Economia

I cento anni della "cultura del risparmio" celebrati da Mattarella, Panetta, Giorgetti e Patuelli

Redazione
 
"Cento anni di cultura del risparmio" è stato il tema della Giornata mondiale del Risparmio, come da tradizione organizzata dall'Acri, e che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e del presidente dell'Abi, Antonio Patuelli.
Nel suo intervento, il presidente Mattarella ha sottolineato come "l'inserimento in Costituzione del tema risparmio è esso stesso valore per il futuro delle famiglie e del Paese", aggiungendo che "la lotta all'inflazione, la tutela del valore reale dei risparmi sono impegni prioritari per qualsiasi Stato e, in particolare, per la nostra Repubblica", perché, ha aggiunto, "incoraggiare il risparmio, per rifarci alla previsione costituzionale, significa incentivarlo come fonte importante del processo economico".

I cento anni della "cultura del risparmio" celebrati da Mattarella, Panetta, Giorgetti e Patuelli

"Le iniziative per incoraggiare il risparmio sono, dunque - ha detto il presidente della Repubblica - ancora necessarie e benvenute. La prima condizione è che sia possibile risparmiare a livello individuale. Oggi - ce lo dicono i dati della Banca d'Italia - il 50% della popolazione italiana continua a non essere in grado di risparmiare. Con gravi disuguaglianze, e l'aumento della povertà rischia di perpetuare questa condizione nel tempo".
Molto articolato l'intervento del governatore Panetta che ha detto come, dopo la stretta monetaria della Bce, attuata per la crisi energetica, "le condizioni monetarie rimangono restrittive, e richiedono ulteriori riduzioni", aggiungendo che "occorre porre attenzione alla fiacchezza dell'economia reale", con il rischio che, mancando una ripresa sostenuta, si correrebbe il rischio di una inflazione sotto la soglia del 2%.
Una situazione, ha spiegato, "che la politica monetaria faticherebbe a contrastare e che va evitata".

Per il governatore di Bankitalia, l'economia europea è penalizzata da "tassi di interesse reali ancora elevati", così come dal venire meno degli stimoli fiscali adottati, negli anni scorsi, per la crisi pandemica.
Ricorrendo a temi che già sono stati al centro di precedenti interventi, Panetta ha detto che la bassa crescita italiana è conseguenza anche di "scarsa capacità innovativa e pochi investimenti" e di "un sistema produttivo frammentato e orientato verso comparti tradizionali". Una situazione resa ancora più problematica dall'alto debito pubblico, "che comporta anche una enorme spesa per gli interessi". Panetta ha, quindi, sostenuto che, in prospettiva, "l'elevata dotazione patrimoniale e la prevedibile riduzione della redditività potranno spingere le banche verso operazioni di concentrazione, anche su base transfrontaliera".
Cose che dovranno passare per un innalzamento dell'efficienza, "creando intermediari forti, redditizi, in grado di meglio servire l'economia reale", ha sottolineato.
Panetta ha poi riconosciuto la "responsabilità importante" dell'Italia per dare credibilità al progetto europeo, e questo deve farlo "realizzando gli investimenti e le riforme previsti dal Pnrr, riducendo l'incidenza del debito pubblico sul prodotto e affrontando con decisione i nodi irrisolti che ho richiamato".

Nel suo intervento, il Governatore ha detto anche che "risparmiare significa trasferire risorse dal presente al futuro: si risparmia per stabilizzare il consumo tra le varie fasi della vita; per fronteggiare imprevisti come la perdita del lavoro o una malattia; per finanziare un ciclo di studi, acquistare una casa, avviare un’attività. La capacità di risparmiare dipende dalle prospettive di reddito nell’intero ciclo di vita, sebbene il vincolo del reddito corrente diventi stringente per chi – come molti giovani – ha difficoltà ad accedere al credito. Anche il sistema di protezione sociale ha un ruolo importante: una pensione generosa e un sistema sanitario efficiente riducono l’esigenza di accantonare risorse. Le scelte di risparmio dipendono infine dalla ricchezza, quella ereditata e quella che si intende lasciare ai propri cari, così come dalle prospettive di rendimento".
Il risparmio, ha detto ancora Panetta, "è un elemento di stabilità per la vita delle famiglie, ma è allo stesso tempo una risorsa al servizio degli investimenti per le imprese".

Nel suo intervento, che ha toccato anche il profilo storico del risparmio nel Paese, Panetta ha ricordato che il ridimensionamento della propensione al risparmio negli anni Ottanta è stato condizionato dalla "generosità del sistema pensionistico", risentendo dopo le condizioni macroeconomiche. Ma, più di recente, il risparmio ha risentito della crisi finanziaria globale e di quella dei debiti sovrani nell’area dell’euro, e infine della pandemia.
"A questi fattori - ha spiegato - si sono aggiunti quelli demografici. L’invecchiamento della popolazione ha accentuato la riduzione del tasso di risparmio: è aumentata l’incidenza di persone anziane, che attingono alla ricchezza per finanziare le spese e registrano quindi un risparmio negativo. Le risorse accantonate dai lavoratori più giovani, condizionati dai loro bassi redditi1, sono state molto contenute".
Ma, ha ricordato Panetta, "non risparmiano solo le famiglie: in questo secolo il risparmio delle imprese è divenuto via via più rilevante, fino a rappresentare due terzi del risparmio privato nell’ultimo decennio. Nel complesso, il flusso annuo di risparmio privato supera oggi i 400 miliardi, un quinto del reddito nazionale. Solo parte di esso, tuttavia, finanzia gli investimenti in Italia. Nel quinquennio precedente la pandemia le risorse interne impiegate all’estero sono ammontate in media al 2,5 per cento del prodotto; se utilizzate per finanziare capitale produttivo in Italia, avrebbero accresciuto gli investimenti di quasi un quinto".

Parlando del risparmio delle imprese, Panetta ha detto che "è costituito essenzialmente dagli utili non distribuiti. Nel risparmio nazionale si somma al risparmio del settore privato quello delle Amministrazioni pubbliche, che è il saldo tra le entrate e le spese correnti (esclude quindi le poste in conto capitale, che concorrono invece a formare il disavanzo, o surplus, pubblico)".
Per il Governatore della Banca d'Italia "la stabilità monetaria è il secondo pilastro per la salvaguardia del risparmio. L’inflazione peggiora l’allocazione delle risorse ed erode il valore reale del risparmio".
"Il risparmio - ha detto nel suo intervento Antonio Patuelli, presidente dell'Abi - è innanzitutto una paziente e saggia virtù civile e sociale, fortemente connessa al rispetto delle regole e premessa di utilità private e collettive. Occorre essere pienamente consapevoli che manca poco tempo alla scadenza del PNRR e che la BCE compra sempre meno titoli di Stato anche dell’Italia. La riduzione dei tassi BCE, l’ulteriore calo dei tassi di mercato che anticipa nuove diminuzioni dei tassi BCE, spingono e spingeranno famiglie e imprese a maggiori investimenti e a crescenti richieste di prestiti".

Il risparmio ben collocato tramite le banche, ha aggiunto, "è e sarà sempre più determinante fattore di sviluppo e di occupazione e di sottoscrizione del debito pubblico. Il risparmio va meglio tutelato anche perché i prestiti si fanno con la stabile liquidità derivante dal risparmio ben investito. Vetuste leggi fiscali, molto antecedenti alle nuovissime tecnologie e all’intelligenza artificiale, dispongono ancora uguale tassazione per il risparmio e per la speculazione".
Ricordando l'art.47 della Costituzione ("La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme"), Patuelli ha detto che lo Stato "deve tutelare il risparmio distinguendolo dalla speculazione che ora si muove anche in una sola frazione di secondo. Chiediamo che le leggi tributarie rispettino meglio il risparmio che oggi è gravato dall’imposta ordinaria del 26%, che si aggiunge alla pressione fiscale sulle società quando in esse viene investito. Grava sul risparmio, pure sulla liquidità nei conti correnti, anche l’imposta di bollo che è una patrimoniale da abolire. Occorre che la Repubblica tuteli meglio la stabilità degli investimenti del risparmio sia in strumenti basati sulla liquidità, sia in azioni. Il risparmio investito in azioni di società subisce una tassazione di ben oltre la metà del reddito lordo prodotto, assommandosi la 'cedolare secca' del 26% sul reddito netto già gravato dall’IRES del 24% e dalle addizionali regionali e comunali, dal 4,5% circa dell’IRAP, dall’IMU e dall’imposta di bollo".

"La pesante tassazione esistente in Italia -
ha concluso Patuelli - spinge tante volte i risparmiatori italiani ad investire all’estero. Occorre correggere presto tutto questo, perché la tutela dei risparmiatori è una necessità etica e strategica per l’Italia. Occorre meglio regolamentare le innovazioni tecnologiche e l’intelligenza artificiale anche a tutela del risparmio: è indispensabile e urgente un nuovo costituzionalismo digitale".
"L’atto stesso del risparmio testimonia fiducia nel futuro", ha detto nel corso del suo intervento il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.

"Risparmiare -
ha spiegato - significa scegliere di rinunciare ad un consumo attuale, per poter disporre di maggiori risorse in futuro. Risparmio e investimenti sono elementi imprescindibili per uno sviluppo sociale ed economico duraturo". Per il capo del Mef "è necessario che i risparmiatori siano consapevoli e sappiano apprezzare i rischi e siano in grado di distinguere tra gli investimenti che finanziano progetti tangibili e altre forme di investimento, quali ad esempio le criptovalute, il cui valore è del tutto scollegato a beni o risorse economiche sottostanti e presentano un elevatissimo livello di rischio. Abbiamo molti esempi del passato a cui possiamo fare riferimento per guardare con fiducia al nostro futuro – ha aggiunto il ministro – è grazie a questa fiducia che anche questa volta il risparmio saprà giocare un ruolo determinante per assicurare stabilità, crescita e sviluppo".
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