Ambiente & Sostenibilità

Manovra senza visione: il WWF accusa il governo di ignorare la crisi climatica

Redazione
 
Manovra senza visione: il WWF accusa il governo di ignorare la crisi climatica

Nel cuore delle audizioni sulla Legge di Bilancio 2026, si è levata forte e chiara la voce del WWF Italia: la manovra economica del governo, così com’è, non guarda al futuro e rischia di ipotecare persino il presente. Davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, l’associazione ambientalista ha illustrato un documento fitto di osservazioni e proposte di emendamento, invitando l’esecutivo a cambiare rotta per costruire un’economia della transizione, della sicurezza climatica e della tutela della biodiversità.

 

Manovra senza visione: il WWF accusa il governo di ignorare la crisi climatica

 

L’analisi del WWF è impietosa: la legge di bilancio “continua a ignorare la crisi climatica e ambientale”, non investe nella decarbonizzazione, penalizza il trasporto pubblico e riduce i fondi per la protezione del territorio. Solo lo 0,8% della spesa complessiva è destinato a cultura, ambiente e qualità della vita, una quota definita “la più bassa tra tutti i comparti aggregati”. “Per il WWF Italia, questa legge di bilancio non costruisce il futuro del Paese, ma ne ipoteca il presente”, ha dichiarato Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali dell’associazione (in foto).

 

“Si tratta di una manovra senza visione, che taglia le risorse per la tutela del territorio, per l’energia pulita e per la sicurezza climatica, mentre continua a sostenere fonti fossili e opere costose e impattanti. In audizione abbiamo sottolineato come manchino politiche di adattamento, piani per l’efficienza energetica delle abitazioni popolari, strategie industriali per le tecnologie verdi e strumenti di protezione sociale legati alla transizione”. L’organizzazione ambientalista accusa il governo di voler finanziare opere considerate anacronistiche, come il Ponte sullo Stretto, mentre l’Italia avrebbe bisogno di investimenti ben più urgenti e sostenibili. 

 

“È inaccettabile - prosegue il WWF - che si continuino a bloccare miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto mentre il Paese ha ben altre priorità. Quelle risorse potrebbero finanziare interventi per l’adattamento, la rinaturazione, l’energia pulita e la decarbonizzazione. Il futuro dell’Italia non passa da un ponte, ma da un nuovo patto con la natura”.

 

Le proposte avanzate dal WWF delineano un cambio di paradigma: creare un Fondo per il ripristino della natura, che sostenga la rinaturazione e la tutela della biodiversità terrestre e marina, in linea con la nuova Nature Restoration Law europea. Al centro anche l’idea di un Fondo per l’eliminazione dei combustibili fossili, da 6 miliardi di euro, per accelerare il phase-out e sostenere l’innovazione industriale, l’efficienza energetica e la mobilità a zero emissioni. C’è poi l’urgenza, ribadita più volte in audizione, di istituire un Fondo nazionale di adattamento climatico da 3 miliardi per mettere in sicurezza il territorio e dare finalmente attuazione al Piano nazionale di adattamento.

Queste risorse, ha sottolineato il WWF, potrebbero arrivare riducendo gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto, una scelta che rappresenterebbe non solo un gesto simbolico, ma anche una misura concreta di politica economica sostenibile. Particolare attenzione è stata riservata anche al settore agricolo, spesso trascurato nel dibattito sulla transizione ecologica. L’associazione propone di destinare 5 milioni di euro all’anno, dal 2026 al 2028, a un Fondo per la riconversione agroecologica della zootecnia, per accompagnare le aziende verso modelli produttivi più sostenibili. In parallelo, il WWF chiede di introdurre una fiscalità verde in agricoltura, rimodulando le aliquote IVA per favorire i prodotti biologici e scoraggiare l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici.

Tra le proposte figura anche il potenziamento delle detrazioni energetiche per le famiglie a basso reddito, un credito d’imposta fino a 500 euro mensili per le donne in gravidanza e per i nuclei con bambini in difficoltà economica, e un contributo di solidarietà applicato ai biglietti di prima classe e ai voli privati. Il ricavato, secondo il WWF, dovrebbe confluire nel Fondo per la Transizione Industriale e nel Fondo Italiano per il Clima. Infine, l’associazione ha rivolto un monito chiaro al governo: non utilizzare a fini di spesa corrente le risorse del Fondo Sociale per il Clima, istituito a livello europeo nell’ambito del sistema ETS. “Sarebbe altamente ingiusto - sottolinea il WWF - destinare a spese correnti i soldi del Fondo Sociale per il Clima, che nasce proprio per aiutare le fasce vulnerabili nell’accesso alla transizione”.

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