Economia

AssoNEXT contro l’articolo 18: "Così si colpiscono investimenti, PMI quotate e crescita del mercato dei capitali"

di Redazione
 
AssoNEXT contro l’articolo 18: 'Così si colpiscono investimenti, PMI quotate e crescita del mercato dei capitali'

Nella foto Emilia Orsini, Segretario Generale e Responsabile Relazioni Istituzionali di AssoNEXT

AssoNEXT, l’associazione che riunisce le PMI quotate sui mercati italiani, lancia un allarme pesante contro l’articolo 18 del disegno di legge di Bilancio. La norma, che modifica in profondità il regime di tassazione dei dividendi nell’ambito del reddito d’impresa, prevede che l’esenzione del 95% sui dividendi, oggi valida per tutte le partecipazioni societarie, si applichi solo se la quota detenuta non scende sotto il 10%. Sotto questa soglia, gli utili distribuiti verrebbero tassati integralmente.

Per AssoNEXT, ciò “stravolgerebbe l’assetto vigente della fiscalità d’impresa”, un sistema che da oltre vent’anni garantisce neutralità e coerenza lungo la catena delle partecipazioni. L’associazione ricorda che il regime di esenzione PEX non è mai stato concepito come un’agevolazione, ma come lo strumento tecnico indispensabile per evitare la doppia imposizione economica, prima nella società che genera l’utile, poi in quella che lo riceve. Anche le ipotesi correttive circolate, come escludere le società quotate dal perimetro o ridurre la soglia dal 10% al 5%, non eliminerebbero il problema alla radice, in entrambi i casi, infatti, si avrebbe comunque una doppia tassazione sugli stessi utili.

Secondo le simulazioni dell’associazione, gli effetti sarebberoparticolarmente gravi per l’intero ecosistema degli investimenti”. Ad essere colpite in modo diretto sarebbero le holding che investono in partecipazioni sotto il 10%. Il flusso di dividendi percepito da queste società subirebbe una tassazione piena al 24%, cui si sommerebbe il 26% dovuto dalle persone fisiche in caso di distribuzione successiva, portando il carico complessivo intorno al 50%.

Oggi, invece, il sistema prevede un’imposizione effettiva dell’1,2% a carico della holding (il 24% applicato solo sul 5% dell’utile), più il 26% per il socio, per un totale del 27,2% circa. Un divario enorme, che penalizzerebbe strutturalmente strumenti oggi centrali nel finanziamento delle imprese: club deal, family office, veicoli di investimento specializzati e Management Incentive Plan, spesso costruiti con partecipazioni inferiori alla soglia del 10%.

Gli impatti negativi si estenderebbero anche sulla governance e sulle operazioni straordinarie. In primo piano, il rischio di un forte freno ai processi di M&A. Acquisire partecipazioni che comportano diluizioni sotto la soglia del 10% diverrebbe fiscalmente sfavorevole, riducendo la convenienza delle aggregazioni e ostacolando la crescita dimensionale delle imprese. Allo stesso modo, sarebbero penalizzati gli aumenti di capitale, con investitori improvvisamente colpiti da un aggravio fiscale quando la loro quota scende sotto la soglia, e i consolidamenti societari, che richiederebbero strutture partecipative molto più rigide.

A ciò si aggiunge una discriminazione dimensionale evidente, poiché raggiungere il 10% di partecipazione in una grande società richiede capitali molto più elevati rispetto a una PMI, scoraggiando la diversificazione e gli investimenti in società più strutturate.

Sul piano delle proposte, AssoNEXT chiede innanzitutto lo stralcio integrale dell’articolo 18, per salvaguardare la stabilità e la coerenza del sistema fiscale italiano. In subordine, propone soluzioni alternative:

- eliminare la retroattività della norma

- ridurre l’esenzione PEX al 90% per tutti, senza soglie percentuali

- adottare un modello “alla lussemburghese”, che combina soglia partecipativa e significatività economica dell’investimento

- introdurre una PEX condizionata all’holding period, fino alla piena esenzione dopo 36 mesi di possesso continuativo


Infine, l’associazione ritiene indispensabile inserire una clausola di salvaguardia per non danneggiare le PMI quotate e il mercato dei capitali italiano, settore su cui il governo sta investendo per favorire crescita e competitività. La proposta include la piena esenzione PEX per i dividendi provenienti da PMI quotate (fino a 1 miliardo di capitalizzazione), comprese quelle su Euronext Growth Milan, detenute per almeno un anno, e per le partecipazioni diluite sotto il 10% in seguito ad aumenti di capitale o operazioni di integrazione societaria.

In un momento in cui l’Italia punta a rafforzare il proprio mercato finanziario e a sostenere l’accesso delle imprese alla Borsa, la battaglia di AssoNEXT si colloca in una prospettiva più ampia, quella di evitare che una modifica fiscale rischi di indebolire un ecosistema già fragile, colpendo proprio quei soggetti che più contribuiscono alla crescita industriale e all’innovazione del Paese.

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