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Università e ITS, metà dei profili ricercati dalle imprese è introvabile, il nuovo allarme del Sistema Excelsior
Redazione

Il mercato del lavoro italiano continua a soffrire un forte divario tra domanda e offerta di competenze. Il nuovo rapporto del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, mette in luce un 2025 in cui le imprese cercano più profili qualificati che mai, ma faticano a trovarli. La metà dei laureati e dei diplomati ITS richiesti risulta infatti “introvabile”, con un mismatch che tocca punte drammatiche nelle discipline STEM e nei percorsi tecnologici avanzati. I dati sono stati presentati alla 34ª edizione di Job&Orienta, il salone nazionale dedicato a scuola, formazione e lavoro, inaugurato oggi a Verona.
Università e ITS, metà dei profili ricercati dalle imprese è introvabile, il nuovo allarme del Sistema Excelsior
Secondo Excelsior, nel 2025 le imprese hanno programmato l’attivazione di 670mila contratti per laureati, 120mila per diplomati ITS Academy, 1,3 milioni per diplomati e 2,3 milioni per qualificati professionali. Complessivamente, quasi un’assunzione su due (47%) risulta difficile da reperire. Le difficoltà sono massime per i tecnici ITS Academy (57,3%) e molto elevate anche per i laureati (50,9%). Si tratta di percentuali che confermano l’urgenza di colmare il divario tra formazione e fabbisogni produttivi.
Le lauree più richieste restano economia (193mila ingressi previsti) e ingegneria (127mila), seguite dagli indirizzi insegnamento e formazione (117mila) e da sanità e professioni paramediche (54mila). Per i giovani under 30 le migliori opportunità si concentrano nei percorsi statistici (51,1% delle assunzioni previste) e nelle scienze motorie (40%). Eppure, proprio gli indirizzi più scientifici sono quelli in cui il mismatch è più alto: chimica e farmaceutica presentano un’introvabilità del 72,4%, seguiti dalle lauree sanitarie e paramediche (70,8%) e dall’area medico-odontoiatrica (67,2%).
Rosso profondo anche sul versante ITS, l’anello formativo su cui più puntano imprese e filiere tecnologiche. I tecnici più ricercati provengono dagli ambiti servizi alle imprese (27mila ingressi), sviluppo e innovazione del processo e del prodotto (16mila) e meccatronica (13mila). Le opportunità under 30 sono altissime in mobilità (94,3%), energia sostenibile (51,9%) e architetture software e data management (44,6%). Ma le difficoltà di reperimento raggiungono cifre che sfiorano l’emergenza: 67mila profili ITS risultano introvabili (57,3%), con punte del 94,2% per sostenibilità energetica ed economia circolare e dell’87,7% per efficienza energetica.
Anche i diplomati sono al centro della domanda. Nel 2025 le imprese cercano 1,3 milioni di profili, trainati soprattutto da amministrazione, finanza e marketing (381mila posizioni), turismo (239mila), meccanica e meccatronica (121mila), elettronica ed elettrotecnica (102mila). I giovani under 30 trovano maggiori sbocchi tra licei artistici (51,9%), grafica e comunicazione (46,5%), turismo (43,4%) e informatica e telecomunicazioni (43,2%). Ma anche qui il mismatch è elevatissimo: 634mila diplomati risultano difficili da reperire (47,4%), con carenze critiche soprattutto negli indirizzi tecnici, costruzioni, ambiente e territorio (66,4%), meccanica, meccatronica ed energia (65,8%), elettronica ed elettrotecnica (60,9%), informatica e telecomunicazioni (58,8%).
Fra i qualificati e diplomati professionali, le richieste maggiori riguardano ristorazione (452mila ingressi), logistica (265mila) e meccanico (222mila). Le opportunità migliori per gli under 30 emergono nelle lavorazioni artistiche (46,5%), nel grafico-cartotecnico (40,2%), nella ristorazione (39,3%) e negli impianti termoidraulici (38,8%). Ma anche in questo segmento la difficoltà di reperimento resta altissima, oltre un milione di profili IeFP (47%) è di fatto introvabile, con criticità nei settori termoidraulico (67,1%), riparazioni veicoli (63,8%), benessere (62,4%), elettrico (60,5%) e meccanico (60%).
Per Unioncamere il mismatch non è un’anomalia italiana ma un ostacolo strategico alla competitività nazionale. Da qui l’appello a rafforzare l’orientamento già nelle scuole, intensificare il rapporto tra università e imprese per contrastare la fuga dei talenti, e migliorare l’allineamento tra offerta formativa e fabbisogni produttivi. Le imprese, soprattutto nei comparti tecnologici, affrontano una trasformazione che richiede competenze sempre più avanzate e specialistiche. Senza un cambio di passo nella formazione, la distanza tra domanda e offerta rischia di allargarsi ancora.