L’invecchiamento della popolazione e la tenuta dei sistemi previdenziali e sanitari spingono una larga maggioranza degli italiani a ritenere necessario un ripensamento profondo del welfare. Secondo il Report FragilItalia “Welfare del futuro e ruolo delle cooperative”, realizzato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Ipsos su un campione rappresentativo della società italiana, il 61% degli italiani, in aumento di otto punti percentuali rispetto allo scorso anno, ritiene indispensabili riforme radicali per affrontare le sfide demografiche in corso.
Welfare, 6 italiani su 10 chiedono riforme radicali: il 46% vuole tagli solo ai privilegi
All’interno di questo orientamento prevale l’idea di interventi selettivi: il 46% degli intervistati ritiene che le riforme debbano prevedere tagli limitati ai privilegi, garantendo i livelli minimi assistenziali a tutti, mentre solo il 15% immagina riduzioni generalizzate per rendere il sistema sostenibile. Un altro 35%, in calo di otto punti percentuali rispetto al 2024, indica invece come priorità un aumento degli investimenti pubblici accompagnato da una razionalizzazione dei costi. Il report individua anche le principali sfide che il sistema di protezione pubblica dovrà affrontare nei prossimi anni.
Al primo posto si colloca l’invecchiamento della popolazione, indicato dal 42% degli intervistati, seguito dalla prevenzione e promozione della salute, che scende al 40%, e dalle disuguaglianze sociali, al 37%. Seguono le politiche di sostegno alle persone che affrontano difficoltà temporanee o rischi sociali e la sostenibilità finanziaria, entrambe al 27%, i cambiamenti del mercato del lavoro al 26% e l’integrazione tra servizi sociali, sanitari, educativi e del lavoro, indicata dal 25% degli intervistati, con il calo più marcato rispetto all’anno precedente.
Secondo il presidente di Legacoop, Simone Gamberini (in foto), “il nostro Paese è pronto ad affrontare una fase di profondo ripensamento del proprio sistema di welfare”. Gamberini sottolinea come “la maggioranza degli italiani avverte l’urgenza di superare gli schemi tradizionali e di costruire un modello più moderno, capace di rispondere con efficacia alle grandi trasformazioni demografiche, sociali ed economiche che stanno cambiando la vita delle persone e delle comunità”.
Il presidente di Legacoop evidenzia inoltre che “il futuro del welfare non può essere immaginato senza un forte investimento sulla prevenzione, sull’integrazione dei servizi e sul sostegno ai giovani, alle famiglie e ai lavoratori”, ribadendo la necessità di un’azione condivisa tra Stato, enti pubblici e privato sociale. “Il ruolo delle cooperative in questo scenario è riconosciuto dai cittadini e deve essere riconosciuto anche nelle scelte pubbliche”, afferma Gamberini, precisando che il lavoro di cura e di assistenza “non si tratta di un costo, ma dell’infrastruttura essenziale per il benessere sociale del Paese. Il tempo della manutenzione ordinaria è finito”, conclude, richiamando la responsabilità di avviare “una nuova stagione di politiche sociali a supporto di tutte le forze che credono in un welfare universale e capace di innovare”.
Dalla ricerca emergono anche le priorità che dovrebbero guidare le politiche per il welfare del futuro. In cima alle indicazioni degli intervistati, con l’88%, c’è la necessità di ripensare le politiche per i giovani, investendo in istruzione, formazione e inserimento lavorativo. Seguono, tutte con l’85%, la prevenzione e la promozione della salute, l’aumento della partecipazione delle donne al lavoro attraverso servizi di supporto e politiche di conciliazione efficaci e una maggiore integrazione tra servizi sociali, sanitari, educativi e per il lavoro. Il report dedica infine un capitolo alle modalità di gestione del welfare.
Il 40% degli italiani ritiene che il welfare del futuro debba essere gestito in collaborazione tra Stato, enti pubblici e cooperative o enti non profit, mentre il 28% preferisce una gestione affidata esclusivamente allo Stato e il 26% indica una collaborazione tra settore pubblico e imprese private capitalistiche.
In questo quadro, il 68% degli intervistati riconosce alle cooperative un ruolo importante nello sviluppo del welfare del futuro. Gli ambiti in cui il contributo delle cooperative è ritenuto più rilevante sono l’integrazione tra servizi sociali, sanitari ed educativi, indicata dal 34%, e le politiche di sostegno alle persone che affrontano difficoltà temporanee o rischi sociali, al 28%. Seguono, tutte al 27%, la realizzazione di reti di servizi più vicine a famiglie e persone, il contrasto alle disuguaglianze sociali e le politiche per i giovani.