Il mondo del cavallo vanta nel 2025 in Italia numeri che testimoniano una enorme ascesa con grandi prospettive e margini di crescita. Seicentomila cavalli in Italia, trentadue razze equine riconosciute, numero più alto in Europa, tre milioni di appassionati, settemila percorsi e ippovie sparse in tutta la nazione e tra le quarantamila e le cinquantamila persone che ogni giorno lavorano nel settore, con un mercato che si stima possa passare da 1,32 miliardi di dollari a 2,51 miliardi entro il 2030 con un incremento annuo del 10%: cifre eloquenti, tali da aver portato al primo Osservatorio nazionale del turismo con il cavallo, una piattaforma culturale e scientifica nata a Firenze, dedicata all’equiturismo in Italia e volta ad analizzare, commentare e strutturare a 360° l’universo che ruota intorno al settore.
Nasce il Primo Osservatorio Nazionale del Turismo con Cavallo
Nel corso del primo seminario di mercoledì 12 marzo, realizzato nell’Aula magna della scuola di Agraria dell’Università degli studi di Firenze, si sono alternati interventi di istituzioni, accademici, imprese e operatori turistici che hanno delineato uno scenario dell’equiturismo in Italia. Dinanzi alla crescita del turismo in Italia, stimato in crescita del 2,5-3% nel 2024 rispetto al 2023, il cavallo e l’equiturismo rappresentano un settore sempre più ambito e ricercato, pieno di richieste: nella metà delle ventiseimila aziende agrituristiche sparse sul territorio italiane infatti è facile riscontrare la presenza di un maneggio come servizio aggiuntivo e ben 1.375 agriturismi sono caratterizzati da attività equestre: aggiunti ai settemila chilometri di ippovie e sentieri certificati, muovono oltre tre milioni di appassionati che uniscono la vacanza a cavallo con l’enogastronomia, la cultura e l’attività sportiva.
L’equiturismo rappresenta quindi un’alternativa al mordi e fuggi turistico che si vede nelle città d’arte, oltre ad avere le potenzialità per recuperare e ripopolare luoghi dell’entroterra spesso abbandonati in nome della concentrazione nelle grandi città, oltre a offrire un’alternativa rurale a una vita quotidiana sempre più frenetica.
Equiturismo non significa soltanto una vacanza a cavallo, ma anche didattica: dalla formazione di figure per la gestione non solo di un maneggio al cavallo come pet therapy e allo sport, inteso come equitazione o come testimonial di tradizioni, cultura, spaccato di un popolo come nel caso del palio di Siena o dei butteri in Maremma. Nel corso della presentazione, il consigliere regionale Diego Petrucci ha sottolineato il legame tra la Toscana e il cavallo, evidenziando razze autoctone come il Maremmano e il Monterufoli. Massimo Guasconi, presidente di Unioncamere Toscana, ha evidenziato il potenziale economico del settore mentre Martina Elmi, dell’Università di Firenze, ha rilevato che il 45% delle strutture equituristiche è gestito da privati, richiedendo una regolamentazione più chiara. L'Osservatorio sosterrà progetti come quello di Capannori dove è sorta la prima ippovia certificata, emblema di un connubio con le istituzioni dalle mille potenzialità ancora inesplorate.
L’Osservatorio è promosso da Final Furlong, una rete di imprese che si propongono di far crescere e diffondere la pratica equestre, già organizzatrice dell’Horse Green Experience 2025 – Equiraduno dell’Anno Santo, un viaggio spirituale e sostenibile verso Roma sulle antiche vie di pellegrinaggio, come la Romea Germanica, la Rome strata e la via Francigena. In occasione del Giubileo 2025 è stato organizzato un equiraduno che porterà il prossimo 14 maggio in udienza da Papa Francesco oltre duecento tra cavalieri e amazzoni che partiranno da diverse sedi italiane per poi ricongiungersi in Piazza San Pietro.