Economia
Aziende piemontesi: presentata l'indagine congiunturale per il I° trimestre 2025
di Redazione
Condizionate dal generale quadro di incertezza, le imprese della regione affrontano il l trimestre 2025 con estrema cautela, pur manifestando segnali di reazione e la volontà di guardare oltre le difficoltà. Lo dimostra la tenuta degli investimenti, che rientrano nei programmi di quasi i tre quarti degli intervistati, fra cui il 23,6% preannuncia l’acquisto di nuove attrezzature. Analogamente, l’indice di utilizzo di impianti e risorse si attesta al 77% del pieno regime, in linea con lo scorso trimestre.
Gli indicatori evidenziano un avvio d’anno in cui prevale la prospettiva di riduzioni nella produzione (saldo ottimisti/pessimisti al -4,6%), negli ordini (-6%) e nella redditività (-8,2%), così come appaiono ridimensionate le attese sulle esportazioni (-9%). Restano positive le aspettative sui livelli occupazionali, seppur ridimensionate rispetto al precedente trimestre, con il 12,8% del campione che ne pronostica un aumento e il 10,4% che prevede un calo dell’impiego, per un indice di fiducia del +2,4%. Parallelamente, cresce il ricorso alla CIG, attivata dal 13,7% dei partecipanti all’indagine, e soprattutto in ambito manifatturiero, dove il 18,6% delle aziende intende farne uso.
In termini dimensionali, si osserva di nuovo la forbice che vede le grandi imprese esprimere attese maggiormente positive rispetto alle altre: fra le realtà con meno di 50 dipendenti l’indice di fiducia sulla produzione è al -6,2%, mentre fra quelle con 50 o più addetti si attesta al -0,8%.
A livello generale, aumentano le aziende che temono una crescita di costi energetici, materie prime e logistica, con tempi di pagamento che restano stabili e una diminuzione del numero di imprese con un carnet ordini di medio-lungo periodo, a favore di una visibilità inferiore ai tre mesi. Si conferma invece la tendenza che da oltre un anno vede una divergenza nell’andamento settoriale. Infatti, se da un lato nel comparto manifatturiero si rilevano sintomi di sofferenza (saldo fra ottimisti/pessimisti al -12,7%), dall’altro il terziario prosegue la crescita avviata dalla pandemia in poi (saldo al +13,7%), anche in virtù di una bassa incidenza dell’export che preserva maggiormente il mercato dei servizi dalle tensioni internazionali.
Il commento del Presidente di Unione Industriali Torino Marco Gay (nella foto): «Stiamo vivendo un periodo di grande incertezza e complessità, ma in questo contesto voglio sottolineare come l’eterogeneità del nostro tessuto produttivo - in cui si distingue un terziario in trend positivo - insieme alla concreta propensione di tutta la nostra industria a innovare e a competere nel mondo, continuino a rappresentare il valore aggiunto dell’economia del territorio. Ne è prova la tenuta degli investimenti che, anche grazie a strumenti di politica industriale, delineano l’orientamento allo sviluppo delle competenze e al rinnovamento produttivo delle imprese torinesi. Il sistema mostra quindi capacità di reazione, pur dinanzi alle difficoltà che stanno attraversando in tutta Europa settori importanti come la metalmeccanica e con aspettative inevitabilmente condizionate da uno scenario economico continentale reso ancor più delicato dai problemi dell’automotive. Un settore per il cui rilancio ribadiamo l’urgenza di un “mobility act” europeo, orientato al principio della neutralità tecnologica e capace, stimolando investimenti in tecnologia e innovazione, di ridare centralità all’intera filiera della mobilità, di cui il nostro territorio non può che essere un protagonista».