Lavarsi le mani, un gesto semplice e quotidiano, può letteralmente salvare vite. In occasione della Giornata mondiale del lavaggio delle mani, che si celebra oggi e che quest’anno porta il messaggio “Diventa un eroe nel lavaggio delle mani!”, l’UNICEF richiama l’attenzione su un dato tanto elementare quanto drammatico: l’igiene delle mani resta ancora oggi un privilegio per molti.
Unicef: ancora 2,3 miliardi di persone senza acqua e sapone in casa
Secondo l’organizzazione, lavarsi le mani con acqua e sapone riduce del 30% le malattie legate alla diarrea e fino al 20% le infezioni respiratorie acute. Eppure, miliardi di persone nel mondo non possono permettersi nemmeno questo gesto di prevenzione. A livello globale, infatti, 2,3 miliardi di persone non hanno accesso a strutture per lavarsi le mani con acqua e sapone nelle proprie abitazioni.
Un dato che si traduce in un rischio costante di infezioni, soprattutto per i bambini. Le scuole non se la passano meglio: quasi la metà degli istituti nel mondo è ancora priva di strutture igieniche adeguate, con 802 milioni di studenti costretti a frequentare ambienti dove il lavaggio delle mani è impossibile o limitato.
Il quadro generale resta disarmante anche nel 2024: 1,7 miliardi di persone non dispongono di servizi igienici di base, mentre un miliardo ne ha di limitati e 611 milioni di esseri umani – uno su cinque – non hanno alcuna possibilità di lavarsi le mani. L’accesso a servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro è ancora lontano per 3,4 miliardi di persone, e di queste oltre 350 milioni continuano a praticare la defecazione all’aperto, con conseguenze devastanti per la salute pubblica. La disuguaglianza si riflette anche nella geografia dell’acqua. Chi vive nei Paesi meno sviluppati ha più del doppio delle probabilità, rispetto al resto del mondo, di non avere accesso ai servizi di base per l’acqua potabile, e tre volte in più di non poter usufruire di impianti idrici adeguati. È una frattura profonda che attraversa il pianeta e mette a rischio i più vulnerabili.
“L’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici non è un privilegio, ma un diritto umano essenziale”, ha ricordato Nicola Graziano, presidente dell’UNICEF Italia. “Quando i bambini ne sono privi, vengono compromessi la loro salute, la loro istruzione e il loro futuro. Le mani pulite sono una difesa fondamentale contro la diffusione di infezioni, malattie e batteri pericolosi. Anche se abbiamo fatto passi da gigante nel promuovere il lavaggio delle mani con il sapone, dobbiamo continuare ad agire per raggiungere coloro che ne hanno più bisogno”.
E in effetti, qualche progresso c’è stato. Tra il 2015 e il 2024, 1,6 miliardi di persone hanno finalmente avuto accesso a servizi igienici di base, portando la copertura mondiale dal 66% all’80%. Nelle aree rurali i miglioramenti sono stati notevoli, con un balzo dal 52% al 71%, mentre nelle città la situazione è rimasta quasi invariata, ferma all’86%. L’impegno dell’UNICEF resta costante e concreto: solo nel 2024, l’organizzazione ha garantito acqua potabile a oltre 41 milioni di persone, servizi igienico-sanitari di base a 18 milioni e strutture igieniche sicure a quasi 21 milioni, operando in contesti umanitari e di sviluppo spesso estremi.