E pensare che da piccola ero pure innamorata di lui per poi scoprire mestamente e alla mia età non tanto verdarella che gli abbagli li prendevo fin dalle elementari, sarà una questione di karma. E così anche Angelo Sotgiu si è rivelato in perfetto allineamento con i miei ex, roba che se davvero una persona deve essere giudicata per chi si trascina dietro e altrove, sarei una casella appena più giù di Jack lo Squartatore: eccolo qui il “biondino” dei Ricchi e Poveri, quelli col nome dato da Califano buonanima, quelli che si sono rivelati capaci di risorgere dalle proprie ceneri come nemmeno Phoenix di Saint Seya, quelli che hanno surfato indenni tradimenti e disgrazie a colpi di Mamma Maria (la preferita di mia nonna) e Sarà perché ti amo, immortalato durante il Concertone di Capodanno a inveire contro tecnici e maestranze Rai, al lavoro e al freddo probabilmente per un decimo del compenso percepito dal duo, perché non gli funzionava il microfono, mettendo in imbarazzo San Marco Liorni e Mamma Rai tutta, ché il 2025 inizia davvero sotto ottimi auspici.
Angelo Sotgiu impreca sul palco
Come un Marco Columbro qualsiasi, che non dimenticherò mai in quel tragico frame di anni fa in cui si sfilava una scarpa per tirarla in fronte a un altro malcapitato tecnico e poi sta ancora lì a chiedersi filosoficamente perché Canale 5 lo abbia dimenticato, il buon Sotgiu da Trinità d'Agultu e Vignola, che in tutte le interviste ringrazia i numi per la transizione da benzinaio tristerrimo a popstar strapagata sui palchi di tutto il mondo, starnazza un sonoro «Buon anno, teste di c….!» interrompendo il tradizionale conto alla rovescia. Di certo non si può negare che avrà canalizzato mediaticamente il pensiero di buona parte dei suoi connazionali alle prese con gli estenuanti festeggiamenti capodanneschi ma dagli schermi di Rai Uno e in piena diretta, sotto lo sguardo esterrefatto di Liorni magari pare brutto, soprattutto da parte di chi ha fatto strada con una narrazione da sole cuore e amore (presumibilmente però Valeria Rossi non lo avrebbe fatto), improntata al volemose bene forever.
Sì, come no: mi immagino la brunetta del gruppo fustigarlo a sangue dopo il fattaccio, e per di più alla fine di un anno di rimonta praticamente perfetto. Un classico caso di autofagia perché ho la netta sensazione che la Rai adesso se la sogneranno per un bel po’. Ovviamente il siparietto di insulti vari indirizzati ai tecnici non è sfuggito ai social dove il simpatico augurio è diventato una serie di meme meravigliosi mentre il povero Liorni alla fine si cospargeva il capo di cenere in anticipo di almeno due mesi: «Vi dobbiamo delle scuse perché ci è stato detto che qui, sul palco pieno di gente, dove è successo di tutto come sempre accade quando sta per arrivare la mezzanotte, sembra sia scappata qualche parola che non sarebbe dovuta scappare, e volevo scusarmi con il pubblico, con chi l'ha sentita e si è sentito disturbato da questa espressione sicuramente sconveniente». Intanto il colpevole, orbo di tanto spiro, non ha pronunciato verbo finché non è arrivata a shakerarlo per la collottola la consigliera di amministrazione Rai Federica Frangi. Immediate a quel punto le scuse, come da prassi, «ai lavoratori e con il pubblico per aver usato parole e toni sconvenienti, inusuali per me, in un momento di concitazione perché non si sentiva distintamente la mia voce», manco fosse il roveto ardente. A conferma di quello che dopo decenni di musate comincio finalmente a capire: dentro un Angelo Sotgiu c’è (quasi) sempre uno Sfera Ebbasta. O un TonyEffe: caro Gualtieri, prenda nota.