Economia
World Payments Report 2026, la rivoluzione dei pagamenti digitali
Redazione
 

Il denaro contante sta cedendo definitivamente il passo al digitale. In meno di vent’anni, le transazioni non in contanti sono cresciute di oltre dieci volte nel mondo, segnando una trasformazione profonda e irreversibile del panorama dei pagamenti. È quanto emerge dal World Payments Report 2026 di Capgemini, che disegna un ecosistema in pieno mutamento, da un lato la crescita vertiginosa dei pagamenti digitali e contactless, dall’altro la necessità per le banche tradizionali di ridefinire il proprio ruolo in un mercato sempre più dominato dalle PayTech e dalle piattaforme fintech.
World Payments Report 2026, la rivoluzione dei pagamenti digitali
Lo studio, basato su un’ampia indagine che ha coinvolto 2.600 merchant e oltre 400 dirigenti del settore in quindici Paesi tra Americhe, Europa e Asia-Pacifico, mette in evidenza un dato cruciale, che il 66% dei merchant continua a fidarsi delle banche più che delle nuove realtà tecnologiche. La fiducia, però, non basta. Se le banche vogliono restare competitive nei servizi di pagamento per i commercianti, devono agire rapidamente, innovare e costruire un’offerta più flessibile e integrata.
Le PayTech stanno ridefinendo il concetto stesso di servizio ai merchant, offrendo soluzioni omnicanale, onboarding istantaneo, analisi dei dati in tempo reale e servizi a valore aggiunto su misura. Di fronte a questi modelli agili e scalabili, gli istituti tradizionali appaiono spesso frenati da infrastrutture rigide e da processi di integrazione lenti. Il report di Capgemini suggerisce tre priorità strategiche per il rilancio:
- Riorientare il modello di business per competere nei mercati più adatti alle proprie competenze;
- Costruire capacità digitali solide, basate su architetture modulari, API e interfacce intuitive;
- Offrire servizi verticalizzati e personalizzati, in grado di aiutare i merchant a gestire in modo più efficiente le operazioni quotidiane.
Il nuovo paradigma dei pagamenti è alimentato da una combinazione di fattori globali: l’espansione dell’e-commerce, le infrastrutture per i pagamenti istantanei, l’affermazione delle digital wallet e la crescente digitalizzazione del B2B. I merchant, di conseguenza, chiedono sicurezza, velocità e integrazione, non solo pagamenti. Le piccole imprese puntano su soluzioni semplici e affidabili, mentre quelle di medie e grandi dimensioni cercano piattaforme in grado di offrire personalizzazione, efficienza e analisi predittiva.
Capgemini evidenzia inoltre come le banche non riescano ancora a soddisfare pienamente le aspettative dei merchant, specie per quanto riguarda onboarding rapido, infrastrutture resilienti e protezione antifrode. Questo gap di servizio spinge molti esercenti verso player alternativi. Ma per gli istituti tradizionali esiste un margine di recupero, infatti sviluppando modelli freemium e integrando servizi a valore aggiunto, come l’instant settlement, i prestiti per capitale circolante o la gestione avanzata delle frodi, le banche possono riconquistare la fiducia dei merchant più esigenti.
La chiave, secondo Capgemini, è una trasformazione digitale profonda e strutturale, attraverso architetture flessibili, infrastrutture cloud-native, API plug-and-play e workflow integrati. Solo così gli istituti potranno restare agili, scalare i servizi e garantire esperienze senza interruzioni tra i diversi canali.
In un mondo che corre verso la cashless society, le banche hanno ancora un vantaggio competitivo unico: la fiducia. Ma per mantenerla dovranno imparare a parlare il linguaggio dell’innovazione, con la stessa velocità e creatività delle fintech.