una tradizione ben più ampia di critiche al Natale e alle sue derive commerciali. A partire dal lontano 1954, quando Curzio Malaparte scrisse con feroce sarcasmo sul vuoto cristiano che circondava le celebrazioni: “Non hanno nel cuore una briciola di bontà… e poi festeggiano il Santo Natale!”. Fino a Giovanni Papini, che con il "Pellegrino cherubico" di Angelo Silesio,ammoniva che il Natale sarebbe inutile senza una rinascita interiore. Persino Eugenio Scalfari, non credente, si rammaricava della scarsa attenzione rivolta a Gesù in questo periodo. Tutto giusto, giustissimo. Ma, come dicevano gli antichi, est modus in rebus.

E nessuno di loro ha mai sentito il bisogno di smascherare Babbo Natale in diretta tg. Non discuto il contenuto, ma forma sì. Perché è vero: Babbo Natale non esiste. Ma i sogni dei bambini sì. E quei sogni meritano di essere protetti, soprattutto in un’epoca in cui la realtà non offre molte favole. In un mondo pieno di crudele disillusione, la figura di Babbo Natale rappresenta forse una delle poche magie rimaste, un antidoto al cinismo che spesso ci circonda. Che poi siano i genitori a mettere i regali sotto l’albero è irrilevante: il punto è la magia che li accompagna, l’idea che esista qualcosa di più grande di noi, anche solo per una notte. Forse, la prossima volta che un rappresentante della Chiesa deciderà di affrontare la questione di Babbo Natale farebbe meglio a pensare che, a volte, anche il silenzio può essere un dono. E lui no: non si trova sotto l’albero ma nel cuore di chi, parafrasando Jacques Brel, riesce ad invecchiare senza diventare adulto.

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