Economia

Saldo IMU 2025, ultimo giorno per pagare. Le città più care

di Redazione
 
Saldo IMU 2025, ultimo giorno per pagare. Le città più care
Scade oggi, 16 dicembre 2025, il termine ultimo per il versamento del saldo IMU (Imposta Municipale Unica), la seconda rata dell'imposta che colpisce milioni di proprietari di immobili in Italia. L'attenzione è puntata soprattutto sulle seconde case e sulle abitazioni classificate come "di lusso", che non godono dell'esenzione prevista per la maggior parte delle prime case.

L'obbligo di versamento riguarda in primis i possessori di seconde case, ovvero gli immobili in cui il proprietario non ha contemporaneamente la dimora abituale e la residenza anagrafica. Fanno eccezione le abitazioni principali accatastate nelle categorie 'di lusso': A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli, palazzi storici), che devono pagare l'IMU. Al contrario, i possessori di abitazioni principali classificate nelle categorie A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7 e delle relative pertinenze sono esenti dal pagamento da oltre dieci anni.Il peso maggiore del saldo ricade sui circa 5,8 milioni di seconde case, sui 3,6 milioni di immobili affittati e sugli oltre 700mila concessi in comodato gratuito. Rientrano nel conteggio anche le unità produttive e commerciali come negozi, uffici e capannoni, spesso tassati con le aliquote più elevate.

Un punto cruciale per l'esenzione è la corretta definizione di "abitazione principale": l’immobile “nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”. Un nodo storico sulla definizione è stato sciolto nel 2022 dalla Corte Costituzionale. La sentenza ha giudicato illegittima la norma che prima impediva l'esenzione a entrambi i coniugi (o partner uniti civilmente) titolari di due distinte abitazioni principali nello stesso Comune. Con l'attuale normativa, è stata estesa la doppia esenzione a tutte le coppie che dimostrino di risiedere e dimorare in due abitazioni principali distinte, eliminando l'obbligo di considerare "seconda casa" una delle due.

L'esenzione si applica anche alle pertinenze, ma con limiti stretti. Sono escluse dal pagamento le pertinenze classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, ma l'esenzione è valida per una sola unità pertinenziale per ciascuna di queste categorie. Ad esempio, se un immobile ha una cantina (C/2) e un solaio (C/2), l’esenzione si applica solo a una delle due unità C/2.Sono inoltre esenti altre tipologie di immobili specifiche, tra cui: gli alloggi sociali, la casa coniugale assegnata al coniuge a seguito di separazione o divorzio, e una sola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti e iscritti all'AIRE, già pensionati, a condizione che l'immobile non sia locato o dato in comodato d'uso.

Nella maggior parte dei casi, l’importo del saldo è uguale all’acconto versato a giugno. La differenza scatta solo se nel corso dell'anno il Comune ha modificato le aliquote. Ad esempio, con una rendita di 800 euro e un'aliquota dell'1,06%, l'imposta annua è di 1.424,64 euro, con un saldo di 712,32 euro in scadenza oggi.

Le variazioni delle aliquote comunali sono tutt'altro che rare, soprattutto nei Comuni più piccoli. Per il 2025, quasi 7.700 delibere comunali di aggiornamento sono state pubblicate: in 1.108 Comuni almeno un'aliquota è stata aumentata, mentre 671 amministrazioni hanno optato per una riduzione. La raccomandazione per i contribuenti è quindi tassativa, verificare l'aliquota aggiornata del proprio Comune e controllare che non ci siano state variazioni rispetto all’acconto di giugno per versare l’importo corretto ed evitare sanzioni.

Le entrate e le città più care

Si stima che il gettito atteso per il saldo sia di circa 11 miliardi di euro. Le casse comunali incassano complessivamente circa 18 miliardi all'anno, a cui si aggiungono quasi 4 miliardi destinati allo Stato e legati agli immobili produttivi e terziari di categoria D.

Secondo l'analisi della Uil, tra le città italiane, Roma è la più cara, con un costo medio IMU sulla seconda casa di 3.499 euro (1.749 euro a saldo). Seguono Milano, con 1.479 euro a saldo, e Venezia, con 1.168 euro. La media nazionale della rata IMU si attesta a 977 euro, di cui 488 euro a saldo. Sono oltre 26,1 milioni i proprietari che versano l'IMU, e il 41% di questi è composto da lavoratori dipendenti e pensionati.
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